Conte da Mattarella. Chiedera’ il voto di fiducia in parlamento

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“Il presidente del Consiglio ha rappresentato la volonta’ di promuovere in parlamento l’indispensabile chiarimento politico mediante comunicazioni da rendere dinanzi alle Camere. Il presidente della Repubblica ha preso atto degli intendimenti cosi’ manifestati”. In un comunicato del Quirinale viene illustrato il contenuto del colloquio tra Conte e Mattarella, al Quirinale. Il premier si presenterà alla Camera lunedi’ e al Senato martedi’. Intanto assume l’interim del ministero delle politiche agricole. La crisi arriva dunque in Parlamento, come richiesto dai principali schieramenti, Pd e M5s, che sostengono Conte dopo l’uscita dalla maggioranza di Iv. Nessun margine di dialogo con il partito di Matteo Renzi. “L’inaffidabilita’ politica di Italia Viva mina la stabilita’ in qualsiasi scenario si possa immaginare”, ha detto Nicola Zingaretti nel corso dell’ufficio politico del Pd. E Franceschini invita a “non vergognarsi della ricerca di una maggioranza in Aula”. Intanto si fanno avanti i primi “costruttori” dichiarati, pronti a sostenere il premier, Maraio e Nencini. Salvini: ho chiesto a Mattarella di fare in fretta. La crisi di governo mantiene lo spread in rialzo: il differenziale di rendimento Btp-Bund e’ a 119 punti base. In cdm il via libera al nuovo scostamento di bilancio. 

Giuseppe Conte, dunque, non si dimette, assume l’interim dell’Agricoltura e assicura al presidente della Repubblica che al più presto si recherà in Parlamento per “l’indispensabile chiarimento” a seguito delle dimissioni della delegazione di Italia Viva. È quanto riferisce una nota del Quirinale, dopo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Il presidente della Repubblica, si legge nella nota, “ha firmato il decreto con il quale, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, vengono accettate le dimissioni rassegnate dalla sen. Teresa Bellanova dalla carica di ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali – il relativo interim è stato assunto dal presidente del consiglio dei ministri -, dalla prof. Elena Bonetti dalla carica di ministro senza portafoglio e dall’on. Ivan Scalfarotto, sottosegretario di Stato”. Il presidente del Consiglio ha quindi “illustrato al presidente della Repubblica la situazione politica determinatasi a seguito di tali dimissioni ed ha rappresentato la volontà di promuovere in Parlamento l’indispensabile chiarimento politico mediante comunicazioni da rendere dinanzi alle Camere”. Il presidente della Repubblica, si conclude la nota del Colle, “ha preso atto degli intendimenti così manifestati dal presidente del Consiglio dei ministri”. 

La maggioranza orfana di Iv, insieme ad altri esponenti dell’area di centro, sta lavorando alla nascita del nuovo gruppo dei cosiddetti costruttori. A palazzo Madama servono almeno 6-7 esponenti (provenienti ad esempio dai centristi di Forza Italia, viene spiegato). Altri 4-5 potrebbero arrivare da Iv. Dal Misto, esclusi i 6 di Leu e i 4 di Maie, gia’ in maggioranza, potrebbero arrivare dai 7 agli 8 senatori. In questo modo il governo potrebbe contare su 92 senatori di M5s, 35 del Pd, 7 delle Autonomie, e 17-18 del Misto (di cui 6 di Leu, 4 del Maie e tra i 7-8 senatori ex M5s), 6-7 dai centristi. Per un totale di 158 voti. Il voto di alcuni senatori a vita, nelle votazioni in cui serve la maggioranza assoluta di 161, potrebbe garantire la maggioranza.

Per quel che riguarda i ‘costruttori’, potrebbe essere il simbolo del Maie a rappresentarli, ma anche a quello dell’Udc, nonostante l’opposizione di Cesa. Si tratta da giorni, al punto che già alla Camera 5 ex M5s del gruppo Misto hanno aderito alla componente di Centro democratico di Bruno Tabacci. “Io alla Camera ho fatto un gesto: alcuni giovani parlamentari del M5s sono venuti nel mio Centro Democratico, un movimento fondato nel 2013 e che ha una storia. Certo che il mio movimento possiede i tratti somatici della responsabilita’, essendo stato sempre nel centrosinistra, sia in maggioranza che all’opposizione. Si e’ trattato di un passaggio che, piu’ avanti, deve avere uno sbocco e una struttura politica che io ho collocato chiaramente nel solco del lavoro del presidente Conte. Se e’ stato fatto alla Camera, allora lo si puo’ fare anche al Senato”, spiega Tabacci. Al Senato Riccardo Nencini, ha annunciato assieme al segretario Enzo Maraio di essere tra “i costruttori”.

“E’ inutile nascondersi: la crisi di governo c’e’ e va affrontata con decisione. Sono queste le ore dei costruttori. La strada maestra e’ mettere al centro il Parlamento e salire al Quirinale utilizzando questa manciata di ore per verificare se esistano le condizioni per formare una maggioranza organica entro un quadro politico certo. Senza immaginare soluzioni di fortuna affidate a un drappello di singoli coinvolti uno a uno”, spiegano Nencini e Maraio. Nencini va via dal gruppo di Italia viva, e tra le fila dei renziani sono almeno 5 gli ‘attenzionati’ che potrebbero dire addio: si fanno i nomi di Donatella Conzatti, ex Forza Italia; Gelsomina Vono, ex M5s; Vincenzo Carbone, ex Forza Italia e Eugenio Comincini, ex Pd. Alla Camera i ‘costruttori’, per sostituire i renziani, dovranno arrivare a quota 30. Ma basterebbero anche una ventina di ‘responsabili’. Senza i 30 deputati di Iv, la maggioranza al momento potrebbe contare su 310 voti, calcolando anche i 9 deputati di Centro democratico di Tabacci. Servirebbero altri sei parlamentari per arrivare alla maggioranza assoluta di 316. Anche in questo caso si guarda agli ex M5s, cosi’ come all’area moderata e Forza Italia. Lunedi’ Conte chiedera’ la fiducia alla Camera mentre al Senato dovrebbe essere martedi’. E al momento al Senato mancherebbero all’appello almeno 5-6 senatori.

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