Brunetta e la riforma che piace tanto ai produttori di vino

Economia & Finanza

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Il ministro: “Abbiamo bisogno di un sistema semplificato. Ben vengano i controlli, ma non come sistema vessatorio. Per questo è importante poterli programmare, in modo che non creino problemi durante le fasi di lavoro”.

di Alberto Ferrigolo

© GLORIA IMBROGNO / NURPHOTO / NURPHOTO VIA AFP – Renato Brunetta

AGI – “Abbiamo bisogno di un sistema semplificato”, ha sottolineato il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta nel ricordare che oltre ad essere ministro, da dieci anni è egli stesso un produttore di vino. Per poi sottolineare una richiesta che, in particolare, sta molto a cuore al settore: “Cercherò di portare a casa questa riforma entro l’autunno, perché non è accettabile dover compilare due volte i moduli con le stesse dichiarazioni di vendemmia”. Il contesto in cui il ministro della Pa ha fatto questa promessa e assunto questo impegno con il settore vitivinicolo è quello dell’Assemblea generale di Federvini, che si è svolta a Roma lo scorso 8 giugno.
Ma Brunetta non s’è fermato qui: ha parlato anche di controlli in cantina, per dire che la proposta è quella che si basa su di un modello comportamentale cooperativo: “Ben vengano i controlli, ma non come sistema vessatorio. Per questo è importante poterli programmare, in modo che non creino problemi durante le fasi di lavoro”, ha specificato Brunetta, che s’è poi concentrato sull’abolizione del contrassegno sui prodotti destinati al mercato nazionale, ciò che chiama in causa anche l’Agenzia delle entrate. Una volta verificata la fattibilità, si dovrebbe prevedere la possibilità di digitalizzare completamente anche i dati delle aziende.

Le affermazioni del ministro sono di fatto in linea con le richieste avanzate da Federvini, che da tempo sollecita lo snellimento degli oneri burocratici e gli incentivi di natura fiscale, con l’obiettivo di migliorare la competitività delle aziende italiane, in particolare sul mercato estero, specie ora che è in corso il conflitto russo-ucraino con le sue ricadute sui prezzi e sui rincari che fanno del presente un momento di grande incertezza.

Infatti, proprio in forza dei diversi sistemi fiscali, al momento per una cantina diventa complicato poter spedire il vino direttamente al consumatore finale al di fuori dall’Italia, salvo avere un rappresentante fiscale all’interno di ogni mercato di destinazione. Per questo le semplificazioni diventano indispensabili. A partire dal completamento, in Europa dell’armonizzazione del mercato interno sulle vendite a distanza, oggi rese difficoltose dagli adempimenti burocratici in essere che rendono davvero complicato il commercio elettronico dei nostri prodotti. “Oggi non è più possibile precludersi un canale nuovo sempre più forte, per motivi legati alla burocrazia”, è stato più volte sottolineato nel corso degli interventi alle assise Federvini.

Una particolare attenzione è stata dedicata ai meccanismi inflattivi che, secondo una ricerca ad hoc condotta dall’Osservatorio Federvini, in collaborazione con Nomisma e Tradelab, “fa scendere i consumi interni”. Nel tracciare lo scenario dei consumi domestici, la ricerca sottolinea come i mesi che verranno non saranno affatto facili, proprio per il conflitto russo-ucraino che ha dato la spinta ad un fenomeno inflazionistico già in corso, con rincari che riguardano un po’ tutti i segmenti: petrolio, energia elettrica, fertilizzanti e materie secche.

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