Draghi accelera, Recovery Plan e decreto Covid giovedì in Cdm​

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Ai partiti ricevuti a palazzo Chigi il premier ha sottolineato che occorre procedere a riaperture graduali, ma rimane la misura del ‘coprifuoco’.

Due i dossier sul tavolo di Mario Draghi e che approderanno giovedì in Consiglio dei Ministri. Il primo è quello della ripartenza. Il presidente del Consiglio alle forze politiche continua a dire che occorre equilibrio. Consapevole che da una parte spira il vento “anticipiamo le misure”, dall’altra c’e’ chi protesta perché lo rimprovera di aver precorso i tempi. Bisogna andare nella direzione delle riaperture graduali, ha sottolineato anche con i partiti ricevuti a palazzo Chigi sul ‘Recovery’.

Al momento dunque non è prevista la cancellazione o la rimodulazione della misura del coprifuoco ne’ un cambiamento di programma rispetto alle decisioni prese nella cabina di regia di venerdì scorso.

Il Pnrr è il secondo dossier a cui lavora il Capo dell’esecutivo. Soddisfatto – ha confidato – perché il piano è quasi pronto, lo presenterà la prossima settimana in Parlamento. Se Fratelli d’Italia mantiene tutte le perplessità, Italia viva nota delle differenze tra il Recovery’ di Draghi e quello di Conte.

Tra le altre cose il cashback potrebbe finire presto nel dimenticatoio, ma il Capo dell’esecutivo non ha scoperto le carte. Annunciando solo che a maggio ci sarà un decreto sulle semplificazioni e più avanti uno sulla governance. La regia rimarrà a Palazzo Chigi ma parteciperà ai lavori tutta la squadra di governo. Venerdì sarà poi la volta del dl imprese che approderà in un altro Cdm da convocare.

Il provvedimento più atteso però è il nuovo decreto anti-Covid che illustrerà le tappe della ripartenza. Il primo passaggio sarà quello del Cts. Si riunirà domani, invierà un documento al governo sulle riaperture, darà indicazioni sulla scuola, cercherà di mettere paletti dove è possibile per evitare che il messaggio che arriverà il 26 aprile sia quella di un ‘liberi tutti’. Il timore degli scienziati è proprio questo, che senza una cautela nella ripartenza il rischio calcolato preso dal premier Draghi si trasformi in un azzardo assoluto.

Ci sono diversi nodi sul tavolo. Il primo è legato al ritorno in classe in presenza (ma non nelle regioni ad alto rischio) degli studenti, il Comitato tecnico scientifico non farà altro che ripetere i pareri fatti pervenire in occasione delle altre riaperture. L’immunologo dell’università Statale di Milano Abrignani ipotizza test salivari, “sono antigenici, quindi rapidi, e molto semplici da eseguire”. L’esecutivo sta valutando ma l’idea non è facilmente realizzabile. La linea sarà comunque condivisa con le Regioni. L’incontro è previsto per domani alle 17. I governatori chiedono ingressi scaglionati e un cambiamento per la capienza nei trasporti.

Nessun dubbio sulla possibilità di uno stop da parte dell’esecutivo ma potrebbero esserci delle deroghe per quegli istituti scolastici che dovessero manifestare delle difficolta’ a riaprire. Non si esclude dunque che la Dad possa scomparire del tutto. Per quanto riguarda cinema e teatri è già stato dato l’ok al ministro Franceschini, la capienza passerà dal 25 al 50%, gli spettatori all’aperto da 400 a mille, mentre al chiuso da 200 a 500.

La novità più attesa sarà la possibilità di spostarsi tra le Regioni gialle, anche se la svolta potrà portare ad un rialzo dei contagi. Con le regioni arancione e rosse il discorso è diverso, ci sarà un pass ma la funzionalità di questo sistema probabilmente vedrà la luce solo ad inizio giugno, quando arriverà la ‘green card’ europea. Il timore degli scienziati poi è che si dia luogo ad una discriminazione con chi non è stato ancora vaccinato e che non basti un tampone 48 ore prima.

Per gli scienziati comunque il pass non può essere cartaceo, c’è bisogno di un supporto informatico. Nei prossimi giorni il governo insisterà sulla necessità che i cittadini tengano alta la guardia. Scendono i casi Covid in Italia nelle ultime ore. Sono 8.864, molto meno dei 12.694 di ieri, ma pesa come sempre l'”effetto weekend”, con i pochi tamponi: solo 146.728 i test odierni, 84mila in meno, tanto che il tasso di positivita’ sale dal 5,5% di ieri al 6% di oggi.

I decessi sono 316 (ieri 251), per un totale di 117.243 vittime da inizio epidemia. Ancora in calo le terapie intensive, 94 in meno (con 141 ingressi del giorno), che scendono a 3.244. In risalita invece i ricoveri ordinari, 94 unita’ in piu’ (ieri -452), per un totale di 23.742. L’obiettivo dell’esecutivo è accelerare sulla campagna vaccinale. Si punta a superare il risultato delle 350 mila dosi circa al giorno. L’Ema domani si pronuncera’ su Johnson & Johnson, in serata sono arrivate 430.000 dosi di AstraZeneca. 

di Giovanni Lamberti
AGI – Agenzia Italia 

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