Conte e il Recovery Fund, priorità all’occupazione femminile

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Il premier incassa la fiducia in vista del vertice Ue e assicura: sul piano New generation Eu ci sarà “ampio coinvolgimento del Parlamento”

 

© FILIPPO MONTEFORTE / AFP  – Giuseppe Conte

AGI – Il presidente del Consiglio incassa, anche alla Camera, l’ok della maggioranza sulle posizioni dell’Italia che il governo si appresta a rappresentare al Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre. Proprio come ieri è accaduto in Senato.  Quindi sale al Colle, per il consueto pranzo con il capo dello Stato, alla vigilia, dell’appuntamento di Bruxelles, forte del consenso delle forze politiche che sostengono l’esecutivo. Ribadisce, in Aula, che l’Europa deve “restare unita” per affrontare e superare il’emergenza da Covid e rilancia sul sostegno all’occupazione femminile con le risorse che arriveranno dal Recovery Fund.  Rispetta il “perimetro” dell’ordine dell’ordine del giorno stabilito, ma non manca di ricordare che sulle misure anti pandemia  aggiornate con l’ultimo Dpcm è altrettanto pronto a riferire in Parlamento. L’opposizione attacca il suo intervento e chiede di essere coinvolta nel progetto del Recovery Fund: Noi con l’Italia, propone una cabina di regia; Forza Italia lo definisce “banale”; FdI, con un intervento acceso di Giorgia Meloni, parla di misure di contrasto ridicole che “rischiano di trasformare il virus in farsa”. Il presidente del Consiglio non replica e l’emiciclo lo appoggia dando 289 sì alla risoluzione presentata dalla maggioranza dopo le sue comunicazioni.

“Accolgo l’impegno della risoluzione della maggioranza affinché una parte significativa delle risorse del Recovery plan venga indirizzata al conferimento dell’obiettivo dell’occupazione femminile”, dice Conte e annuncia di nuovo che nell’iter del piano New generation Eu ci sarà “un ampio coinvolgimento del Parlamento”. Poi spiega: “Il piano italiano si inserisce nel solco delle priorità fissate dalla Commissione europea, che sono una transizione verde e digitale. Il 40% delle spese saranno indirizzate alla sostenibilità ambientale, all’efficientamento energetico e nell’economica circolare; il 20 per cento nella digitalizzazione”.  

Sui cambiamenti climatici auspica “una discussione ambiziosa”: L’Italia vuol essere in prima fila, sul piano europeo ma anche in una prospettiva più ampia, nel promuovere un elevato livello di ambizione su una sfida di portata globale”, osserva.

Opposizioni all’attacco

“Oggi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha a lungo discettato sul Consiglio europeo in programma il 15 e 16 ottobre, centrale per la strategia futura dell’Italia e dell’Europa. Un discorso talmente banale, talmente privo di accenti, talmente povero di sollecitazioni da essere filato via ‘liscio’ tranne una brevissima interruzione da parte di poche deputate. Al termine del discorso circa 3 secondi, diconsi tre, ha salutato l’apparizione di Conte a Montecitorio”, attacca Giorgio Mulè di Forza Italia. E’ Maurizio Lupi a tornare sul tema della collaborazione con chi non è al governo:. “Basta con gli equilibrismi. Non è questo il momento”. Bisogna “osare e avere il coraggio non solo di fare annunci, ma capire che un confronto leale e una collaborazione seria con l’opposizione rende più forte l’Italia in Europa”. La collaborazione “è la coscienza che in gioco c’è il futuro dell’Italia e dell’Europa. Si può lavorare nella diversità delle posizioni insieme. Noi le proponiamo una cabina di regia in cui effettivamente ci si confronti insieme”, dice il rappresentante di ?Noi con l’Italia’.
 Da Meloni il J’accuse:”Le linee guida del Recovery che presentate” sono un “manualetto delle buone intenzioni”. E sul nuovo Dpcm: tutto “è francamente ridicolo” e il “risultato rischia di essere che trasformiamo anche il virus in una farsa”. Il centrodestra si “batterà con forza” contro questi provvedimenti “dentro e fuori il Parlamento”, prosegue la leader di FdI che denuncia: “Avete aiutato i francesi ad arrivare all’obiettivo storico di avere il controllo sulla Borsa di Milano, le economie e le informazioni sulle nostre imprese”. Quanto “è lunga la lista della spesa di Macron, che cosa altro ci siamo impegnati a svendere?”. E “quanto è vergognoso che mentre alla Francia concedete tutto non riusciate ad ottenere da Macron che imponga al suo amico Haftar di restituire i 18 pescatori ingiustamente detenuti che si trovano in Libia”. Se ci fosse stato un governo “dotato del minimo sindacale di attributi necessari Haftar avrebbe già visto il profilo delle navi della nostra marina militare”.

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