Crisi?

Politica

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Sul vocabolario della lingua italiana, alla voce “crisi” leggiamo: “sostantivo femminile che evidenzia cambiamento di una condizione”. La definizione non sembrerebbe rilevare problemi d’interpretazione. Ma l’Italia è sempre stata un Paese dai forti contrasti sociali. Oggi la situazione s’è tanto ingarbugliata, ma non solo a causa del Covid-19, da non ritrovare più quell’equilibrio che consentiva all’uomo “comune” di sperare in un futuro differente.

Quale sarà la strada per uscire dal tunnel del malessere e della recessione? E’ poco efficace, data l’allerta sanitaria, andare a cercare le responsabilità politiche. Che, se ci sono state, hanno coinvolto tutti i partiti e ora è inutile tornarci sopra. I segnali d’allerta per gli anni passati non sono mancati. Sembravano bastare gli accordi di programma per tirare avanti; senza intuire che ci stavamo scavando la “fossa”. Poi, la Pandemia. Ora, uscirne è un’incognita. Prevediamo, in ogni caso, tempi complessi che potrebbero implicare ancora sacrifici per tentare di garantire, almeno, un’economia gestibile; se pure al minimo.  

 Su questa evidente realtà andranno a scontrarsi anche le ideologie dei partiti politici che in autunno si faranno “risentire”. Non ci sono, al momento, parametri vincolanti, ma solo ipotesi. Il tutto è ancora più complesso per questa Pandemia che ha sconvolto il pianeta. Vivere nel Bel Paese resta un’impresa; che potrebbe essere più difficile da gestire. Solo fatti concreti potranno darci il polso della situazione prima di fine d’anno. Intanto, l’incognita sanitaria ci rende particolarmente riflessivi. Anche perché sul fronte sanitario abbiamo ancora fiducia; su quello politico, no.

Giorgio Brignola

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