Dati statistici sugli italiani nel mondo

Senza categoria

Di

Ricerca del Dossier Statistico Immigrazione della Caritas

Gli italiani nel mondo che hanno conservato la cittadinanza sfiorano i quattro milioni (3.930.499: è questo il dato aggiornato delle anagrafi consolari al mese di ottobre 2000). I consolati italiani, strutture sparse in tutto il mondo, effettuano d’ufficio le registrazioni nei vari paesi sulla base dei contatti diretti con i nostri emigrati.

A sua volta l’AIRE, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero gestita dal Ministero dell’Interno in collaborazione con i Comuni, riporta i dati delle cancellazioni anagrafiche effettuate dai comuni stessi: si tratta di un procedimento burocratico più formale, che non sempre viene eseguito da chi espatria: a fine maggio 2000 risultavano registrati 2.756.000 italiani trasferitisi all’estero, con una sottovalutazione di più di un milione di unità rispetto a quanto rilevato dai consolati. L’AIRE, però, è ricco di dati particolareggiati riguardanti la provenienza regionale degli italiani trasferitisi all’estero. Pertanto, utilizzando queste disaggregazioni e proiettandole sui 4 milioni di italiani all’estero, si può avere una visione più articolata.

Le statistiche migratorie sono complesse e i dati acquisiti dai paesi di origine non corrispondono esattamente a quelli dei paesi di accoglienza. Influiscono al riguardo non solo i sistemi di rilevazione ma anche le acquisizioni di cittadinanza, che nel frattempo sono intervenute e che non necessariamente comportano la perdita di quella italiana.

Nei flussi di più vecchia data si può ipotizzare, in buona parte dei casi, l’acquisizione della cittadinanza sul posto e semmai si pone il problema di stimare il numero degli oriundi. Il Ministero degli Esteri nel 1995 parlava di 58,5 milioni di oriundi, di cui 38,8 milioni in America Latina, 16,1 milioni in America del Nord, 2 milioni in Europa e 0,5 milioni in Oceania: nel 2000, secondo una stima dello stesso Ministero, il numero dovrebbe collocarsi tra i 60 e i 70 milioni.

La maggior parte dei quattro milioni di italiani nel mondo, che hanno conservato la cittadinanza, sono i protagonisti dei flussi di espatrio a noi più vicini nel tempo, flussi continuati fino ai nostri giorni al ritmo fisiologico di circa 40/50 mila l’anno con il coinvolgimento prevalente delle regioni del Sud (30%) e delle Isole (24%) ma anche di quelle del Centro (16%) e del Nord (30%), come risulta dalla media ricavata a partire dagli ultimi anni ’80 fino al 1996

I paesi di insediamento degli italiani all’estero
I primi quattro paesi in graduatoria per il numero degli italiani residenti sono: in Europa, la Germania (688.000), la Svizzera (582.000) e la Francia (378.000) e, in America, l’Argentina (580.000). Questi quattro paesi, con 2.224.000 presenze, accolgono più della metà dei cittadini italiani nel mondo: tra di essi la Germania resta saldamente in testa. E’ stato già accennato che su questa graduatoria influisce ovviamente il processo di acquisizione della cittadinanza locale.

Vi è quindi una seconda categoria, composta da 7 paesi, con valori tra 100 e 300 mila presenze, tra i quali la rappresentanza d’oltreoceano è prevalente: Brasile 307.000, Belgio 287.00, Stati Uniti 215.000, Gran Bretagna 153.000, Canada 132.000, Venezuela 130.000 e Australia 119.000
La terza categoria (tra 10.000 e 100.000 presenze) è composta da un gruppo di 10 paesi: Uruguay, Sud Africa, Cile, Spagna, Olanda (questi primi cinque superano le 30.000 presenze) e, quindi, da Perù, Lussemburgo, Austria, Monaco e Colombia.

Sono nove i paesi appartenenti al quarto gruppo (tra i 2.500 e i 10.000 italiani): Grecia, Svezia, Croazia, San Marino, Israele, Ecuador, Egitto, Danimarca e Messico.

Seguono da ultimo tutti gli altri paesi del mondo con una presenza inferiore alle 2.500 unità..

Marcinelle 8 agosto 1956: i fumi dell’incendio alla miniera di carbon fossile del Bois du Cazier

Marcinelle 8 agosto 1956: i fumi dell’incendio alla miniera di carbon fossile del Bois du Cazier
Risulta, così, che la presenza italiana nel mondo riguarda in misura preponderante l’Europa (2.207.638 presenze, pari al 56,2%, di cui 1.638.436 nell’Unione Europea) e l’America Latina (1.161.197 presenze: 29,5%) e ancora in misura significativa, seppure più contenuta, il Nord America (346.440 presenze: 8,8%)e l’Australia (119.000: 3,0%).

