Che significato ha il neologismo “Catholically Correct”?

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Ho cercato su Wikipedia il neologismo “Catholically Correct”, ma non ce n’è traccia e mi sembra che neppure i dizionari lo menzionino. Che significa? Ne parla in un paio di articoli il prete e scrittore Mauro Leonardi.

«Su AGI > Blog Italia > Culture ! agosto 2017), scrive tra l’altro: «Come il politically correct, il catholically correct è un insieme di opinioni e di atteggiamenti relazionali che creano un’appartenenza sociale: dicono un dentro e un fuori, un “con noi” o un “contro di noi”. Un’affermazione catholically correct riguarda, in senso lato, i temi religiosi del politically correct. La sua scaturigine è spesso la difesa dei cosiddetti “valori non negoziabili” e frequentemente esordisce in contrapposizione al politically correct: qualcosa del tipo “sebbene oggi come oggi sia politicamente scorretto affermare che… io invece non ho paura di dire che…”».

E su FarodiRoma del 4 agosto: «In quell’occasione indicavo due elementi a mio modo di vedere caratterizzanti il fenomeno: la visione integralista della dottrina cattolica e l’utilizzo violento ed aggressivo della comunicazione online, in particolare dei social». E più avanti: «Trattandosi di persone che si richiamano costantemente alla “corretta dottrina cattolica” e alla difesa dei valori non negoziabili stupisce che fra di essi siano praticamente del tutto assenti i rappresentanti della gerarchia ecclesiastica».

D’accordo su tutto, ma non su quest’ultimo punto. A me sembra che anche ecclesiastici alle volte siano Catholically Correct, sempre che io ne abbia compreso bene il senso. Non lo fu, ad esempio, cardinale Javier Lozano Barragan, quando ebbe a dichiarare: “Se Beppino Englaro ha ammazzato la figlia allora è un omicida”? Non si servì della comunicazione online per dirlo, ma che differenza fa? Parlò di “terribile morte per fame e per sete”. Lo riprese don Tarcisio Puntel: “Gli uomini di chiesa moderino il linguaggio”.

E chi fa terrorismo verbale? Quando l’Assemblea nazionale francese approvò l’articolo 1 del progetto di legge che legalizzava i matrimoni omosessuali, il cardinale Bagnasco dichiarò: “Siamo vicini al baratro”. Non è terrorismo verbale affermare: “Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio”? (Papa Francesco a Tblisi in Georgia). I rappresentanti della gerarchia ecclesiastica non utilizzano la comunicazione online, ma sanno che le loro parole si diffondono sulla rete.

Riguardo al neologismo, don Mauro Leonardi nota: “I risultati evidenziati da google se si digita “catholically correct” fanno emergere un paio di citazioni, una del 2002 e un’altra del 2009, ma si riferiscono a situazioni totalmente diverse rispetto alle attuali”.

Abbastanza diffusa, invece, è l’espressione “religiosamente corretto”.

Renato Pierri

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