Censis. Boom di richieste aiuto donne. Durante la pandemia in 421.000 hanno perso o non hanno trovato lavoro

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“Nell’anno del Covid-19 le donne chiuse in casa hanno avuto più paura, tanto che sono cresciute in maniera esponenziale le richieste di aiuto: nel 2020 si sono registrate 31.688 chiamate al numero verde 1522 (+48,8% rispetto al 2019). Di queste, 11.653 erano vittime di violenza e 1.342 di stalking. Il trend non sembra diminuire nel 2021: nei primi tre mesi dell’anno le chiamate sono state 7.974 (+38,8% rispetto al primo trimestre 2020)”.

E’ quanto emerge dal 55esimo Rapporto del Censis.  “Le donne raccontano di non sentirsi sicure anche fuori casa: il 75,8% ha paura di camminare per strada e prendere i mezzi pubblici la sera (per gli uomini la percentuale si riduce al 41,6%) e l’83,8% teme i luoghi affollati (la percentuale si ferma al 66,4% tra gli uomini)”, evidenzia il Censis.- –

A giugno 2021, nonostante il rimbalzo dell’economia del primo semestre, le donne occupate hanno continuato a diminuire: sono 9.448.000, alla fine del 2020 erano 9.516.000, nel 2019 erano 9.869.000. Durante la pandemia 421.000 donne hanno perso o non hanno trovato lavoro.

Il tasso di attività femminile (la percentuale di donne in età lavorativa disponibili a lavorare) a metà anno è al 54,6%, si è ridotto di circa 2 punti percentuali durante la pandemia e rimane lontanissimo da quello degli uomini, pari al 72,9%.

Da questo punto di vista, l’Italia si colloca all’ultimo posto tra i Paesi europei, guidati dalla Svezia, dove il tasso di attività femminile è pari all’80,3%, e siamo distanti anche da Grecia e Romania, che con il 59,3% ci precedono immediatamente nella graduatoria. La pandemia ha comportato un surplus inedito di difficoltà rispetto a quelle abituali per le donne che si sono trovate a dover gestire in casa il doppio carico figli-lavoro. Il 52,9% delle donne occupate dichiara che durante l’emergenza sanitaria si è dovuto sobbarcare un carico aggiuntivo di stress, fatica e impegno nel lavoro e nella vita familiare, per il 39,1% la situazione è rimasta la stessa del periodo pre-Covid e solo per l’8,1% è migliorata. Tra gli occupati uomini, invece, nel 39,3% dei casi stress e fatica sono peggiorati, nel 44,9% sono rimasti gli stessi e nel 15,9% sono migliorati.

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