Balzo dell’inflazione negli Usa: a maggio schizza all’8,6%, oltre le stime

Economia & Finanza

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Il dato è ai massimi da 40 anni. Su base mensile i prezzi al consumo salgono dell’1%, contro lo 0,7% previsto e lo 0,3% precedente. L’inflazione ‘core’ rallenta al 6,0% tendenziale contro il 5,9% stimato e il 6,2% di aprile. Su base congiunturale i prezzi al consumo, depurati da energia e alimentari, segnano +0,6% come nel mese precedente e contro un atteso +0,5%.

di Ilaria Conti

AGI – I prezzi al consumo negli Stati Uniti hanno subito una nuova accelerazione a maggio, dopo una breve pausa ad aprile, portandosi ai massimi dal dicembre 1981. A maggio su base annuale l’inflazione avanza all’8,6%, oltre le stime che scommettevano su un +8,3%, come in aprile. Su base mensile i prezzi al consumo salgono dell’1%, contro lo 0,7% previsto e lo 0,3% precedente.

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L’inflazione ‘core’ rallenta al 6,0% tendenziale contro il 5,9% stimato e il 6,2% di aprile. Su base congiunturale i prezzi al consumo, depurati da energia e alimentari, segnano +0,6% come nel mese precedente e contro un atteso +0,5%.

I prezzi energetici sono cresciuti del 3,9% e quelli alimentari sono saliti dell’1,2%. Il Dipartimento del Lavoro ha dichiarato che l’aumento dei prezzi ha interessato tutti i settori, con “gli indici delle abitazioni, della benzina e dei prodotti alimentari che hanno contribuito maggiormente”. In particolare i prezzi dell’energia sono aumentati del 34,6% rispetto all’anno precedente, registrando il maggiore incremento dal settembre 2005. I prezzi dei generi alimentari hanno registrato il maggior incremento dal marzo 1981, pari al 10,1% su base annua.

Wall Street apre in deciso calo con il Dow Jones che perde l’1,52% e il Nasdaq l’1,64%. Le Borse europee estendono le perdite dopo il dato Usa scendendo di oltre il 2%. In particolare Piazza Affari crolla di oltre il 4% trascinata dai bancari. L’euro arretra ancora a 1,055 dollari.

Questi dati dovrebbero contribuire a convincere la Fed a inasprire ulteriormente i tassi di interesse la prossima settimana, in occasione della riunione del Fomc. La leva principale della banca centrale è quella di frenare la domanda dei consumatori e delle imprese, attraverso l’aumento dei tassi di interesse.

Li ha già aumentati due volte, di un quarto di punto e poi di mezzo punto, portandoli a un intervallo compreso tra lo 0,75 e l’1,00%.

Ieri il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen davanti alla Camera dei Rappresentanti ha sottolineato che l’attuale inflazione all’8% “è inaccettabile” per gli Stati Uniti e un obiettivo del 2% per la Fed è un “obiettivo appropriato”.

Yellen ha ammesso di aver sottovalutato l’inflazione, lo scorso anno. “Mi sono sbagliata”, ha detto in diverse occasioni, “ci sono stati ampi e inaspettati shock per l’economia che hanno spinto in rialzo i prezzi dell’energia e dei generi alimentari, e colli di bottiglia che hanno duramente colpito la nostra economia che all’epoca non avevo pienamente capito”.

Il segretario al Tesoro ha aggiunto che è importante continuare a ridurre il deficit nell’attuale contesto inflazionistico e che una recessione negli Stati Uniti è improbabile ma il rischio c’è.

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