Cobas Scuola Sicilia, il Green Pass non è prevenzione ma vessazione

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Per il Coordinamento Regionale dei COBAS Scuola Sicilia, l’obbligo del lasciapassare verde per il personale della scuola determina inaccettabili conseguenze sul piano dei diritti del lavoro per le sanzioni che colpirebbero il personale che non ne è in possesso e/o non lo esibisce ogni giorno, ma senza che la prevenzione del contagio sia in alcun modo garantita – questo si legge in un loro comunicato stampa.

Per discutere su questi temi si sono trovati in Assemblea Regionale online mercoledì 25 agosto alle ore 17.00 e per manifestare contro il Green Pass a scuola hanno programmato presìdi davanti alle Prefetture di Catania, Palermo e Siracusa per lunedì 30 agosto alle ore 17,00.

I COBAS (Confederazione dei Comitati di Base, http://www.cobas.it/Contatti) sono sindacati italiani la cui connotazione (“sindacati di base“), alternativa a quella dei sindacati confederali, fa riferimento all’essere organizzati a livello locale e non in forma verticistica.

Secondo quello che si legge nella loro nota stampa, sulla base delle risultanze scientifiche in questo momento generalmente condivise e secondo ciò che sostiene anche chi non ha dubbi sulla necessità della campagna vaccinale, il green pass non dà reali garanzie di efficacia per la prevenzione del contagio, ma costituisce nella sostanza uno strumento per incrementare le vaccinazioni, visto che chi ne è in possesso può essere comunque infettato dal virus e, quindi, può essere veicolo del contagio.

Se si aggiunge che l’obbligo del green pass scolastico non è previsto né per studentesse e studenti né, allo stato attuale, per chi opera nelle scuole senza essere alle dipendenze del Ministero, appare evidente che l’introduzione di questo obbligo, per di più imposto ad una categoria già vaccinata mediamente al 90%, costituisce un “diversivo”, utile a coprire le plateali inadempienze del governo e del Ministero per il rientro a scuola in sicurezza e a individuare nella minoranza di chi ha scelto di non vaccinarsi un facile capro espiatorio su cui far ricadere la colpa del persistere della situazione emergenziale.

Infatti, per il secondo anno consecutivo nulla è stato realmente fatto per rendere fruibili in sicurezza i trasporti locali, per i quali paradossalmente non c’è obbligo di Green Pass.

Nulla è stato fatto di ciò che è necessario per mettere in sicurezza le scuole, come diminuire il numero di alunni per classe e ampliare gli spazi, aumentare proporzionalmente l’organico di docenti e Ata, predisporre lo screening periodico di alunni e personale.

Secondo i COBAS ne è ulteriore riprova il fatto che il protocollo di sicurezza per l’a.s. 2021/2022 è praticamente identico a quello dello scorso anno tranne che per l’obbligo tassativo del distanziamento di un metro (due metri dalla cattedra) nelle aule, che può essere derogato nel caso in cui limiti strutturali degli edifici scolastici non lo consentano.

Così, migliaia di edifici pubblici dismessi, che potrebbero essere destinati con piccoli interventi ad uso scolastico, continueranno a rimanere inutilizzati, per mera assenza di volontà politica, nonostante la disponibilità degli ingenti fondi del PNRR, dei quali nulla è stato destinato a questo scopo, mentre si continuano a spendere centinaia di milioni di euro per affittare edifici privati non adatti alle scuole.

E consigliano, anche con le attuali suddette inadempienze, per prevenire il contagio nelle scuole che sarebbe molto più razionale e utile predisporre tamponi periodici gratuiti per tutta la comunità scolastica, come sembrava essere previsto nel protocollo MI-OOSS.

Considerando i tempi medi di incubazione del virus prima che si manifesti ai test, basterebbe un tampone alla settimana. E, se si utilizzassero i tamponi salivari, lo screening periodico di tutta la comunità scolastica garantirebbe condizioni di sicurezza, consentendo di circoscrivere tempestivamente eventuali focolai, improbabili se ci fossero le condizioni per attivare le altre misure di prevenzione, con test meno invasivi rispetto a quelli rino-faringei.

E in conclusione si chiedono: visto che l’obbligo della certificazione verde per il personale scolastico determina di fatto un obbligo alla vaccinazione, chi può permettersi di perdere la retribuzione o di fare un tampone a pagamento ogni 48 ore?

Vito Piepoli

 

 

 

 

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