Come funziona il lockdown nei vari Paesi europei

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Le scelte, spesso differenti, dei vari governi sono state messe a confronto dalla testata Politico

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FILIPPO MONTEFORTE / AFP – Roma

I tempi e modalità dell’adozione delle misure di contenimento della diffusione del coronavirus differiscono parecchio fra i diversi paesi europei. Ora che si parla di coordinare almeno a livello europeo le riaperture, tali differenze meritano di essere evidenziate. Il 17 marzo, i leader Ue hanno bloccato le frontiere esterne dell’Unione europea. Ma al loro interno, ogni paese ha deciso chiusure più o meno tempestive di scuole, negozi, trasporti, man mano che il virus dilagava. 

Se l’Italia, primo paese europeo a sperimentare un focolaio del virus, è stato anche il primo a mettere in lockdown l’intera popolazione per frenare la pandemia di Covid-19, il provvedimento, come evidenzia un’approfondita analisi comparativa pubblicata sul sito Politico.eu, è arrivato ben 14 giorni dopo il terzo decesso legato alla malattia, avvenuto il 25 febbraio. Forti dell’esperienza italiana, gli altri Paesi, vicini e non, arrivati dopo, hanno preso la decisione in tempi più o meno rapidi, sempre considerando come riferimento di partenza i primi tre decessi certificati.

Solo la Gran Bretagna ha optato per il lockdown solo 15 giorni dopo il terzo decesso (registrato il 9 marzo). La Francia invece come l’Italia, ha limitato gli spostamenti a partire dal 14esimo giorno (il terzo decesso è del 6 marzo). La Germania già nove giorni dopo mentre la Spagna dieci.

Tra i principali Paesi dell’Ue solo Italia e Spagna hanno deciso lo stop delle attività produttive, in Italia un mese dopo il terzo decesso mentre in Spagna 23 giorni dopo. Tra i più tempestivi nella risposta, vi sono Grecia, Polonia, Svezia, Austria, Portogallo, Ungheria e Repubblica Ceca che hanno adottato il confinamento – in misura diversa – già prima di attendere il  terzo decesso. 

Sono quindici i Paesi che hanno adottato lo stato di emergenza, tra questi l’Italia, la Spagna e la Francia. Non l’hanno fatto invece, tra gli altri, la Germania e la Gran Bretagna. Tutti hanno adottato restrizioni ai viaggi all’estero ma solo Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia ha chiuso il confine senza permettere eccezioni. Per tutti gli altri Paesi vengono autorizzati “i viaggi essenziali” e sempre con misure di protezione. Quasi tutti hanno fermato però i voli internazionali. 

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