Brasile,il caso Sputnik arriva in tribunale

Ambiente, Natura & Salute

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L’Anvisa, l’agenzia brasiliana preposta all’autorizzazione dei medicinali (il corrispettivo dell’Aifa italiana), è disposta a riconsiderare il no all’utilizzo del vaccino russo Sputnik V nel paese amazzonico. Lo ha annunciato il capo dell’agenzia, Antonio Barra Torres spiegando che lo stop degli scorsi giorni è stato preso “sulla base dei dati ricevuti”. Ma “i dati forniti possono essere rivisti, corretti e inviati di nuovo. La decisione del regolatore riflette lo stato al momento dell’esame.

Lunedì non abbiamo potuto approvare l’importazione del vaccino con nostro grande disappunto”, ha detto il funzionario in un messaggio alla nazione, alla comunità scientifica e alle autorità di regolamentazione straniere. “Si tratta però di una sospensione temporanea, che può cambiare. Non stiamo chiudendo le porte”, ha aggiunto, esortando la comunità scientifica internazionale a unirsi e lavorare insieme per sconfiggere il “comune nemico invisibile”.

SCIENZIATI RUSSI DIFFAMATI? Nel frattempo, però, gli sviluppatori del vaccino russo Sputnik V hanno annunciato la decisione di citare in giudizio proprio l’Anvisa, con l’accusa di “aver diffuso consapevolmente informazioni imprecise”, come hanno spiegato gli esperti dell’Istituto Gamaleya sull’account Twitter ufficiale dello Sputnik V.

“A seguito dell’ammissione del regolatore brasiliano Anvisa di non aver testato il vaccino Sputnik V, Sputnik V sta intraprendendo un procedimento legale per diffamazione in Brasile contro Anvisa per aver diffuso consapevolmente informazioni false e inesatte”, si legge nel messaggio. Come si ricorderà, ha avuto ampia eco anche in Italia la “rivelazione” secondo la quale alla base del rifiuto brasiliano all’utilizzo del siero russo vi sarebbe stata la scoperta che il vettore virale di questo sarebbe stato in grado di replicarsi potendo così indurre dei rari effetti secondari indesiderati, anche se nella stragrande maggioranza dei casi di lieve entità.

A supporto della tesi della diffamazione, Sputnik V ha riportato le parole di Gustavo Mendes, un alto funzionario dell’Anvisa che avrebbe affermato che l’agenzia brasiliana “non ha ricevuto campioni del vaccino da testare” e non “non ha eseguito un test per un adenovirus replicato”. © 9Colonne 

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