Discriminazioni di fine anno

Ancora troppi episodi di chiusura e intolleranza alla vigilia del 2020

Attualità & Cronaca

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La fine del 2019, purtroppo, ci fa registrare due brutti episodi, due brutte storie di discriminazioni, le ennesime, delle quali avremmo certamente fatto a meno. Deve interrogare e preoccupare tutti la ciclicità sempre più frequente con la quale si verificano simili scene. La prima storia è ambientata a Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia. Alcuni clienti di una pizzeria hanno abbandonato il locale, dopo aver prima platealmente protestato, perché “disgustati” dalla presenza di un gruppo di ragazzi con sindrome di down seduto ad un tavolo vicino. Il luogo dove si svolge la seconda storia è invece Ferentino, comune di poco più di ventimila anime a circa dodici chilometri da Frosinone. Una comitiva di dieci famiglie aveva scelto di trascorrere insieme l’ultimo dell’anno. Al momento di finalizzare la loro prenotazione, tuttavia, hanno dovuto stravolgere i loro piani. I responsabili della struttura hanno rifiutato la loro presenza perché i loro figli autistici – ragazzi tra i dodici e i diciotto anni – avrebbero potuto “disturbare” gli altri ospiti dell’hotel “Terme di Pompeo – Fontana Olente”, la struttura dove avrebbero voluto prenotare. Il direttore dell’albergo, con una motivazione decisamente poco credibile, ha detto agli increduli genitori che, per garantire “la tranquillità degli altri clienti”, non avrebbe ospitato i loro ragazzi. Queste sono solo alcune delle scorie di un 2019 decisamente “inquinato” nei racconti di cronaca. A scadenza pressoché regolare abbiamo assistito ad episodi ora di razzismo, ora di discriminazione, ora di intolleranza. Diversi studi, purtroppo, hanno evidenziato il ruolo decisamente non edificante dei social: anziché essere usati come strumenti per accorciare le distanze e promuovere messaggi di accoglienza, sono sempre più mezzi per diffondere violenza e cattiveria. Diversi rimedi sono stati messi in campo e altri ancora andranno adottati per contenere questa ondata di fango e cattivi sentimenti. Nel frattempo, speriamo, nel 2020, di assistere a sempre meno episodi di questo tenore, arrivando, il più in fretta possibile, a non sentirne più parlare del tutto.

Vito Longo

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