Bari: Arriva Vivarini

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La notte di Francavilla ha portato consiglio. Arriva, oggi, Vincenzo Vivarini, abruzzese di Ari, con un curriculum discreto, un allenatore che in serie C ha sempre fatto bene soprattutto col Teramo che ha portato in serie B prima che alla stesa squadra abruzzese venisse revocata la promozione per il calcioscommesse. Ha valorizzato Donnarumma e Lapadula, ha salvato l’Ascoli da retrocessione sicura, ha proiettato l’Empoli nei quartieri alti prime di essere inspiegabilmente esonerato per far posto ad Andreazzoli. Intanto la piazza, come sempre accade in questi casi, si mostra diffidente. A Bari funziona così. Se un nome non convince rispetto ad altri, si critica duramente la scelta. Così fu per Bolchi, per Conte, per Salvemini, per Fascetti, per Nicola e per tanti altri. Di certo sta che quando viene esonerato un allenatore è una sconfitta per tutto l’ambiente, una sconfitta che si prende sul groppone Cornacchini dopo appena cinque giornate, le “cinque giornate di Bari”, volendo parafrasare la storia delle più celebri giornate storiche di Milano. Difficile interpretare la scelta di De Laurentiis ovvero se ha esonerato l’allenatore perché non si è dimostrato all’altezza di una piazza come quella di Bari, o per altri motivi, non c’è certezza in tal senso, quel che è certo è che cinque giornate non convincenti, insieme a quelle di Coppa Italia, non sono mai un periodo temporale per giudicare un allenatore. A ciò vada ad aggiungersi che l’allenatore di Fano ha dovuto fare i conti con  na rosa rinnovata per i suoi quasi venti/venticinquesimi, dunque se l’allenatore è considerato non all’altezza la domanda viene spontanea: perché, allora, è stato riconfermato? Per questo riteniamo che il solo colpevole non può essere solo lui. Insieme all’allenatore, evidentemente, ha sbagliato anche la società e soprattutto i calciatori che, verosimilmente, non si sono calati nell’ambiente della C, sono scesi in campo con giacca e cravatta e non con la tuta da operaio, fermo il principio che parlare di fallimento dopo un solo mese è inopportuno. Adesso non ci sono più scusanti però. Adesso si vedrà se la rosa è di qualità o meno e soprattutto si vedrà se la società ha fatto la scelta giusta. Vivarini giunge a Bari con un obiettivo ben preciso: vincere e soddisfare tifosi e Presidente, non ci sono alternative in tal senso. Toccherà a lui giustificare e santificare i circa dieci milioni che sono stati spesi per allestirla. Serve praticità, umiltà, coraggio e soprattutto ambizione. Bari, si sa, è una pizza esigente, lavorare è difficile rispetto a Teramo, ad Ascoli, ad Empoli o ad altre piazze dal bacino d’utenza inferiore di Bari. Qui si amplifica tutto anche per colpa dei social, qui vogliono tutto e subito e, se vogliamo, dopo le tristi vicende che hanno colpito il Bari negli ultimi otto anni, c’è pure da capirli. A Bari, si sa, sono tutti allenatori e occorre accontentarli. Oggi, l’allenatore dovrebbe arrivare a Bari dopo aver risolto il legame con l’Ascoli, e sin da oggi pomeriggio potrebbe dirigere il primo allenamento così da poter sedere in panchina domani sera contro il Monopoli in una sfida che si prevede ad alto livello sotto tutti i punti di vista.

 

Massimo Longo

 

 

 

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