Cos’è e come funziona il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità)

Economia & Finanza

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Il suo obiettivo è consentire al fondo salva-Stati di concedere linee di credito agli Stati membri che si trovano in difficoltà sui mercati e diventare prestatore di ultima istanza per le crisi bancarie

 
Giuseppe Conte e Jean-Claude Juncker

Creare una sorta di Fondo monetario dell’Unione Europa per dare sostegno ai Paesi membri in caso di crisi finanziaria e rischio default. È uno degli obiettivi che hanno spinto i leader della zona euro ad avviare la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) che si dovrebbe concludere con l’approvazione di un nuovo trattato al Vertice europeo di dicembre, dopo l’accordo raggiunto lo scorso giugno all’Eurogruppo.

Lo scopo è consentire al fondo salva-Stati di concedere linee di credito agli Stati membri che si trovano in difficoltà sui mercati e diventare prestatore di ultima istanza per le crisi bancarie. Il Mes dovrebbe essere trasformato appunto in una sorta di Fondo Monetario Europeo e fungere al contempo da backstop comune (una rete di sicurezza) per il Fondo di Risoluzione Unico delle banche in crisi.

 

Quando è nato e chi ha aiutato

Il Mes è nato durante la crisi della zona euro sulla base del Fondo Europeo di stabilità finanziaria che era stato creato nel 2010 per la Grecia. Entrato in funzione nel 2012 e diretto dal tedesco Klaus Regling, ha un capitale autorizzato di 700 miliardi di euro, di cui solo 80 sono stati effettivamente versati dagli Stati membri: l’Italia è il terzo maggior sostenitore con un contributo di 14 miliardi di euro. Versano più del nostro Paese solo Germania e Francia.

Tra il 2010 e il 2015 il Mes ha salvato cinque paesi: Grecia (tre programmi di assistenza finanziaria), Irlanda, Portogallo, Spagna Cipro. In cambio degli aiuti, questi Stati membri hanno dovuto sottoscrivere un “memorandum d’intesa” e impegnarsi a attuare una serie di riforme sotto il monitoraggio della cosiddetta “Troika” formata da Commissione, Banca centrale europea e Fondo Monetario Internazionale. 

Gli strumenti a disposizione

Secondo la riforma concordata all’Eurogruppo il Mes dovrebbe dotarsi di due strumenti: una “linea di credito precauzionale condizionata” e una “linea di credito a condizioni rafforzate”. Entrambe saranno disponibili per gli Stati membri dell’area euro con fondamentali economici sani, ma che potrebbero essere colpiti da shock avversi fuori dal loro controllo.

La “linea di credito precauzionale condizionata” è riservata agli Stati membri in cui la situazione economica e finanziaria è fondamentalmente forte e il cui debito pubblico è sostenibile. Ma ci sono delle condizioni per accedervi e le nuove condizioni, secondo i critici della riforma, non faranno altro che inasprirsi ulteriormente, rendendo difficile poter accedere al programma di aiuti.

Sarà infatti necessario il rispetto, nei due anni precedenti, della regola del 3% del deficit e la riduzione del debito di 1/20 l’anno. La “linea di credito a condizioni rafforzate” è invece riservata ai paesi la cui situazione economica e finanziaria rimane sana.

Nella storia zona euro c’è un solo precedente di ristrutturazione del debito detenuto dai privati, con il Private Sector Involvement effettuato nell’ambito del secondo salvataggio della Grecia nel 2012. Infine, non va dimenticato che il Mes è la porta di accesso allo cosiddetto scudo anti-spread della Bce.

Una delle condizioni per potere beneficiare degli acquisti di titoli pubblici dell’Outright Monetary Transactions (Omt) lanciato da Mario Draghi nel 2012, è necessario sottoscrivere un programma di assistenza finanziaria con il Mes.

Il nuovo trattato Mes riformato dovrebbe entrare in vigore una volta che sarà ratificato dai Parlamenti di tutti i 19 Stati membri della zona euro. Il processo di ratifica dovrebbe iniziare dopo l’accordo formale sul testo del nuovo trattato e gli altri documenti collegati su cui si esprimerà il Consiglio europeo di dicembre. 

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