Come cambierà la vita negli aeroporti dopo il coronavirus

Economia & Finanza

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Con la fine del lockdown, e dopo la pandemia, gli aeroporti cambiano pelle e inventano un nuovo modo di viaggiare. Intervista a Ivan Bassato, direttore operativo di Adr

aeroporti coronavirus

© TIZIANA FABI / AFP –  Coronavirus, Fiumicino

Spazi ripensati per garantire il distanziamento sociale, dispenser di gel igienizzante sempre a portata di mano, potenziamento delle tecnologie biometriche per ‘tagliare’ le code. Gli aeroporti cambiano pelle e si reinventano per misurarsi con una sfida ancora più grande di quella affrontata per contrastare il terrorismo dopo l’11 settembre: la fase 2 dell’emergenza coronavirus.

Ripartire sulle ali di un aeroplano sarà un’esperienza del tutto diversa e viaggiare non sarà più lo stesso. Come sarà la nuova ‘normalità’ negli aeroporti? Lo spiega all’Agi, Ivan Bassato, direttore operativo di Adr, che premette: la parola d’ordine è “sicurezza”. E quindi “una grandissima attenzione, in un percorso fatto assieme alle autorità sanitarie e sempre pronti ad accogliere qualsiasi tipo di indicazione operativa” sul trasporto aereo.

Il manager pensa a una fase 2 in cui questa “collaborazione sarà sempre intensa” e auspica che “l’Europa adotti misure pre-concordate e il più possibile omogenee negli scali dell’Unione” per arrivare a un sistema coordinato per valutare la salute dei passeggeri. Il concetto è: “Il viaggiatore si deve sentire sereno e al sicuro in aeroporto e una volta a bordo dell’aereo”.  

“L’Italia ha battuto la strada – ha spiegato Bassato – il tema della gestione nell’emergenza sanitaria ha visto Aeroporti di Roma impegnato da inizio anno, quando Covid-19 ha iniziato a far parlare di sé. Le prime azioni per tutelare i passeggeri negli scali di Fiumicino e Ciampino sono state prese subito dopo le vacanze di Natale.

Dai termoscanner al gel igienizzante

Con i termoscanner a Roma siamo partiti il 4 febbraio, primo aeroporto in Europa. Allora ci confrontavamo con Charles De Gaulle e Heathrow, che non avevano ancora un canale sanitario e i termoscanner”.

Oggi a Fiumicino (a Ciampino al momento le attività sono ferme) sono operativi 56 termoscanner per rilevare a distanza la temperatura corporea, “e li aumenteremo ancora – ha sottolineato – perché è un apparato in grado di gestire grandi flussi di persone e non è per niente invasivo. Molte volte i passeggeri ci chiedevano perché non li controllavamo, in realtà lo facevamo ma loro non se ne accorgevano”.

La sicurezza in aeroporto passa innanzitutto dalla sanificazione (“L’aeroporto è pulito quasi quanto un ospedale, con la sanificazione ferrea”), a partire dall’installazione dei dispenser con gel igienizzanti.

“A fine febbraio, quando nessuno riusciva a trovarli perché esauriti, Fiumicino aveva quasi 200 dispenser – continua – oggi ne abbiamo di più e distribuiamo quasi 3.000 litri di gel a base alcolica al mese; quando il numero di passeggeri crescerà, aumenteranno ancora”. Poi ci sono le mascherine, “che saranno indispensabili e ci accompagneranno per tanto tempo perché è il primo modo per garantire separazione fisica tra le persone”.

I comportamenti sociali dei viaggiatori

Cosa vedranno appena entrati in aeroporto? “Innanzitutto tantissima segnaletica per il distanziamento sul pavimento, sui monitor e tramite totem informativi e brochure”. Uno spazio interno “riorganizzato e ottimizzato per garantire un rischio sanitario minimo” in cui sarà possibile “mettere piccole barriere in plexiglass alla sicurezza o dove ci sono le macchine automatiche per il controllo dei passaporti”.

Oggi a Fiumicino il traffico passeggeri è sceso di oltre il 95% ed è nel perimetro minimo, con l’80 per cento delle aerostazioni chiuse; il traffico viene gestito al terminal 3 e per gli imbarchi c’è solamente il molo B, quello che prima faceva solo i voli nazionali. “L’industria si è fermata negli ultimi 15 giorni – ha spiegato Bassato – vanno solo i cargo per le merci”, ma con difficoltà perché gli aerei ‘full cargo’ sono pochi e riconvertire le cabine passeggeri per caricare le merci non è una cosa banale.  

Le nuove tecnologie

Sul fronte delle nuove tecnologie “saranno potenziate al massimo, dal riconoscimento biometrico alla virtualizzazione di biglietti e carta di imbarco”, dove già “siamo un passo avanti”. Per gestire il contenimento, sottolinea Bassato, “possiamo poi fare affidamento su una robustissima tracciatura dei movimenti dei passeggeri. Il trasporto aereo con i dati che ha già permette di sapere, se una persona risulta un caso sospetto o confermato del virus, di sapere ad esempio con chi ha volato sull’aereo e con chi è venuto a contatto. Siccome l’esperienza di viaggio in aeroporto è attraversare punti obbligati di passaggio, cioè i vari gate, questo permette di riscostruire con una certa affidabilità i vari movimenti del passeggero e con quali degli operatori è venuto in contatto”. 

La questione commerciale

Poi c’è tutta l’offerta commerciale, dalla ristorazione ai negozi “che è ferma, con una perdita economica importantissima”. Osserva Bassato: “Gli aeroporti in queste condizioni non sono sostenibili. Bisogna tornare a una situazione in cui in sicurezza riprendano i flussi di passeggeri. Per concludere affari e avere il turismo – ragiona il manager di Adr – il trasporto aereo deve funzionare e deve garantire connettività. Abbiamo bisogno di una economia che funzioni e di una serenità ritrovata, ma anche l’economia ha bisogno di un trasporto aereo che torni a una situazione di normalità, o quasi. Continueremo a fare investimenti, rimodulandoli ovviamente alla luce della nuova situazione in un periodo in cui i ricavi sono stati severamente ridotti. E abbiamo fatto richiesta che anche gli aeroporti siano tra i soggetti supportati nella liquidità in questo periodo così critico”.

Aeroporti di Roma, sottolinea infine Bassato, “prima della crisi era un forte motore dell’economia del Lazio e dell’Italia (con una capacità d’investimento di circa 250 milioni di euro all’anno) e questa battuta d’arresto confidiamo sarà superata nella seconda parte dell’anno. Ci vorrà tempo per tornare a una normalità pre-crisi – conclude il manager di Adr – ma siamo pronti a ripartire e fare la nostra parte. Con una gradualità che è d’obbligo, perché la sicurezza medica e sanitaria deve restare la priorità”.

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