Apprendere la scrittura

Scuola, Formazione & Università

Di

 di Silvia Passerini

Nelle produzioni grafiche dei bambini è possibile scorgere emozioni, sentimenti, autonomia, benessere o eventuali disagi attraverso la colata d’inchiostro, la forma, la dimensione e lo spazio.

In passato, dall’inizio della seconda metà del 1800, l’insegnamento della scrittura “calligrafica”, per meglio dire della buona grafia, era inserito nei programmi ministeriali e mirava a far acquisire una scrittura ordinata, leggibile e accurata. Forse le modalità di insegnamento erano un po’ troppo rigide e costrittive e le scritture erano prive di personalità e spontaneità, anche se ricche di ricci e vari abbellimenti che rendevano le grafie esteticamente gradevoli.

In seguito, con l’attenzione pedagogica al piccolo allievo, la scrittura venne considerata espressione della personalità del soggetto e pertanto si tese ad abolire gli esercizi troppo rigidi e costrittivi portando in secondo piano l’educazione della scrittura. Ciò, in seguito, favorì l’adozione dei metodi globali, centrati sulla totalità e spontaneità dell’alunno, che hanno dato spazio alla creatività e all’espressività. Con questa metodologia, però, il bambino viene invitato a copiare alla lavagna lettere o intere parole scritte dal maestro senza una guida né indicazioni sulla giusta prensione dello strumento grafico, sul punto d’attacco e la direzione delle lettere o sulla gestione dello spazio grafico. Il bambino viene lasciato solo con le sue difficoltà che spesso si ripercuotono su tutto l’andamento scolastico.

Evitando ogni eccesso, è necessario insegnare al bambino le regole della scrittura, aiutarlo, confortarlo, quindi educarlo all’acquisizione dei caratteri e, dopo che ha interiorizzato il corretto gesto grafico, lasciarlo libero di esprimersi nella sua creatività, spontaneità e naturalezza, senza dimenticare però che la scrittura è nata come mezzo di comunicazione e come tale, nel rispetto dell’altro, deve rimanere leggibile.

Il docente che vuole aiutare i propri allievi deve partire dall’osservazione, per cercare di conoscere gli eventuali punti di forza e di debolezza, e dalla correzione delle distonie per poi passare a educare il gesto grafico utilizzando strumenti grafici e supporti adeguati; in commercio ve ne sono molti per tutte le esigenze.

Naturalmente i maestri non devono trascurare gli esercizi finalizzati al raggiungimento dei prerequisiti necessari all’acquisizione della scrittura, ricercando, perché no, sempre nuove didattiche che alleggeriscano l’impegno dei bambini.

Come per ogni altra materia, anche per l’educazione alla scrittura e per l’insegnamento della scrittura la docenza deve avere la caratteristica di flessibilità. Nelle scuole infatti si dovrebbe sempre garantire una didattica individualizzata, che tenga conto delle caratteristiche peculiari dei soggetti, adottando metodologie e strategie educative adeguate.

La formazione individualizzata deve porsi obiettivi comuni per tutto il gruppo-classe, mettendo però in atto attenzioni e metodologie diversificate in funzione delle caratteristiche individuali degli allievi, in modo da assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali richieste dal curricolo. Infatti ciascun allievo ha una sua specificità apprenditiva e un modo personale di immagazzinare le informazioni. Così è possibile dare a ciascun bambino l’opportunità di sviluppare i punti di forza e consapevolmente le proprie preferenze e i propri talenti.

Anche per l’insegnante la didattica individualizzata è l’opportunità per far raggiungere a tutto il gruppo- classe gli obiettivi di apprendimento prefissati.

Pertanto, il docente delle scuole per l’infanzia e primaria, per avere informazioni sulle esigenze e le abilità personali dei singoli bambini, deve dedicare molto tempo all’osservazione diretta durante l’orario scolastico e ricavare informazioni dal colloquio con le famiglie.

Per poter acquisire la scrittura, sono necessarie le abilità visuo-percettiva, linguistica, metalinguistica, fonologica, metafonologica, ritmica, motoria, grafo-motoria; l’allenamento delle quali inizia con l’educazione alla scrittura che può essere intrapresa alla scuola dell’infanzia, in modo che i bambini arrivino alla prima elementare con un bagaglio strutturato che gli permetterà di approcciarsi alla scrittura senza difficoltà né fatica, in quanto il terreno è già preparato.

L’obiettivo nell’insegnamento della scrittura è avere un prodotto grafico leggibile, rispettoso delle regole grafiche, regolare nella forma, nella dimensione, nel ritmo, nella fluidità, nella pressione (con i tratti ascendenti più alleggeriti rispetto a quelli discendenti) e nella velocità.

Una volta acquisita la scrittura il soggetto deve riuscire a gestire lo spazio e quindi a padroneggiare i margini, le distanze tra parole e tra righe, la regolarità della direzione del rigo di scrittura.

Non bisogna dimenticare però che la scrittura rispecchia la personalità del soggetto, pertanto il bambino intorno agli otto anni, dopo aver acquisito le regole di base, inizierà a modificare la propria grafia, allontanandosi dal modello calligrafico appreso, per dare spazio alla personalizzazione dei caratteri grafici che seguiranno il proprio temperamento; mantenendo però il piacere di poter scrivere anche in velocità e di comunicare in modo leggibile agli altri i propri pensieri.

Al contrario, il bambino che non ha interiorizzato le regole grafiche, per mancato o cattivo insegnamento della scrittura oppure a causa di un disturbo specifico, si troverà in difficoltà quando dovrà rileggere la propria grafia o eseguire un dettato/tema oppure velocizzare la grafia, ad esempio per prendere degli appunti. Questa difficoltà si trasformerà presto in disgrafia e mancanza di fiducia in se stesso, demoralizzando il ragazzo che presto rinuncerà alla propria scrittura, delegando questo compito ai mezzi elettronici.

Quindi è possibile avere la padronanza del mezzo grafico e personalizzare la scrittura a proprio piacimento, utilizzandola nella sua funzione principe di mezzo di comunicazione, solo se sono state assimilate le regole di base della grafia.

Ricordo che apprendere a scrivere è importante anche perché si attivano e si sviluppano parti del cervello che non vengono invece stimolate con la semplice digitazione dei tasti su dispositivi elettronici.

Nel percorso grafo-educativo è essenziale il coinvolgimento dei genitori al fine di incoraggiare, senza però forzare, i propri figli a guardare con occhi pieni di curiosità e amore quei gesti che ci appartengono fin dall’antichità.

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