Cosa rischia il traffico aereo negli Usa con il lancio del 5G

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Le due principali compagnie telefoniche americane hanno deciso di rinviare l’accensione delle antenne della telefonia mobile di quinta generazione dopo l’allarme lanciato delle compagnie aeree sule frequenze usate per i radioaltimetri

 

© Stefani Reynolds / AFP – Un aereo United in decollo

Alla fine ha ceduto anche Verizon. Dopo At&t anche l’altro colosso della telefonia mobile Usa ha deciso per un nuovo rinvio dell’accensione delle sue antenne 5G nei pressi degli aeroporti statunitensi. American Airlines e United avevano avvertito che, con l’accensione delle torrette, ci potrebbero essere “gravi problemi operativi” al trasporto aereo. 

Con il 5G rischio “caos”

Tutto ha inizio a inizio dicembre, quando alcune compagnie statunitensi hanno avvertito del potenziale “caos” che potrebbe derivare dall’istallazione delle antenne nelle aree di decollo e atterraggio, temendo “potenziali interferenze” tra le frequenze usate dalla nuova tecnologia di internet mobile e la strumentazione degli aerei. At&t in una nota si è detta “sconcertata” dai ritardi dell’autorità americana, la Faa, mentre la Casa Bianca ha fatto sapere che sono in corso discussioni tra Faa e le compagnie aeree per risolvere lo stallo. Le anomalie al momento sono state riscontrate dalla Faa sui Boeing 787-8, 787-9 e 787-10 e potrebbero riguardare diversi sistemi dell’aereo senza essere evidenti fino a quando il velivolo non sia a bassa quota durante l’avvicinamento.

Quali rischi corrono gli aerei: le frequenze

Già lo scorso dicembre Airbus e Boeing avevano avvertito l’autorità americana dell’aviazione (Faa) dei rischi per le apparecchiature degli aerei. Il motivo è che le frequenze utilizzate dal 5G sono vicine a quelle utilizzate dai radioaltimetri degli aerei, gli strumenti che forniscono la distanza presente tra il velivolo e il suolo.

Agli operatori telefonici statunitensi è stata assegnata la banda di frequenza da 3,7 a 3,98 gigahertz (GHz) per il 5G, un diritto per il quale hanno pagato decine di miliardi di dollari. L’industria aerea teme però che questa frequenza interferisca con i dati dei radioaltimetri, essenziali per operazioni come l’atterraggio durante la notte o in condizioni di scarsa visibilità.

Questi operano nello spettro da 4.2 a 4.4 GHz. Non c’è quindi alcun rischio di interferenza tra le frequenze, ma, viene spiegato dalle società, la potenza di trasmissione delle antenne 5G potrebbero rappresentare comunque un problema per alcuni altimetri.

Un problema solo per gli Usa?

“Questa non è una questione globale o europea, è davvero una questione specifica sull’uso del 5G e la sua implementazione negli Stati Uniti in termini di bande di frequenza e potenza”, ha detto il capo di Airbus, Guillaume Faury, a inizio gennaio. In Europa la banda di frequenza principale per il 5G è stata delimitata tra 3,4 e 3,8 GHz, frequenze che sono meno simili a quelle dei radioaltimetri in uso negli Stati Uniti. In Corea del Sud, un paese all’avanguardia nella diffusione della tecnologia mobile, le frequenze 5G non vanno oltre i 3,7 GHz.

Il Giappone, che permette ai suoi operatori di arrivare fino a 4,1 GHz, non prevede “nessuna misura di mitigazione sotto i 4 GHz”, cioè nessuna restrizione nello spettro in cui si svolgeranno le operazioni 5G negli Stati Uniti, “e non ci sono state segnalazioni di interferenze”, sostiene il Ctia, l’organizzazione che riunisce l’industria americana della telefonia mobile. Al momento la palla è nel campo delle autorita’ americane, che potrebbero decidere un rinvio per tutti all’ultimo momento e cercare di risolvere l’impasse normativo e tecnico. 

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