Una dichiarazione comune dopo l’attentato terroristico di giovedì scorso a Nizza vede cristiani e musulmani del Belgio, uniti nel rilanciare la solidarietà e il loro desiderio di incontrarsi, per imparare a conoscersi meglio, parlarsi, ascoltarsi
Tiziana Campisi – CIttà del Vaticano
“Non si può uccidere qualcuno in nome di Dio!”.Lo hanno affermato oggi a Bruxelles, in Belgio, monsignor Jean Kockerols, vescovo ausiliare della diocesi, e Mohamed Belabed, consigliere della Federazione delle moschee di Bruxelles, che si sono incontrati nella cattedrale di Saints-Michel-et -Gudule per diffondere una dichiarazione comune in seguito all’attentato terroristico di giovedì scorso nella cattedrale di Notre Dame a Nizza in cui sono rimaste uccise tre persone.
Nei giorni scorsi la comunità musulmana belga ha voluto esprimere la propria solidarietà a cattolici e cristiani. Monsignor Kockerols e Mohamed Belabed, riferisce il portale della Chiesa belga, hanno ricordato l’importanza del rispetto reciproco, qualunque sia il credo di ciascuno, quindi hanno ribadito: “Crediamo in un Dio della vita, un Dio del quale persona umana è la più bella delle sue creature”. Nella dichiarazione comune cristiani e musulmani esortano i leader religiosi a reagire e rinnovano il desiderio di incontrarsi, per imparare a conoscersi meglio, parlarsi, ascoltarsi.
Lavorare insieme per la felicità di tutti
“Cristiani e musulmani vogliono riaffermare insieme il loro desiderio di essere responsabili nelle città e nel mondo (…), di essere cittadini che lavorano per la felicità di tutti, in pace e per la pace” si legge nella dichiarazione. Infine cristiani e musulmani dichiarano di voler “adottare la cultura del dialogo come cammino, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo”.