Coronavirus. I dati dell’Iss, ‘la situazione e’ critica, state a casa’

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La situazione dell’epidemia in Italia evidenzia ‘segnali di raggiungimento imminente di soglie critiche’. L’Rt a 1.5 indica ‘rischi di criticita’ importanti a breve in molte Regioni’, rileva il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanita’. ‘Limitate i contatti, state a casa. Uscite solo lo stretto necessario’, e’ il consiglio alla popolazione, mentre quello al governo e’ di ‘limitare la mobilita’ e le attivita’ non essenziali’. I focolai attivi sono 7.625, i nuovi 1.286. La maggioranza e’ nelle famiglie, meno nelle scuole. L’occupazione delle terapie intensive e’ sopra il 10% in alcune Regioni. Appello di 100 scienziati a Mattarella per ‘misure drastiche’.

L’epidemia in Italia è in rapido peggioramento con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane: si riscontrano infatti valori di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane e segnali che si riesca solo modestamente a limitare il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2. La situazione descritta nel monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità evidenzia segnali di criticità dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali di diverse Regioni/PA. Secondo l’analisi dei dati relativi al periodo 12-18 ottobre l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,50. “Sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone – viene sottolineato – e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l’attuazione delle altre misure già previste nel piano ‘Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di trasmissione per il periodo autunno-invernale’. Si invitano nuovamente le Regioni/PA a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e a considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette. È fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie”.

Si continua a osservare un forte incremento dei casi che porta l’incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 giorni a 146,18 per 100.000 abitanti (periodo 5-18 ottobre) (vs di 75 per 100.000 abitanti nel periodo 28 settembre-11 ottobre). Nello stesso periodo, il numero di casi sintomatici è passato da 15.189 (periodo 28 settembre-11-ottobre) a 27.114 (periodo 5-18 ottobre). Questa settimana, soltanto uno su quattro dei casi è stato rilevato attraverso attività di tracciamento di contatti, mentre il 31,7% è stato rilevato attraverso la comparsa dei sintomi. Scende anche la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening (25,8% vs 31.1% della settimana precedente). Nel 16,9% dei casi non è stato riportato l’accertamento diagnostico. Sono complessivamente 7.625 i focolai attivi, di cui 1.286 nuovi. Questa settimana sono in aumento i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico anche se la trasmissione intra-scolastica appare ancora limitata (3,5% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione). È tuttavia chiaro – rileva il monitoraggio – che le attività extra e peri-scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste. Questa settimana, a livello nazionale, si è osservato un importante aumento nel numero di persone ricoverate (7.131 vs 4.519 in area medica, 750 vs 420 in terapia intensiva nei giorni 18/10 e 11/10, rispettivamente) e, conseguentemente, aumentano i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva, con alcune Regioni/PPAA sopra il 10% in entrambe le aree.

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