Decollano anche in Italia le raccolte di fondi

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 La scommessa degli investitori che diventano soci.Innovare con il crowdfunding   

L’Osteria Rabezzana (To) che ha lanciato una campagna con CrowdfundMe

 Dalla tradizione all’innovazione passando per il crowdfunding. E’ la storia di molte nuove e ‘vecchie’ imprese, che scelgono la raccolta di capitali per centrare obiettivi di espansione o ammodernamento, come l’apertura di nuovi locali, l’assunzione di personale o l’avvio di attività di marketing. Il tutto in una visione ‘sociale’ e partecipata dell’impresa. L’equity crowdfunding è un innovativo sistema di investimento che nasce come risposta alla necessità delle start-up che vogliono accedere a capitali privati e degli investitori che cercano uno strumento semplice per investire in aziende non quotate.

L’investitore visitando un portale dedicato può scegliere il progetto su cui investire e quanto investire. L’investimento si aggiungerà ad altri per permettere alla società di sviluppare il proprio business come indicato pubblicamente nella pagina relativa al progetto. La quota investita potrà quindi fruttare un ritorno economico all’investitore, nel momento in cui la società distribuisse dei dividendi ai suoi soci.

La prima piattaforma di equity crowdfunding in Italia per numero di investitori è CrowdFundme, una start-up fondata nel 2014 da Tommaso Baldissera Pacchetti, autorizzata della Consob, e con una forte attenzione alla selezione di potenziali start-up e pmi alla ricerca di fondi per la loro crescita.

“Siamo 5 persone tutte giovani, di età media circa 30 anni -dice a Labitalia Carlo Valentini, Marketing Manager di CrowdfundMe-, e attorno a noi lavora una nutrita squadra di consulenti e sviluppatori. La piattaforma è nata per dare credito alle ottime idee che spesso, per vari motivi, non trovavano il necessario sostegno finanziario. Siamo cacciatori di buone idee, così ci piace definirci”. E sicuramente le idee sono state quelle giuste, come testimoniano di numeri di CrowdfundMe.

Dal 2014, infatti, la società ne ha fatta di strada tanto che sta avviando l’ iter per la quotazione in Borsa sull’Aim Italia. A fine 2016 aveva raccolto in totale 525.000 euro in 4 campagne di successo; a fine 2017 il totale raccolto era arrivato a quota 4.150.000 euro in 19 campagne. Ad oggi, dall’inizio della sua attività gli investimenti raccolti sono stati in totale 11.260.000 euro con 40 campagne di successo (chiusesi con abbondante superamento dell’obbiettivo prefissato). In totale, dalla sua nascita a oggi, la piattaforma ha lanciato 59 campagne che sono state seguite da circa 2.500 investitori per un totale di 5.350 investimenti. Un record che le permette di attestarsi come la prima piattaforma di equity crowdfunding per numero di investitori.

Tra le campagne concluse con successo, Valentini ricorda “Glass2Power e Winelivery”. “La prima ha finanziato una startup, ora diventata Spa, che produce vetri fotovoltaici e la seconda, l’enoteca 2.0, che proprio in questi giorni ha aperto la sua terza campagna pubblica di equity crowdfunding, puntando a raccogliere 1,2 milioni di euro per accelerare in Italia e aprire anche all’estero”. Investendo su queste raccolte, dice Valentini “si diventa soci di queste società che hanno una grande possibilità di crescita”. “Certo sono investimenti ad alto rischio, ma anche con grandi potenzialità: il valore della quota può crescere di parecchio. Direi moltiplicarsi e non solo aumentare”, spiega.

Sette le campagne in corso,in questo momento: Osteria Rabezzana, Racine Carrèe, Seed Money, Innovitas vitae, Winelivery e Revotree. Quella lanciata dall’Osteria Rabezzana di Torino riguarda un locale tipico nel centro del capoluogo piemontese che unisce alla ristorazione, anche la produzione di vino e l’enoteca. Una scelta di successo in Italia e all’estero, tanto che a Londra nel 2014 ha aperto l’Enoteca Rabezzana Er, nel quartiere di Smithfield, davanti al più antico mercato delle carni della city.

“Fu il mio bisnonno Luigi -dice a Labitalia Franco Rabezzana, proprietario dell’Osteria-, produttore di vini a S.Desiderio d’Asti ad aprire nel 1911 un emporio per la vendita a Torino, in via San Massimo. Il nonno Carlo, invece, aprì una prestigiosa enoteca, poi diventata osteria, in piazza Carignano. E nel 1946 papà Renato trasferì il punto vendita in via San Francesco d’Assisi 23, dove si trova attualmente l’Osteria Rabezzana”. Insomma un luogo pieno di storia e tradizione, che però ha saputo innovarsi sotto la guida di Franco, ingegnere ed esperto di finanziamenti e progetti europei.

“Con la campagna di crowdfunding -spiega Franco- vogliamo esportare questo modello unico di ristorazione che ha al centro il vino. Abbiamo una cantina di 900 etichette che permette a chi viene da noi un’esperienza unica di abbinamento vino-cibo”. La raccolta permetterà a chi investe di diventare socio del locale, dell’attività di produzione e commercio di vini e di un nuovo progetto di espansione con locali con format iconico nelle maggiori città italiane. Recentemente la campagna ha anche superato l’obiettivo (115% a 126.305 euro), grazie anche ad una iniezione del fondatore che ha deciso di investire alle medesime condizioni degli altri investitori per dare fiducia agli stessi e alle pmi “old economy” che vogliono intraprendere la via dell’equity crowdfunding. 

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