Come sono andate le elezioni regionali per Fratelli d’Italia e Forza Italia

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Gli esiti a due facce in Calabria ed Emilia Romagna per il partito di Berlusconi. Cresce ancora invece quello di Giorgia Meloni

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Non è un caso che Berlusconi nel collegamento telefonico abbia rimarcato che quando Forza Italia esprime la possibilità di un candidato del centrodestra abbia possibilità di successo. È accaduto in Molise e in Basilicata, ora è la volta della Calabria dove la candidata azzurra, Santelli, ha vinto ampiamente sull’imprenditore del tonno, Callipo. “Abbiamo dimostrato di avere una classe dirigente di alto livello. Il centrodestra è una coalizione nella quale diamo un contributo di qualità e vogliamo continuare a dare un contributo di qualità”, ha spiegato il vicepresidente azzurro Tajani.

Per il Cavaliere, nonostante si profili una vittoria di Bonaccini in Emilia, “ora si apre una fase nuova”. “Se la parola ‘democrazia’ ha ancora un senso dovrà cambiare il governo e la parola dovrà tornare agli italiani”, ha spiegato sottolineando che “i dati impietosi condannano il M5s all’irrilevanza” e che “anche la sinistra non riesce più a intercettare e a parlare al suo tradizionale blocco sociale”.

Dunque per l’ex presidente del Consiglio “Forza Italia è insostituibile, ora può partire una rivoluzione. La Calabria diventerà il simbolo del riscatto del Sud”. Forza Italia per ora si attesta intorno all’10% ma può sommare i dati delle liste civiche a sostegno della Santelli. L’altra faccia della medaglia della partita è però l’Emilia. Qui i risultati sono molto più bassi.

Dunque la vittoria di Santelli, arrivata dopo le fibrillazioni interne al partito con le divisioni (rientrate) con i fratelli Occhiuto che hanno subito lo stop di Salvini alla candidatura, da fiato al partito azzurro. Ma l’ala moderata del partito – riferisce una fonte parlamentare – tornerà a sottolineare che quando Forza Italia va a traino della Lega perde quota.

Fratelli d’Italia, invece, cresce viaggiando intorno al 10% sia in Calabria che in Emilia. Con l’obiettivo ora di cercare di monetizzare al più presto il consenso. Ecco il motivo per cui Giorgia Meloni tornerà a chiedere che si arrivi allo scioglimento delle Camere. Sostenendo che le forze parlamentari che rappresentano la maggioranza alla Camera e al Senato sono minoritarie rispetto a quanto è emerso nel Paese.

La tesi è che “c’è troppa differenza, troppa distanza, tra quello che e’ il sentimento del popolo e quelle che sono le scelte del palazzo”. Per Meloni “il confronto combattuto in Emilia-Romagna, in una regione governata da sempre dalla sinistra, è già una vittoria perché è un risultato che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile”.  

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