Approvati in Senato gli emendamenti al ddl Spettacolo: è risultato storico

Arte, Cultura & Società

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Il settore dello spettacolo è uno dei maggiormente colpiti dalla crisi pandemica in Italia e nel mondo, essendo quello che ha chiuso per primo e che ha riaperto dopo tutti gli altri. La pandemia non ha fatto altro però che aggravare le pregresse condizioni di fragilità in cui già versava il sistema, privo di una riforma di legge per la degna tutela dei suoi lavoratori e senza sostegni economici adeguati. Sono state messe in ginocchio tanto le economie dello spettacolo, che hanno perso 8 miliardi di euro tra il 2019 e il 2020 (pari al -73%), quanto i lavoratori che, infatti, sono diminuiti del 21%, poiché – essendosi trovati per lunghi periodi totalmente fermi – hanno ritenuto la situazione insostenibile per la propria sopravvivenza finanziaria. La conseguenza è stata una dispersione professionale di tecnici e artisti senza precedenti.

Finalmente, però, il 4 maggio scorso si è raggiunto un risultato storico per il mondo dello spettacolo: sono stati approvati nelle Commissioni Cultura e Lavoro del Senato, una serie di emendamenti al ddl delega Spettacolo (“per il riordino delle disposizioni legislative sullo spettacolo e degli strumenti di sostegno in favore dei lavoratori di settore”), che ora passerà all’esame della Camera dei Deputati per ottenere anche il suo consenso e diventare – si spera – legge.

Innanzitutto i Live Club sono stati giuridicamente riconosciuti – a prima firma della senatrice del M5S e segretaria della VII Commissione permanente Istruzione pubblica-Beni Culturali, Michela Montevecchi – “quali soggetti che operano, in modo prevalente, per la promozione, la diffusione e il sostegno di produzioni musicali dal vivo”. Questo comporta che i locali italiani di musica dal vivo, e quindi l’intera filiera della musica live, potranno godere della tutela e dei sostegni essenziali per la loro sostenibilità e prosperità, così da rappresentare incubatori di creatività e luoghi di crescita artistico-culturale e di inclusione sociale.

È stato, inoltre, approvato l’emendamento che chiede di rispettare la parità di genere nell’erogazione dei contributi del Fondo Unico per lo spettacolo, introdotto per sostenere a livello finanziario enti, istituzioni, associazioni, organismi ed imprese musicali, di danza, teatrali, circensi e dello spettacolo viaggiante.

Indubbiamente però è l’approvazione della misura che istituisce l’indennità di discontinuità a segnare la vera vittoria per i relatori che l’hanno presentata, Roberto Rampi (PD) e Nunzia Catalfo (M5S,) e per Unita, La Musica Che Gira, Fondazione Centro Studi Doc e FAS (Forum Arte e Spettacolo), le realtà che già da inizi pandemia avevano elaborato la proposta. Riconoscere il carattere di discontinuità delle professioni creative vuol dire dare il giusto valore ai tempi di preparazione, formazione e studio, propedeutici per natura alla vera e propria performance sul palco e perciò indispensabili per i lavoratori delle arti performative. Il Governo, quindi, viene così delegato a riordinare e revisionare gli ammortizzatori sociali e a introdurre l’indennità di discontinuità, strutturale e permanente, entro nove mesi con decreto legislativo.

Questo provvedimento, fortemente voluto anche dalla SLC CGIL, cambierà la vita e le prospettive di migliaia di lavoratori (sia autonomi che dipendenti) di questo ambito, in quanto – attraverso tale l’indennità giornaliera – sarà garantita loro la contribuzione ai fini pensionistici. «Un risultato che abbiamo perseguito con costanza e determinazione a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del settore», ha affermato la segretaria nazionale della SLC CGIL, Sabina Di Marco, «e che avrà l’attenzione del sindacato anche nella fase attuativa. Così come ci siamo assunti anche un grande impegno per il rinnovo dei contratti, un ulteriore tassello necessario a trasformare il settore e cogliere le sfide per il suo sviluppo».

Solo con la prossima legge di bilancio, di cui l’indennità farà parte dal 2023 in poi, potremo conoscere lo stanziamento messo a disposizione di questo fondo; saranno poi i ministeri di Lavoro e Cultura a quantificare le risorse necessarie e servirà un decreto attuativo per identificare a quali tipologie di lavoratori verrà applicata la misura. A tal proposito si è espresso il senatore Francesco Verducci, vice Presidente Commissione Cultura, che ha dichiarato «Si è concretizzato un punto politico fondamentale, una norma che pone le basi di una riforma del sistema diffusamente e a gran voce invocata. Adesso il prossimo obiettivo è fare in modo che lo strumento così innovativo della ‘indennità di discontinuità’ sia adeguatamente finanziato. Servono molte più risorse di quelle attualmente stanziate e sin dalla prossima legge di bilancio sarà necessario un intervento importante che moltiplichi la copertura finanziaria».

Nel ddl Spettacolo è stata, inoltre, riconosciuta la professione di agente dello spettacolo dal vivo; sono stati previsti il rafforzamento e l’ampliamento delle funzioni dell’Osservatorio dello spettacolo e, in ultimo, è stato anche istituito il Tavolo permanente del settore spettacolo.

«Un importante passo avanti per il completamento del nuovo welfare dello spettacolo” – ha commentato il Ministro della Cultura, Dario FranceschiniRingrazio tutti i gruppi parlamentari per il contributo e il sostegno che stanno dando a norme fondamentali per assicurare adeguate tutele assistenziali e previdenziali ai lavoratori dello spettacolo e per correggere le numerose storture emerse negli ultimi anni attraverso nuove e ulteriori misure».

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