Chi è ​Wopke Hoekstra, il falco olandese all’Eurogruppo

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Esponente del partito centrista Cda, nominato nel 2013 dalla stampa parlamentare “talento politico dell’anno” e titolare delle Finanze sin dal 2017, il 45enne è considerato la stella in ascesa della politica olandese.

Falco fino all’ultimo: “Per ogni euro speso nell’economia verrà applicata la piena condizionalità”, ha detto il ministro alle Finanze olandese Wopke Hoekstra, al termine dell’Eurogruppo giovedì notte, mantenendo fede alla lettura “oltranzista” dello scudo Mes a protezione dei Paesi più colpiti dalla crisi del coronavirus.

Nessuna sorpresa: era stato lo stesso Hoekstra, due settimane fa, a chiedere che la Commissione dovrebbe “indagare” sui Paesi che insistono sui coronabond “per comprendere i motivi per cui non hanno abbastanza spazio di bilancio per rispondere all’impatto economico della crisi”, scatenando un’infinità di polemiche e finendo per sentirsi dire dal premier portoghese Antonio Costa che la sua esternazione era “ripugnante”.

Esponente del partito centrista Cda (Appello cristiano democratico), nominato nel 2013 dalla stampa parlamentare “talento politico dell’anno” e titolare delle Finanze sin dal 2017, il 45enne Hoekstra è considerato la stella in ascesa della politica olandese.

Eletto al Senato nel 2011, è stato all’epoca il suo membro più giovane: ma non è solo questa la sua condizione più particolare. Infatti fu senatore “part-time”, dato che continuava ad esercitare il mestiere di consulente per la multinazionale di consulenza strategica McKinsey.

D’altronde, in diverse occasioni Hoekstra non ha mancato di deviare dalla linea ufficiale del suo partito, soprattutto in quanto a temi etici. Per esempio, è stato il solo senatore del Cda a votare a favore di una messa al bando dei funzionari pubblici che si rifiutavano di sposare coppie omosessuali. Allo stesso modo, ha votato a favore dello status legale per coppie di madri lesbiche.

Successore di un altro falco, Joeren Dijsselbloem, al ministero delle Finanze nel terzo governo guidato da Mark Rutte nel 2017, dall’anno successivo il ministro ha guidato il gruppo informale degli Stati europei del nord e dei Baltici (formato, oltreché dai Paesi Bassi, da Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lattonia) allo scopo di creare un comune blocco di interessi all’interno dell’Eurozona.

Nel 2019 Hoekstra ha gestito l’acquisto da parte dell’Olanda di un’ulteriore fetta del pacchetto azionario di Air France-Klm con lo scopo di ridimensionare la partecipazione francese nella holding: una scelta che gli è costata non poche critiche, dato che non aveva avvisato la Camera dei rappresentanti.

Tornando all’oggi, a giudicare dalle ultime battute spese all’Eurogruppo di ieri sera, poco sembra cambiato nella posizione dell’Aja. In realtà dopo l’uscita “ripugnante” Hoekstra ha tentato una parziale correzione di tiro, affermando che il suo governo aveva commesso “errori” sulle possibili forme di sostegno ai Paesi più colpiti dall’epidemia del coronavirus e manifestando una forma di “empatia ridotta” nei confronti dei Paesi dell’Europa meridionale.

Il riferimento, ovvio, è all’Italia e alla Spagna. Ed è proprio “l’empatia ridotta” un tema che promette scintille nelle giornate avvenire quando si dovrà cominciare a discutere su che forma dovrà avere il “Fondo per la ripresa” da mettere in campo per il dopo-coronavirus.

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