In sintesi, su 10 italiani sparsi nel mondo, all’incirca 6 stanno in Europa, 3 in America Latina e 1 nei paesi anglosassoni d’oltreoceano (Stati Uniti, Canada e Australia). In Asia e in Africa si trovano insediamenti quanto mai ridotti di italiani: l’eccezione più vistosa è costituita dal Sud Africa con 38.000 italiani.

Torna utile un confronto con i paesi di origine degli immigrati insediatisi in Italia nel corso degli ultimi 30 anni. L’Africa (3 presenze su 10) e l’Asia (2 su 10) sono ben rappresentate, come anche lo sono i paesi dell’Est europeo (3 su 10): invece vi sono un cittadino dell’Unione europea e un latino-americano ogni 10 immigrati. Così come noi italiani, quando eravamo un paese povero, abbiamo preso la via che ci ha portato nei paesi più sviluppati, altrettanto hanno fatto nei nostri confronti più di recente i paesi scarsamente sviluppati. L’America Latina, che a lungo ha costituito un importante sbocco migratorio, è diventata a sua volta un polo d’esodo a causa di un processo di sviluppo risultato insoddisfacente.

Incrocio tra regioni di origine e paesi di destinazione

Per riuscire a individuare le preferenze regionali negli sbocchi migratori bisogna far riferimento alla ripartizione complessiva degli italiani nel mondo: Nord 29,0%, Centro 11,1%, Sud 39,0% e Isole 20,9%.

La presenza degli italiani in Europa è caratterizzata da una più forte presenza di meridionali:

particolarmente elevata in Germania (79,6%, primo gruppo quello siciliano: 215.000 persone) e in Belgio (67,3%, primo gruppo ancora quello siciliano: 91.000 persone);
più contenuta, ma sempre maggioritaria, in Francia (51,6%, primo gruppo quello siciliano: 60.000), in Gran Bretagna (56,1%, primo gruppo quello campano: 37.000) e in Olanda (53,6%, primo gruppo quello sardo: 7.000);
bassa in Spagna (12,2%, primo gruppo quello lombardo: 6.000) e in Lussemburgo (47,8%, primo gruppo quello pugliese: 7.000).
In America Latina sono meglio rappresentate le regioni del Nord-Centro Italia: Brasile (68,8%, primo gruppo quello veneto: 77.000), Cile (87,8%, primo gruppo quello lombardo: 4.000), Perù (87,2%, primo gruppo quello ligure: 5.000) e Uruguay (63,8%, primo gruppo quello lombardo: 8.000). In Argentina le regioni del Nord-Centro Italia hanno all’incirca lo stesso peso di quelle meridionali (ma il primo gruppo è quello calabrese con 90.000 unità); nel Venezuela, invece, prevalgono i meridionali (70%) e il primo gruppo è quello campano (28.000).

Anche nel Nord America prevalgono le regioni meridionali: Stati Uniti (74,8%, primo gruppo quello siciliano: 55.000) e Canada (69,5%, primo gruppo quello calabrese: 24.000).

I meridionali prevalgono anche in Australia (71,8%, primo gruppo quello calabrese: 29.000), mentre nel Sud Africa vengono per prime le regioni del Nord-Centro Italia (primo gruppo quello dei friulani: 5.000).

Più della metà degli italiani nel mondo (59,9%) proviene dal Meridione, quasi un terzo dal Nord e poco più del 10% dalle regioni del Centro.

Risiedono attualmente all’estero sette italiani rispetto a 100 abitanti rimasti in Italia, tuttavia con un peso differenziato a seconda delle aree. Nelle regioni del Nord e del Centro il rapporto è di 4 emigrati per 100 abitanti, mentre nelle regioni meridionali vi sono più di 11 emigrati per 100 abitanti.

Nel Nord l’area maggiormente contrassegnata dalla presenza all’estero è il Nord Est: rispetto a 100 residenti in regione sono 13,5 i residenti all’estero per il Friuli Venezia Giulia e 7 i residenti all’estero sia per il Veneto che per il Trentino Alto Adige.

Nel Centro, l’area meno segnata dall’emigrazione, costituisce un’eccezione la regione Marche della quale il 7% si trova all’estero.
Nel Meridione, rispetto alla media di 11 corregionali all’estero ogni 100 residenti, collocano al di sopra l’Abruzzo, la Calabria, la Basilicata e la Sicilia con circa 15 residenti all’estero. Un caso ancora più significativo è il Molise, regione della quale più di un quinto della popolazione risulta all’estero (27,3%).

Riprendendo il confronto con il recente fenomeno dell’immigrazione estera in Italia (un milione e mezzo di soggiornanti all’inizio del 2000), va precisato che, mentre il 7% della popolazione italiana è stata accolta all’estero (4 milioni di persone), è del 2,6% l’incidenza dei soggiornanti stranieri sui 57 milioni 680.

FONTE: Elaborazioni Caritas Roma/Dossier Statistico Immigrazione su dati AIRE e Anagrafe consolare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube