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Alessia Pifferi: intervista alla psicologa forense Laura Volpini

Femminicidi & Violenza

Pubblicato da:

alle ore: 20:37

“Mia figlia รจ un mostro”.

Sono queste le parole della nonna della piccola Diana, la bambina di 18 mesi morta, secondo i primi accertamenti in attesa dell’autopsia, “per stenti e mancanza del necessario accudimento”,una volta abbandonata dalla madre

Una morte che, per di piรน, Alessia Pifferi non aveva escluso.

“Sapevo che poteva andare cosรฌ”,ย  avrebbe detto davanti al pm.

Infatti la donna, per sei giorni, si era assentata dallโ€™abitazione per stare col compagno:

โ€œci contavo sulla possibilitร  di avere un futuro con lui (il compagno, ndr) e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire; ; รจ per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire”.

ย Come si possono definire queste madri?

Medea uccise i figli per vendetta, e poi c’รจ chi li lascia morire perchรฉ li rinnega, li rifiuta con tanto di luciditร  e senza versare una lacrima.

Di questo parleremo con la dott.ssa Laura Volpini, psicologa giuridica forense e criminologa, in occasione della rubrica “Vittime & Carnefici”
“L’ infanticidio nel nostro Paese riguarda un esiguo numero di casi, seppur anche questo dato non puรฒ che allarmarci.

Sono circa 25 bambini l’anno che vengono uccisi per mano della madre o del padre.

Bambini intesi da zero a 18 anni.

La letteratura criminologica รจ molto vasta e ha approfondito varie cause.

Quella piรน nota รจ la cosiddetta depressione postpartum che di solito si risolve nell’arco di 3/6 mesi dalla nascita del bambino ma, possono esserci altri motivi , come la vendetta nei confronti di un partner, un ex partner.

Alla base di questo delitto, non sempre ci sono motivazioni strettamente patologiche.

Basti pensare per esempio che la signora Franzoni fu riconosciuta imputabile, come la stessa Mary Patrizio che uccise il bambino di poco piรน di due anni nella vaschetta del bagno, affogandolo.

Il caso che trattiamo oggi รจ accaduto in questi giorni ed รจ davvero raccapricciante.

Chiaramente bisognerร  conoscere meglio le dichiarazioni di questa donna, ma si puรฒ ipotizzare probabilmente uno stato di psicosi non diagnosticato o non riconosciuto.

In base a ciรฒ che sappiamo, la signora Pifferi non si era neanche resa conto di essere incinta, partorendo cosรฌ a casa e sembra avere una consapevolezza intermittente di aver partorito la figlia.

Addirittura non sappiamo se la piccola fosse stata registrata all’anagrafe.

Sicuramente questo รจ un dramma di una persona che dovrร  rispondere pienamente di ciรฒ che ha commesso, ma che probabilmente non si รจ fatta aiutare per curare i suoi disturbi di personalitร  e i suoi problemi familiari ed esistenziali.

Dal suo comportamento emerso in questi giorni, si possono ipotizzare tratti istrionici, caratterizzati da bugie di vario genere. Per esempio sembra che avesse raccontato che la madre era morta di covid cosa non vera, piuttosto che dire altre bugie come per esempio all’attuale compagno affermando che nei sei giorni in cui si sono visti, la bambina era al mare con la zia. Sembra addirittura che si spacciasse per una psicologa infantile.

Sarebbe interessante approfondire i suoi rapporti familiari. Sembra che lei non volesse chiedere aiuto alla sorella, non sappiamo per quali motivi.

Sembra infatti che la sorella l’avrebbe aiutata volentieri a tenere la bambina nei giorni in cui si รจ allontanata per andare dal compagno.

Ma questa modalitร  cosรฌ altamente trascurante fino ad arrivare alla morte per stenti, aspettando comunque gli esiti dell’autopsia della piccola, rientra nella nosografia di soggetti affetti da psicosi, che negano la realtร  del parto e la realtร  del proprio figlio.

Cosa si puรฒ fare in questi casi?

Sicuramente si poteva intervenire prima e questi fatti atroci, rappresentano un fallimento per la Societร  in genere.

La stessa madre che poi si รจ precipitata dalla Calabria a Milano, si sarร  accorta che la figlia aveva dei problemi con la maternitร ?! Non credo fosse difficile da comprendere.

Poi non sappiamo ovviamente i rapporti tra di loro.

Non si vuole dare una responsabilitร  ai familiari, ma certamente le persone a lei vicine, avrebbero potuto anche in qualche modo segnalare ai Servizi Sociali questa situazione, quanto meno se lei non avesse voluto farsi aiutare.

Quindi adesso รจ difficile fare qualcosa anche perchรฉ รจ entrata nel circuito giudiziario. Ipotizzo sarร  fatta una perizia psichiatrica criminologica, ma ritengo che comunque la donna fosse consapevole che stava abbandonando sua figlia.

Come emerge dalla richiesta di custodia cautelare, la donna ha organizzato la sua partenza lasciando il biberon nel lettino da campeggio della bambina.

Poi sarร  da chiarire anche se le ha somministrato del tranquillante anche perchรฉ i vicini di casa non hanno sentito il pianto della bambina, almeno da quello che risulta.

Personalmente mi sono occupata di questo tema – delle madri infanticide – nel mio ultimo libro che รจ in uscita e che si intitola “il prisma- storie di omicidio e dintorni” edito dalla Bussola di Roma e che sarร  nelle librerie e online a partire dal prossimo agosto.

In un capitolo del libro dove tratto appunto del caso Franzoni di cui mi sono occupata, svolgo una disamina della letteratura sul punto oltre ad analizzare altri due casi di cui si รจ parlato molto allโ€™epoca dei fatti: il caso di Mary Patrizio che ho citato prima e quello di Veronica Panarello che tutti si ricorderanno e che uccise il piccolo Lorys di 7 anni, con delle fascette da elettricista strangolandolo e per il quale sta scontando una pena di 30 anni.

Descrizioni agghiaccianti, condotte allucinanti, che portano a un’ amara conclusione:

c’รจ chi รจ genitore di fatto ma non nei fatti.

Rita Lazzaro

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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