Che cosa si aspettano le imprese e la pubblica amministrazione dal Pnrr. Uno studio

Economia & Finanza

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Le percezioni di dirigenti e manager di enti pubblici e imprese appaiono molto distanti tra loro.

© Agf – Manager

 

AGI – Il PNRR sta entrando passo dopo passo nella sua fase attuativa, ma le percezioni di dirigenti e manager di enti pubblici e imprese appaiono molto distanti tra loro. Le amministrazioni evidenziano infatti un soddisfacente livello di informazione circa i progetti e la modalità di gestione del Piano, con un elevato grado di coinvolgimento in tutte le attività, e guardano al PNRR come l’opportunità di portare a termine l’urgente semplificazione amministrativa.

Dall’altro lato, le imprese richiedono a gran voce maggiori informazioni circa i canali di accesso ai fondi e la loro gestione, soprattutto considerando che due aziende su tre sono intenzionate ad accedervi. Tra le riforme più attese dai soggetti privati, continuano poi a prevalere quelle legate alla semplificazione legislativa, alla riforma della PA e alla riforma fiscale.

È quanto emerge dall’indagine realizzata da EY, in collaborazione con SWG, per indagare la percezione delle imprese e degli enti pubblici nei confronti del PNRR, lo strumento intorno al quale gravita l’opportunità di ripresa e trasformazione economica del nostro Paese.

“Pur in un momento di crescente incertezza istituzionale, le attese nei confronti del PNRR sono elevate sia nel pubblico che nel privato: il 57% degli intervistati ritiene che contribuirà positivamente alla ripresa dell’economia nazionale. Tuttavia, solo il 42% del campione ritiene che l’Italia riuscirà ad attuare gran parte delle riforme e delle iniziative previste dal Piano. Ma la messa a terra del PNRR dipende in larga misura dalle riforme strutturali, le vere abilitatrici di un Paese più attrattivo e competitivo a livello internazionale ed è quindi fondamentale intervenire subito affinché i cambiamenti strutturali promessi dal PNRR possano diventare realtà” – commenta Stefania Radoccia, Tax & Law Managing Partner, EY Italia.

Che cosa serve per non sprecare l’opportunità

“Nel settore pubblico è fortemente percepita l’esigenza di nuovo personale e più formato, mentre il 50% del settore privato chiede procedure più semplici. Sulle modalità per migliorare l’attuazione degli interventi, dal 70% dei soggetti del settore pubblico emerge la necessità di semplificare e razionalizzare le procedure amministrative. È quindi fondamentale assicurare che gli enti locali dispongano di un livello adeguato di strutture amministrative e tecniche per far fronte alle sfide poste dal PNRR e accelerare la progettazione e la collaborazione pubblico-privato. È fondamentale attivare un percorso di co-programmazione degli interventi e delle politiche di sviluppo, in una prospettiva di innovazione aperta che coinvolga gli attori economici e sociali del territorio, le imprese, i centri di ricerca e le autorità pubbliche, in modo da intercettare i reali fabbisogni di crescita” – commenta Dario Bergamo, Responsabile Mercati Regolati, EY Italia.

Gli enti pubblici più informati rispetto alle imprese

In merito al livello di conoscenza del PNRR e alla capacità di reperire informazioni a riguardo si notano sostanziali differenze tra il mondo pubblico e quello privato, con le amministrazioni che valutano in modo almeno sufficiente l’accesso alle notizie circa il PNRR, mentre i soggetti privati si pongono con maggiore criticità evidenziandone valori insufficienti, specie sullo stato di avanzamento dei progetti, sulle modalità e le procedure di gestione e attuazione dei progetti e sulle modalità di governance dei finanziamenti.

Medesima sorte per i canali informativi utilizzati, con le imprese che prediligono le società di consulenza (39%) e le associazioni di categoria (38%), mentre gli enti pubblici si affidano al governo italiano (59%) e alle Amministrazioni centrali dello Stato (55%).

I driver per rendere efficaci gli obiettivi del PNRR

Allo stesso modo, se guardiamo ai principali fabbisogni utili per portare a termine gli obiettivi del PNRR, si denota nuovamente una forte differenza tra soggetti pubblici e privati, con i primi che chiedono a gran voce una semplificazione delle procedure amministrative (68%), oltre alla richiesta di incremento delle figure professionali per consentire una governance efficace (50%), mentre le imprese guardano ad una maggiore informazione per l’accesso ai fondi (26%), sia in termini quantitativi che qualitativi, come driver necessario per aumentare la portata di questo strumento e la concreta possibilità di giocare un ruolo.

Alle imprese manca l’esperienza

Le organizzazioni pubbliche sono state coinvolte ad ampio raggio circa le attività relative al PNRR, con il 72% di intervistati che dichiara di avere una posizione di responsabilità nella loro gestione, accompagnata da una forte esperienza pregressa.

Dall’altra parte, nonostante due imprese su tre prevedano di accedere ai progetti del Piano (con il 67% delle aziende intenzionate ad appoggiarsi a servizi consulenziali), solo 4 su 10 dichiarano di avere esperienze pregresse nella gestione di fondi europei.

Nonostante ciò, quasi il 60% pensa che sarà coinvolta nella realizzazione di progetti con tali fondi, con particolare interesse per ambiti come l’innovazione (52%), la transizione ecologica (35%) e la digitalizzazione (33%).

Lo scetticismo della Pubblica Amministrazione e delle aziende

Se è indubbio per gli intervistati che il PNRR saprà fornire un contributo a sostegno dell’economia nazionale, allo stesso modo emerge qualche criticità circa l’adeguatezza delle riforme previste dal Piano (per il 62% del campione), con solo il 42% dei soggetti che ritiene l’Italia in grado di portarle a termine, con alcuni dubbi sulla capacità di declinare il Piano in modo adeguato rispetto alle principali sfide dell’economia italiana (39%) e una scarsa equità nella distribuzione delle risorse (37%).

Guardando poi ai desiderata che enti pubblici e imprese si aspettano dal Piano, si evidenziano temi di dominio pubblico, che sembrano nuovamente confermare la propria urgenza: semplificazione amministrativa (51%) e centralizzazione della pianificazione strategica (33%) per le Pubbliche Amministrazioni, semplificazione legislativa (42%), riforma delle PA (30%) e riforma fiscale (25%) per i soggetti privati.

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