Basta con i partiti

Attualità & Cronaca

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Dal risultato del voto, si sono determinate novità per varato il nuovo Esecutivo della Repubblica. Quello che, in teoria, dovrebbe iniziare le “manovre” per il riscatto socio/politico del Paese e qualificare la nuova Legislatura. Anche se questa è una prefazione che esprime poco, evidenzia l’assurdo o meccanismo della legge elettorale e le correlate conseguenze politiche.

E’, questa, una premessa che non potevamo evitare nelle valutazioni di quelli che saranno gli sviluppi di questa Legislatura. Quali saranno le strategie operative del prossimo Esecutivo? C’è ancora troppo disordine per dare credito a ipotetici accordi. Anche tenuto conto di ciò che è capitato in quest’ultimo quinquennio. Come già avevamo scritto, più che di sigle, avremmo bisogno d’uomini politici differenti. Quindi, uomini “nuovi” che, purtroppo, non siamo riusciti a identificare nella confusione dei partiti nazionali.

Insomma, pur con la cautela di chi politica ne ha vagliata molta, non è agevole trovare quell’obiettività indispensabile per non reiterare gli errori del passato. Il 2018, di conseguenza, potrebbe non essere l’anno “zero” di una politica rinnovata. Anche perché lo scompiglio delle ideologie non potrà mutare in poche settimane.

 Sono gli accordi dell’ultima ora che ci preoccupano. Perché, per cambiare, veramente, non basta proporre le ideologie di più partiti. Bisognerebbe cambiare i politici. Di “nuovi” non ne vediamo e l’orizzonte elettorale è sempre più circoscritto. Prevediamo, tanto per non cambiare un “compromesso”. La Democrazia, quella nella quale abbiamo fiducia, non ha bisogno di rifondazioni. Mancano i presupposti per cambiare.  L’hanno compreso tutti; ma nessuno è nelle condizioni per proporre iniziative meno scontate. La concreta possibilità sarebbe modificare i parametri della nostra Democrazia. Per poterlo fare, però, bisognerebbe avere una diversa legge elettorale. Quella che i partiti hanno, invece, preferito complicare per aumentare il fardello politico dell’attuale Esecutivo.

Giorgio Brignola

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