Avere o essere?

Politica

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Il dilemma, proposto da Erich Fromm negli anni settanta, è oggi un invito a riflettere sul nostro ruolo di cittadini che vogliono opporsi alle teorie dello scarto.

Lo stile non cambia. Il linguaggio del leghista Borghi è quello in voga nei peggiori bassifondi, dove il linguaggio normale è quello triviale. Linguaggio ancora più deprecabile perché utilizzato in una sede, la Camera dei Deputati, uno dei luoghi considerati sacri in un regime democratico. Dove il linguaggio usato dai rappresentanti del popolo non può oltrepassare la soglia della decenza, dove il lessico, se degradato dai protagonisti della politica, diventa, quello si, guano, concime che risiede piuttosto in menti disturbate. Ma non dobbiamo meravigliarci: un tale linguaggio, ormai, sta entrando di prepotenza nella dialettica politica, condizionata dall’assenza di progetti proiettati verso interessi generali. Tuttavia non c’è da meravigliarsi.

Ormai la nostra si è trasformata in una società consumistica che mette al centro dell’interesse dei nostri politicanti la produzione economica. L’Avere che annulla inesorabilmente l’Essere, come è dimostrato dal pensiero dominante della peggiore Destra che non risparmia di inondarci di proposte che esaltano il PIL e la teoria dello scarto, elaborata con maggiore determinazione ora che ci troviamo nella situazione pandemica, che giustificherebbe strane teorie quale quella secondo la quale si possono sacrificare impunemente i soggetti non più idonei alla produzione. Questo linguaggio e le strane teorie dello scarto non sono fini a se stessi, ma sono frutto di una certa mentalità che pone la ricchezza al sommo della gerarchia dei valori.

Donde la considerazione che gli anziani improduttivi sarebbero parassiti immeritevoli delle attenzioni e delle cure da riservare esclusivamente all’homo productivus. Tesi questa espressa, per quanto mi risulta, solo dai rappresentanti politici della destra: Toti, Borghi, un certo Fraschini, consigliere comunale leghista al Comune di Pavia, Angelo Ciocca, europarlamentare leghista, ed ora anche la sig.ra Moratti che conferisce un tratto di nobilitate alla teoria dello scarto, pretendendo un occhio particolare nella distribuzione dei vaccini per la Lombardia, la Regione che contribuisce, a suo dire, in modo significativo al PIL.

Ma, se riandiamo indietro nel tempo, a predicare teorie strane circa la superiorità dei nordisti rispetto ai cittadini del Sud, c’erano Umberto Bossi e  Gianfranco Miglio, la musa leghista che, si dice, scriveva discorsi di fuoco sui parassiti meridionali che poi il Senatur pronunciava a beneficio di coloro che aspiravano a uno Stato padano. Ma mi verrebbe di dire “a uno Stato pagano”, se penso al dio Po, le cui acque godevano del privilegio di bagnare la pelle e le ossa di persone che si proclamavano discendenti di divinità pagane.

In uno Stato democratico l’opposizione è necessaria perché normalmente è garanzia di libertà. Un partito di destra democratica aiuterebbe l’Italia nella crescita culturale e nello sviluppo dell’economia nazionale. Ma una destra che ritiene la produzione il fine ultimo della collettività aspira alla costruzione di una classe elitaria detentrice di poteri di controllo sulla vita dei cittadini da ridurre all’esclusivo servizio delle classi ritenute, bontà loro, superiori. Riflettiamo bene sul nostro ruolo di cittadini consapevoli che si oppongono ad ogni forma di schiavitù.

Raffaele Vairo 

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