Coppia di 70enni positiva scappa da ospedale,”Preferiamo rimanere a casa”  

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“i due anziani sono stati increduli rispetto alla diagnosi: ipotizziamo che non abbiamo compreso davvero l’importanza del restare in ospedale”: così Grazia Pecorelli, responsabile unità gestione pronto soccorso Bentivoglio (Bologna)

 

Reparto Covid, Italia

AGI-  “Pur consapevoli dei rischi, preferiamo rimanere a casa e non essere ricoverati”. 

Così, forse per paura o per la convinzione di poter curarsi meglio a casa propria, la coppia dei 70enni non vaccinata  risultata positiva al covid e letteralmente ‘scappata’ – ieri attorno alle 13 – dal pronto soccorso dell’ospedale di Bentivoglio, nel Bolognese, dove si era recata autonomamente per accertamenti dopo alcuni giorni di febbre e tosse.

I due, che avevano riferito al medico curante di aver fatto dei tamponi antigenici risultati negativi, pensavano di avere una bronchite ed erano in ospedale, con mascherina, per una radiografia. 

 A rendersi conto per primo della situazione il radiologo dell’ospedale dopo le lastre ai polmoni che ha informato subito il pronto soccorso: ma i due 70enni, che abitano da soli a Bentivoglio, alle porte di Bologna, approfittando di un momento di distrazione dei sanitari impegnati in altre urgenze, dopo gli accertamenti avevano già fatto perdere le proprie tracce. 

 E’ dunque scattato l’allarme, con la procedura prevista in questi casi, che arriva fino all’allerta dei carabinieri. Poco dopo è stato lo stesso medico del ponto soccorso Cristina Amadini a riuscire a contattare i due 70enni per telefono e a scoprire che erano già ritornati a casa, e che lì volevano restare a curarsi mentre i sanitari avevano pensato a qualche giorno di osservazione in ospedale.  

“Una volta fatto la Rx al torace – spiega all’AGI Grazia Pecorelli direttore dell’unità operativa complessa che ha in carico la gestione dei pronto soccorso da Bentivoglio a Porretta – il referto radiologico era talmente evidente che il radiologo appunto si è posto il dubbio che non si trattasse piuttosto di una malattia da Covid. Lo dico perchè una semplice radiografia può anche risultare negativa al Covid”.

 Convinti a passare dal pronto soccorso, i due anziani sono stati presi in carico come pazienti fortemente sospetti al covid; sono stati sottoposti a tampone molecolare che è arrivato in tempi molto brevi, perchè Bentivoglio ha la possibilità di processare i tamponi direttamente senza passare per altri laboratori cittadini. Fatta la prova dello scambio gassoso e degli esami del sangue, la dottoressa è andata a comunicare loro che andavano tenuti in osservazione entrambi, sia per il quadro radiologico che per quello respiratorio.   
Ma non c’era più nessuno; Pecorelli stava arrivando sul posto e si è trovata a gestire la complessa situazione. Adesso i due anziani vengono seguiti a casa con molta attenzione.     

La cosa più importante per noi – spiega Pecorelli all’AGI – era la messa in sicurezza dei pazienti  e quindi è scatta la segnalazione al dipartimento di cure primarie e al medico di base – contattato dallo stesso radiologo -; i due sono già in carico al servizio territoriale, anche con le Usca per l’assistenza domiciliare”.

   “E’ chiaro che un caso come questo impegna non poco – dichiara ancora all’Agi Pecorelli – i due anziani non sono stati di molte parole ma è pur vero che sono stati increduli rispetto alla diagnosi: pensiamo, ipotizziamo che non abbiamo compreso davvero l’importanza del restare in ospedale. Ancora i pazienti hanno paura di restare in ospedale, pensano che restare in ospedale significhi peggiorare ad esempio, che potrebbero guarire meglio a casa. Questa è invece una malattia molto sui generis – conclude Pecorelli –  l’osservazione deve essere un po’ diretta da parte dei professionisti: da qui la necessità delle osservazioni delle Usca e dei clinici ospedalieri”. 

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