Di Maio: “Con la destra rischiamo il baratro”

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Il leader di Impegno civico ha dialogato con l’AGI spiegando qual è la ricetta per fronteggiare i rincari sull’energia: il “decreto taglia-bollette, il tetto massimo europeo al prezzo del gas e l’azzeramento dell’Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici”.

di Giovanni Lamberti

Luigi Di Maio

 

AGI – Con la destra al governo “l’Italia rischia il baratro”, il voto a “Impegno Civico e alla coalizione progressista” è l’unico in grado di battere il “trio sfascia conti” mentre “le altre sono liste solitarie e ogni voto dato a Conte o a Calenda va ad avvantaggiare di fatto Meloni e alleati”. Luigi Di Maio ha dialogato con AGI delle imminente elezioni del 25 settembre.

Il ministro degli Esteri spiega innanzitutto qual è la ricetta per fronteggiare i rincari sull’energia. “Per noi ci sono tre passaggi fondamentali”, la premessa. “Il primo – osserva – è il decreto Taglia-Bollette: fino alla fine dell’anno lo Stato paga l’80% delle bollette di tutte le imprese italiane, dalla più piccola alla più grande, e delle famiglie in difficoltà. Per le imprese occorrono circa 13 miliardi. Li prendiamo – afferma il ministro degli Esteri – dalle maggiori risorse che lo Stato incassa, ad esempio, su Iva e accise derivanti dall’inflazione. 120mila aziende sono a rischio chiusura e 370mila lavoratori potrebbero perdere il posto, non possiamo perdere tempo”.

“Secondo step – aggiunge -, tetto massimo europeo al prezzo del gas. Portiamo avanti ormai da mesi questa battaglia, che non viene sposata ma anzi osteggiata da Salvini e alleati, inerti davanti a milioni di cittadini costretti a pagare bollette esorbitanti a Putin. Terzo, azzeramento dell’Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici”.

Il leader di Impegno civico, oltre che sulle questioni legate al caro-energia, si sofferma sulla politica estera. “Il sostegno del nostro Paese al popolo ucraino contro l’atroce aggressione di Putin è sempre stato fermo e convinto. Siamo al fianco di un popolo che, difendendo la propria terra, difende l’intero continente. Se la posizione espressa come Italia è stata univoca, quella di alcuni partiti è stata quantomeno ondivaga”, rimarca.

“Salvini – sottolinea – si è detto più volte contrario alle sanzioni e insieme a Berlusconi ha ammiccato a Putin, Conte riceveva i complimenti dell’ambasciata russa sulla risoluzione Ucraina. Sullo sfondo, poi, tutta la questione del rischio di legami tra leader e partiti italiani con ‘pezzi’ del mondo finanziario e politico russo, per cui già da tempo invochiamo la costituzione di un’apposita commissione d’inchiesta nella prossima legislatura”.

“Con le amicizie pericolose che si ritrova la destra – osserva ancora il leader di Impegno civico – rischiamo l’isolamento, e a questo proposito cito il legame politico tra Meloni e Orban, che ha creato non poche turbolenze anche all’interno della destra stessa, ad esempio con Berlusconi“.

“Inoltre – aggiunge il ministro degli Esteri – mi risulta che la Lega di Salvini abbia ancora un accordo con il partito di Putin. La guerra in Ucraina non miete solo vittime su quel territorio, ma crea effetti disastrosi per l’economia e per la situazione energetica globale”.

“Impegno Civico – rimarca il responsabile della Farnesina – ha soluzioni fattibili e concrete, la destra no e rischia di trascinare l’Italia nel baratro, bruciando pure i risparmi degli italiani”.

“Lo ribadisco, la politica estera – afferma Di Maio – entra nelle case dei cittadini, nella misura in cui, per dirne una, famiglie e imprese oggi sono costrette a pagare cifre astronomiche per le bollette. Tutto denaro, tra l’altro, che va a finire a Putin. Essere ambigui o timidi sul tetto massimo al prezzo del gas, come fa Salvini, fa male al nostro Paese. Ecco anche perchè dico che bisogna stare in Ue e nell’alleanza euroatlantica”.

Il responsabile della Farnesina parla di riforme: “Dobbiamo lavorare su quelle riforme attese da decenni che servono a sbloccare la crescita del Paese”.

“Penso – premette – alla riforma della Pubblica Amministrazione, digitalizzando i servizi e abbattendo la burocrazia. Penso alla riforma della giustizia, da portare a termine. Penso alla riforma della scuola, che deve formare giovani generazioni con competenze adeguate alle attuali necessità delle imprese. E senza dubbio l’istituzione del salario minimo, da realizzare insieme alle imprese, per dire una volta per tutte stop a paghe da fame a 2 o 3 euro l’ora. Ma anche del salario equo”.

Il responsabile degli Esteri affronta anche l’argomento fisco (“Già nella scorsa legge di Bilancio abbiamo fatto in modo che si passasse da 5 a 4 scaglioni e abbiamo abbassato la percentuale dell’aliquota. Adesso bisogna continuare, passando da 4 a 3 scaglioni per fascia di reddito e diminuendo ancora di più questa percentuale”) e il tema dei diritti (“È importante introdurre la figura del Rappresentante speciale del Governo per il rispetto dei diritti Lgbt e approvare al più presto la legge contro l’omobitransfobia. E poi, nel solco della parità dei diritti, per noi è necessaria l’equiparazione delle unioni civili al matrimonio“).

Infine, una promessa sul reddito di cittadinanza: “È una misura che ha fatto respirare milioni di persone in stato di povertà, disabili, inabili al lavoro, pensionati. Toglierlo a loro, come vuole fare brutalmente Meloni, rischia di trascinare il Paese verso un’altra crisi, stavolta sociale. Io ho firmato la legge sul Reddito, io la difendo e posso migliorarla, ad esempio mettendo in contatto diretto imprese e lavoratori e superando cosi’ il malfunzionamento dei centri per l’impiego”.

 

 

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