Almeno 300mila civili hanno lavorato per gli Stati Uniti in Afghanistan

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Lo stima il sito Rescue.com, organizzazione che milita nel Paese mediorientale da oltre 30 anni. Solo una parte di loro hanno potuto usufruire del programma ‘Afghan Special Immigrant Visa (SIV)’

Sono oltre 300 mila i civili afghani che hanno collaborato con le truppe statunitensi in Afghanistan negli ultimi 12 anni, ovvero dalla creazione del programma ‘Afghan Special Immigrant Visa (SIV)’. Lo stima il sito Rescue.com, organizzazione che milita nel Paese mediorientale da oltre 30 anni.

Il programma in questione è stato creato dal Congresso per fornire protezione permanente agli afgani che hanno avuto un ruolo nelle missioni statunitensi in Afghanistan. Figure preminenti e importanti come traduttori, interpreti e funzionari.

Gli aventi diritto possono ottenere un visto per se stessi, per il proprio marito o moglie e i figli, non sposati, che non abbiano compiuto 21 anni. Un programma simile è previsto anche per le missioni americane in Iraq.

Nonostante sia un importante strumento di protezione non sono molti i nuclei familiari sono riusciti a farne uso. Dal 2014 si stima che siano stati concessi appena 16 mila visti e, ai primi di agosto, le domande in attesa di risposta erano circa 18 mila.

Secondo Rescue, insomma, è un sistema che soddisfa le enormi richieste provenienti da Kabul e lascia moltissimi afghani in uno stato di pericolo. I migliaia di richiedenti SIV che vengono evacuati dall’Afghanistan saranno ospitati in una struttura del governo degli Stati Uniti in Virginia, dove accederanno a servizi e riceveranno aiuti per ricostruire le loro vite negli Stati Uniti.

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