Che fine fanno da oggi le monetine della Fontana di Trevi

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Lo scorso anno i turisti hanno lanciato nella fontana circa 1 milione e mezzo di euro. Parliamo di circa il 15% del bilancio che la Caritas romana impiega soprattutto per fornire un riparo ai senzatetto

Afp
Fontana di Trevi

Articolo rettificato e corretto alle ore 16.00 del primo aprile 2019*.

Da oggi le monetine di Fontana di Trevi saranno destinate a progetti sociali. Ma al contrario di quello che si era prefigurato nei mesi scorsi, la Caritas diocesana non ha nulla da temere: come assicurato dalla sindaca Virginia Raggi, la Caritas continuerà a ricevere il ‘raccolto’ della fontana celebre in tutto il mondo, come accade da 18 anni. Si parla di 1 milione e mezzo di euro, circa il 15% del bilancio che la Caritas romana impiega soprattutto per fornire un riparo ai senzatetto, una mensa e un sostegno agli indigenti e negli empori della solidarietà, simili a supermercati gratuiti per i più poveri. Ma perché nei mesi scorsi si era temuta una sospensione?

Secondo una Determinazione dirigenziale datata 31 dicembre 2018, si legge su Avvenire, una parte “prevalente” del ricavato sarà assegnata con bandi per non ben definiti “progetti sociali”, un’altra sarà dirottata per la manutenzione ordinaria del patrimonio culturale e un’altra ancora per pagare l’Acea cui sarà dato l’incarico di contare i soldi, svolto finora dai volontari Caritas. La decisione è arrivata dopo che la sindaca Virginia Raggi aveva affidato il 30 ottobre 2017 ai Dipartimenti delle politica sociali e delle Attività culturali la costituzione di un gruppo di studio per individuare una nuova destinazione al bottino di Fontana di Trevi.

“Niente verrà tolto alla Caritas”

“Il denaro raccolto nella Fontana di Trevi a Roma resterà alla Caritas diocesana”, ha assicurato a gennaio a L’Osservatore Romano la sindaca di Roma Virginia Raggi. “Anzi – ha aggiunto – anche le monete raccolte nelle altre fontane della Capitale saranno destinate all’organismo caritativo diocesano, per un totale approssimativo di 200.000 euro aggiuntivi”.

“La Caritas e tutte le migliaia di persone assistite dai suoi operatori — spiega la Raggi — possono stare tranquille. Garantisco io, in prima persona, che non verrà mai meno il contributo di questa amministrazione. Per quanto riguarda le monetine, confermo che resteranno a disposizione delle attività caritatevoli dell’ente diocesano. Nessuno ha mai pensato di privare la Caritas di questi fondi. L’ente diocesano svolge un compito importante per tanti bisognosi e per la città di Roma che vuole continuare a essere la capitale dell’accoglienza dei più deboli”.

Cosa succederà

Tecnicamente, spiega l’Osservatore Romano, la destinazione delle monetine raccolte a Fontana di Trevi sarà risolta in questo modo: spetterà all’Acea il compito della raccolta e della quantificazione delle monete. Sottratto il compenso per questa attività — si calcola circa duemila euro — in virtù di un apposito protocollo i fondi saranno trasmessi alla Caritas diocesana. Si supererà così l’obbligo imposto dalla Ragioneria generale di far transitare l’importo delle monete nel bilancio comunale, che aveva condotto, secondo quanto spiegano dal Campidoglio, alla sospensione della convenzione con la Caritas. Secondo il quotidiano cattolico dovrebbe dunque chiudersi così una “vicenda la cui gestione non è stata certo felice”. Per l’Osservatore Romano “sarebbe sicuramente bastata una comunicazione più chiara con la stessa Caritas per fermare sul nascere qualsiasi malinteso”.

Una fake news?

Nel suo colloquio con il giornale la Raggi spiega: “Lo scorso dicembre abbiamo approvato una memoria di Giunta che è stata mal interpretata. Si tratta di un atto amministrativo dovuto alla necessità di raccogliere e quantificare le monetine che i turisti lanciano, non solo nella fontana di Trevi ma anche in altre fontane monumentali di Roma. Un atto amministrativo che ha il fine di portare ordine e trasparenza. Ora, invece, i turisti e cittadini finalmente sapranno quanto viene raccolto e a chi viene destinato. E lo saprà anche la Caritas che potrà programmare più facilmente le proprie attività di beneficenza. Addirittura avrà più fondi”.

Un accordo durato 18 anni

Il primo a decidere di destinare a iniziative di solidarietà le monetine lanciate dai turisti nella Fontana di Trevi era stato, nel lontano 2001, il sindaco Walter Veltroni. Una decisione – spiega ancora Avvenire – conservata da tutte le giunte successive, di qualsiasi colore politico, compresa quella guidata da Gianni Alemanno. Fino ad oggi, l’Acea periodicamente svuotava le vasche, insacchettava tutte le monete recuperate consegnandole a incaricati della Caritas romana alla presenza della Polizia di Roma Capitale che verbalizza la procedura. Il contenuto dei sacchetti poi dai volontari Caritas veniva asciugato, pulito, separato per valuta, contato e infine versato in banca. La Caritas trimestralmente forniva al Comune un resoconto su come venivano impiegate le somme che da diversi anni superano il milione l’anno.

Perché si lanciano le monete nella Fontana di Trevi

La leggenda – spiega il Messaggero – vuole che se dando le spalle alla vasca vi si getta una moneta e poi girandosi la si vede prima di scomparire nell’acqua, il ritorno a Roma è assicurato. Secondo alcune fonti, il lancio della moneta fu inventato dal grande archeologo del 1800, Wolfgang Helbig che nel lasciare Roma dopo un lungo soggiorno era sofferente. Decise così di lanciare una vecchia monetina nella vasca della Fontana di Trevi come buon auspicio per tornare presto nella città eterna.

* La prima versione dell’articolo uscito oggi non teneva conto delle ultime decisioni del Campidoglio. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.

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