Draghi, “grazie alla campagna vaccinale, l’’economia riprende quota ”. Green Pass, Speranza “in due settimane oltre 40 milioni  di italiani lo hanno richiesto”

Politica

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di Myriam Di Gemma

ROMA –  Una ventata di concreto ottimismo. A trasmetterlo, il presidente del Consiglio, Mario Draghi in conferenza stampa, ieri, dopo  il  Consiglio dei Ministri.

La campagna vaccinale ha raggiunto numeri che colmano di speranza tutti gli italiani . L’obiettivo è riprendere al più presto una vita normale.

Il Green Pass è gettonatissimo (oltre 40 milioni di italiani lo hanno richiesto)  e l’economia finalmente riprende quota. Nella sala polifunzionale del Governo, presenti anche i ministri della Giustizia Cantarbia, e della Salute, Speranza.

“Iniziamo con una constatazione – puntualizza orgoglioso il Presidente del Consiglio – l’economia italiana va bene, si sta riprendendo, e l’Italia cresce ad un ritmo anche superiore a quello di altri Paesi europei.

Perché è avvenuta questa modifica? “Oggi il nostro Paese, a differenza di pochi mesi fa, ha somministrato oltre 63 milioni di dosi. L’aspettativa quindi – aggiunge Speranza – è che ci possa essere anche una maggiore circolazione virale senza una ricaduta sulle ospedalizzazioni forte come c’è stato nella fase precedente.

Quindi è giusto che in questa fase il driver fondamentale per il cambio di zona sia esattamente costituito dalle ospedalizzazioni”.

“Terzo:  l’estensione del Green Pass. In poche settimane , oltre 40 milioni il numero di “certificazioni verdi” scaricate dagli italiani. Questo è il dato di questa mattina (ieri, ndr) alle sette: 40.067.000.

È un numero altamente significativo, importante. Con questo decreto estendiamo in maniera piuttosto significativa l’utilizzo di questo strumento ad altre attività e ad altri servizi. Tra questi: i servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo al chiuso; gli spettacoli aperti al pubblico, gli eventi e le competizioni sportive; i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura; le piscine, le palestre e i centri benessere; le fiere e le sagre, i convegni, i congressi; i centri termali, i parchi tematici e di divertimento; i centri culturali, i centri sociali e ricreativi; le attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo, casinò; e, ancora, le procedure concorsuali.”.

Il Governo vuole diffondere  un messaggio sempre “più fermo e più convinto,”  vaccinarsi è  l’unica via d’uscita per allontanare definitivamente il periodo difficile che abbiamo affrontato.

Ministro Cartarbia sulla riforma del processo penale: “il problema della durata dei processi è un problema grave in Italia e non solo perché nelle condizioni del PNRR c’è stato richiesto di ridurre del 25% i processi penali, ma per ragioni legate innanzitutto a esigenze dei cittadini.

La ragionevole durata del processo evita la prescrizione, la ragionevole durata del processo è una garanzia dei diritti voluta dalla Costituzione. Il Consiglio dei Ministri precedente ha trovato un punto di condivisione nel dibattito che ne è seguito, si è aperta qualche preoccupazione su un punto specifico: data la criticità di alcune Corti di Appello, perché il problema riguarda alcune zone d’Italia, evitare che l’impatto di una novità come quella introdotta – soprattutto la improcedibilità dopo un certo periodo di tempo, che è variabile a seconda della gravità delle situazioni – non provocasse una interruzione di procedimenti importanti.

Questa è una preoccupazione molto seria che anche il Governo ha avuto sin dall’inizio ed è il terreno sul quale si stanno valutando proprio questi accorgimenti tecnici”.

Un collega solleva la questione delle sacche di impunità e Draghi evidenzia: “Nessuno vuole sacche di impunità, intendiamoci, nessuno vuole stabilire soglie di impunità, va bene? Quindi processo rapido e tutti i colpevoli puniti. Nessuno è a favore dell’uso della dilazione dei tempi, di quelle prescrizioni che c’erano anni fa. No, non è questo l’intento di questo Governo. Giusto per mettere in chiaro da quale parte stiamo.”

Cantarbia  rincara: “ Questa riforma non è la riforma della prescrizione, bensì è una riforma complessiva del sistema giustizia che mira ad abbreviare i processi anche per evitare le zone di impunità perché i processi lunghi – con percentuali molto alte –  portano alla prescrizione di processi anche nelle fasi iniziali.

Questo vogliamo evitarlo, e per tale ragione,  il governo ha messo in campo risorse umane con il grande reclutamento previsto al PNRR, digitalizzazione, riforma organizzativa e riforma processuale che prende tutto il processo dall’inizio delle indagini preliminari fino alla fine.

Dove c’è una difficoltà – e sono sette le Corti d’Appello, le stiamo visitando una ad una – interveniamo con strumenti ad hoc, con strumenti per fare in modo che nessuno possa essere in condizione di dire non ce la faccio a chiudere un processo in due anni o in tre anni a seconda della gravità del fatto”.

Draghi  tira le orecchie a Salvini, le cui parole (“vacciniamo e mettiamo in sicurezza chi ha dai 60 in su, dai 40 ai 59 scelgano, per i giovani non serve”)  sono state riprese da un collega in conferenza . “L’appello a non vaccinarsi – spiega Draghi –  è un appello a morire – non ti vaccini? ti ammali, muori – oppure fai morire, contagiandolo –“

Cantarbia risponde ad una domanda sulla riforma del processo : “C’è una percentuale importante – a mia conoscenza il 37% – delle prescrizioni che sono in fase di indagini preliminari e altrettante prima della fine del primo grado, Lo Stato sta investendo proprio per evitare che le lungaggini producano anche queste prescrizioni.

Poco tempo fa, a marzo, siamo stati condannati dalla Corte europea perché un processo si era prescritto addirittura nelle fasi delle indagini preliminari.

Quindi ben vengano innanzitutto gli  investimenti in organizzazione, risorse, digitalizzazione; secondo, la riforma prende per mano ogni singolo segmento del processo. Sulla fase delle indagini preliminari, ad esempio, si sono rivisti i termini della durata massima delle indagini preliminari; si è dato un potere al Giudice delle indagini preliminari di sollecitare il Pubblico Ministero se non ha finito (scaduto il termine si devi decidere: o archivi o rinvii a giudizio); si è dato un potere anche alle parti, all’indagato ma anche alle vittime, di chiedere la cosiddetta “discovery” proprio per incentivare una conclusione di questa fase che in molti casi dura troppo a lungo e tiene, tra l’altro, gli imputati in uno stato di grande incertezza”.

 Ma il green pass – chiede una giornalista russa – per i vaccinati con Sputnik, quando verrà riconosciuto? “Il Green Pass – replica Speranza – è un’iniziativa di tipo europeo e il vincolo che abbiamo è di riconoscere i vaccini che sono stati approvati da Ema.

Quindi in questo momento non siamo ancora nelle condizioni di poter utilizzare il Green Pass per il vaccino russo, proprio perché non è stato ancora approvato da Ema. Dalla Russia si può, comunque, già arrivare facendo la quarantena”.

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