Bari – Lo sbarco a Marsala produce solo un pareggio

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Marsala. Il panorama spettacolare offerto dalla Salina di Marsala, luogo incantevole, lasciava intendere che qualcuno avrebbe lottato contro i tanti mulini a vento presenti nella suddetta salina, una lotta come quella perpetuata da Don Chisciotte per combattere contro l’ingiustizia, nella fattispecie, contro l’avversario, sia esso il Bari, sia il Marsala, e alla fine, entrambe le squadre si son mostrate, appunto, i cavalieri della Mancha.

Che non sarebbe stato facile prendere punti da queste latitudini lo aveva sentenziato la Turris domenica scorsa bloccando il Bari sullo 0-0, e, puntale, è arrivato il secondo pareggio di fila. Ma tutto sommato la squadra ha dimostrato di essere viva anche se per la prima volta ha sofferto, ma ha anche mostrato grande capacità di saper soffrire con ordine e mai andando in tilt, nemmeno quando ha subito il gol.

La prima cosa che viene in mente quando si arriva da queste parti (la trasferta più lontana per antonomasia per il Bari) dove si respira aria fenicia, è il famoso vino liquoroso famoso in tutto il mondo. Lo stesso vino che, verosimilmente, considerata la tipologia anomala della gara, avran bevuto (metaforicamente, si intende) i giocatori del Bari prima di scendere in campo al vecchio “Municipale”, ora denominato “Arlotta Lombardo”, teatro di tante battaglie calcistiche di provincia dove, addirittura, il Bari ha pure giocato negli anni 50 ed anche negli anni 70 quando giocò tre gare l’ultima delle quali che finì per uno ad uno con gol di Nico Penzo.

I lilibetani, dopo i corallini di Torre del Greco, gli avversari da battere, oggi, avversari davver ostici come i loro antichi soldati di millenaria memoria che vide sorgere il loro primo nucleo abitativo nella penisoletta di Lilbeo da dove, poi, sarebbe sorta Marsala.

Sbarcati come garibaldini sulla costa di Marsala, sia cento indomiti tifosi arrivati dall’altra arte del mondo calcistico, sia la squadra, là dove Tirreno e Mediterraneo si uniscono in un abbraccio talassotratico, i baresi non avevano velleità di unificare la Nazione, ma solo quella di espugnare questo lembo di terra siciliana dove contaminazioni punico-arabo-fenicie la rendono straordinaria,e gli stessi lilibetani avevano pronta la pelle da vendersi cara, ma l’impresa non le è risucita per bravura anche, e forse soprattutto, dei ragazzi marsalesi.

Sicché “Giuseppe Garibaldi” Cornacchini ha mandato in campo Marfella in porta, D’Ignazio e Aloisi terzini, Cacioli Di Cesare al centro della difesa, poi a centrocampo da destra a sinistra Hamlili, Feola e Piovanello, in attacco il tridente Floriano, Simeri e Neglia. Forse il miglior Bari possibile al momento.

4-3-3 collaudato per l’allenatore lilibetano Chianetta con Giappone tra i pali, Benivegna e Galfano terzini destro e sinistro, Maraucci e Giardina difensori centrali destro e sinistro, Corsino mezzala destra, Prezzabile mezzala sinistra, Sekkoum centrocampista regista centrale, Tripoli ala destra, Candiano ala sinistra e Balistreri punta centrale.

E alle 14,30, orario anticipato rispetto alle ore 15 richiesto dal Bari per poter riuscire a prendere l’aereo delle 19 che partiva da Palermo, la gara ha avuto inizio con le due squadre che si son studiate anche se dopo una ventina di minuti è stato il Bari a prendere le redini della gara con azioni corali partite dalla difesa, passate per il centrocampo, e terminate sulle punte baresi che solo con Florano si son resi pericolosi al 6′ con un gran tiro da fuori area terminato di poco al lato, e poi ancora con Floriano che da fuori area non ci ha pensato due volte a battere a rete con un gran tiro terminato di poco altro sula trasversa.

Il gioco del Bari si è fatto sempre più intenso come il profumo del mare lilibetano, e al 22′ un colpo di testa di Cacioli è terminato poco alto sulla traversa su un calcio di punizione battuto da Piovanello all’altezza del corner.

Al 33′ corsa di Nannini palla al piede da centrocampo che ha crossato al centro ma non c’era nessuno per deviare in rete, un cross che ha trovato un difensore pronto a gettarla in angolo.

Solo al 39′ ci ha provato Tripoli per i lilibetani, servito da un compagno che ha tagliato tutto il centrocampo, ma il suo tiro dalla destra è risultato troppo centrale e Marfella ha parato con difficoltà respingendo il pallone coi pugni. E’ stata la prima vera occasione per il Marsala.

Il gol era nell’aria perché la pressione del Bari si è fatta sempre più evidente, ed infatti, al 43′ su corner di Hamlili, Benivegna nel rinviare il pallone ha buttato lo stesso nella propria rete provocando un autogol, Bari che termina il primo tempo, dunque, in vantaggio.

Nel secondo tempo è uscito il Marsala con grinta provandoci prima con Candiano dando l’impressione di aver preso le misure di questo Bari, fino a quel momento, decisamente un po’ confuso ed opaco, tanto che al 25′ il Marsala ha pareggiato con Prezzabile con un gran colpo di testa su calco d’angolo. Premiata la caparbietà lilibetana.

Una protesta ha rivendicato il Bari per un calcio di rigore non concesso su un evidente atterramento di Simeri, ma il calcio è anche questo.

Cornacchini allora ha provato a dare più freschezza mandando in campo prima Bolzoni e poi Pozzebon per cercare di alzare il ritmo la squadra ma il risultato non è arrivato tanto che il Marsala ci ha creduto rendendosi molto pericoloso al 23′ quando Marfella ha parato sulla linea un corner arcuato molto pericoloso, e al 24′ ancora un pericolosissimo gran tiro di Candiano terminato di poco al lato.

Ci ha provato anche Ciccio Brienza, il risultato non è cambiato.

Un risultato, comunque, positivo per il Bari che vede allungare ancora la classifica che lo vede, adesso, ad una sola lunghezza dal Locri che domenica verrà a Bari per il primo “big match” del girone, e che fa comunque riflettere sulle difficoltà che la squadra incontrerà lungo questo tortuoso cammino della serie D.

Massimo Longo

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