Del Vecchio, ovvero quando il made in Italy diventa Storia

Economia & Finanza

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Aveva 87 anni ed era ricoverato in terapia intensiva al San Raffaele da diverse settimane. Ha fondato uno fra gli imperi più imponenti nel mondo dell’ottica. Il rebus dell’eredità.

di Ivana Pisciotta

© Luxottica – Leonardo Del Vecchio

 

AGI – La storia di Leonardo Del Vecchio ha il sapore di una favola d’altri tempi, è l’esempio del vero self made man di stampo anglosassone che davanti alle sfortune della vita, non è stato ad auto-commiserarsi ma si è rimboccato le maniche con caparbia e tenacia. E ce l’ha fatta.

Il principe dell’imprenditoria italiana, classe 1935, aveva origini umili: ultimo di quattro fratelli, il padre commerciante di frutta di origini pugliesi, muore prima della sua nascita e anche per questo la madre Grazia Rocco sceglie di dargli lo stesso nome. Pochi anni dopo, il giovane Leonardo viene affidato al collegio dei Martinitt (l’orfanotrofio di Milano), dove resta fino al diploma di scuola media.
Con la morte del fondatore di Luxottica parte la corsa alla successione di un impero da circa 30 miliardi di dollari

Adolescente, riesce a studiare design studiando ai corsi serali e quindi si trasferisce in un paesino nel Trentino dove trova lavoro come operaio in una fabbrica di incisioni metalliche.

Poi, il trasferimento ad Agordo, in provincia di Belluno, dove apre una bottega di montature di occhiali. Una bottega che nel 1961 diventa una vera e propria azienda, con 14 dipendenti e specializzata nella produzione di minuteria metallica per le occhialerie.Nel 1967, comincia a produrre occhiali con il marchio Luxottica.

L’azienda comincia la sua ascesa e nel 1981 il suo patrimonio è così solido, che Leonardo decide di andare alla conquista degli Usa. Con questo obiettivo, chiede (e ottiene) dal Credito Italiano un prestito necessario ad acquistare Avantgarde, un marchio statunitense di occhiali. Solo un anno dopo apre quattro nuovi stabilimenti e assume 4.500 persone, e così restituisce alla banca tutto il capitale con gli interessi. Da qui, la sua corsa è senza freni.

Nel 1988 stringe accordi di licenza con Giorgio Armani e lavora con altri marchi di lusso come Bulgari, Chanel, Prada e Valentino entrando di diritto nell’Olimpo dei marchi made in Italy più apprezzati del mondo.

Nel 1990 Luxottica viene quotata a Wall Street e cinque anni dopo, ha il titolo di maggior produttore e distributore sul mercato ottico mondiale. Nel 1995, acquista con i Benetton la SME (ex gruppo IRI).

Nel dicembre 2000 Luxottica viene quotata alla Borsa di Milano, e via via comincia ad acquisire ltri marchi nei settori della produzione e della distribuzione di occhiali da sole e da vista: Vogue, Persol, Ray-Ban, Sunglass Hut e Oakley.

La sua incredibile avventura cambia il volto dell’occhialeria italiana ma soprattutto di tutto il mondo imprenditoriale. La crescita inarrestabile del suo marchio culmina nel 2017 con una fusione record da 50 miliardi di euro fra Luxottica ed Essilor.

Non si contano le onorificenze: Cavaliere dell’Ordine al Merito del Lavoro nel 1986, nel 1995 gli è stata conferita una Laurea honoris causa in Economia aziendale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 1999, poi, un Master honoris causa in International Business dal MIB di Trieste e, ancora, una laurea in Ingegneria gestionale e una in Ingegneria dei materiali, rispettivamente dalle Università di Udine e Milano.

Ricca di colpi di scena, la sua vita privata. Si è sposato tre volte e da questi matrimoni ha avuto sei figli. Claudio, Marisa e Paola sono frutto della prima unione con Luciana Nervo.

Si sposa poi nel 1997 con Nicoletta Zampillo (dall’unione nasce Leonardo Maria), da cui divorzia nel 2000 e che risposa nel 2010.

Negli anni di separazione ha una storia con Sabrina Grossi, che dà alla luce Luca e Clemente.

Secondo la rivista Forbes, la sua ricchezza al 10 aprile 2022 è di circa 27,3 miliardi di dollari: un patrimonio che lo colloca come secondo uomo più ricco d’Italia e 62esimo al mondo.

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