Dopo tre settimane dalla somministrazione del vaccino viene ricoverato meno del 2%

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Secondo uno studio la maggior parte delle persone che sono state ricoverate hanno contratto l’infezione entro una settimana dalla vaccinazione ma poi c’è stato un calo molto netto nei numeri. 

Solo 32 persone in tutto il Regno Unito sono state ricoverate in ospedale a causa dell’infezione Covid-19 tre settimane dopo aver ricevuto il vaccino. Sono i dati confortanti diffusi dal Coronavirus Clinical Characterisation Consortium che ha esaminato più di 74mila ricoveri tra settembre dello scorso anno e l’inizio di marzo.

Le persone colpite da Covid-19 sono state 2mila in totale e tutti, tranne 32, sono rimasti contagiati prima che il vaccino avesse il tempo di agire.

Secondo gli scienziati questa sarebbe la prova che i vaccini stanno funzionando “straordinariamente bene” nel ridurre i ricoveri e le morti per Covid-19.

“Quello che si vede – dice Calum Semple dell’Università di Liverpool, uno degli autori del documento – è che la maggior parte delle persone che sono state ricoverate hanno contratto l’infezione entro una settimana dalla vaccinazione ma poi c’è stato un calo molto netto nei numeri. Tre settimane dopo essere stati vaccinati, si potevano contare solo 32 persone su 2.000 che erano state vaccinate e questo è un numero minuscolo, minuscolo, meno del 2 per cento“.

Secondo lo scienziato, si tratta “davvero di un buon dato nel mondo reale che mostra che questo vaccino funziona e che una dose funziona davvero bene”.

Attualmente sono in corso studi sulla protezione che le persone ottengono da due dosi, il che potrebbe portare a dati ancora più confortanti.

In Inghilterra e Galles a marzo il Covid non è più stato la causa principale di morte: era da ottobre scorso che non succedeva. Lo ha riferito l’ufficio nazionale statistiche (Ons), precisando che il mese scorso l’epidemia di coronavirus è stata solo la terza causa di decesso nelle due aree (9,2% in Inghilterra e 6,3% in Galles), dopo demenza e Alzheimer, primi responsabili con il 10,1%.

AGI

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