È il giorno del G7 sull’Afghanistan

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Draghi chiede di coinvolgere Cina e Russia, Turchia, India e Arabia Saudita nella gestione del futuro del Paese 

© Pool/Carlo Lannutti / AGF 
– Mario Draghi

AGI – Coinvolgere Cina, Russia, Turchia, India e Arabia Saudita nella gestione del futuro dell’Afghanistan. Sarà questa una delle proposte che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, porterà sul tavolo del G7 che si riunisce in via straordinaria per discutere degli sviluppi della crisi afghana dopo la presa del potere dei talebani.

L’Italia, presidente di turno del G20, ha lavorato per giorni alla convocazione, già alla metà di settembre, di un vertice ad hoc dei 20 Grandi sulla questione afghana. Il premier ribadirà ai partner del G7 che la priorità resta la difesa dei diritti fondamentali, la difesa dei diritti delle donne, la protezione di tutti coloro che si sono esposti in questi anni nella difesa della costruzione di un Afghanistan democratico.

Questo obiettivo deve essere perseguito in tutti i contesti possibili, secondo Draghi. Ma il contesto geopolitico e strategico dentro il quale si colloca il futuro del paese asiatico dopo la presa del potere degli studenti coranici è molto ampio e non puo’ prescindere dal coinvolgimento di Pechino, di Mosca, di Delhi e di Ankara: Cina, Russia, Arabia Saudita, Turchia, India, sono membri del G20 ed è dunque il G20 la sede naturale dove poter avviare questa operazione di collaborazione.

Nei giorni scorsi il premier ha avuto una serie di colloqui telefonici con i principali leader mondiali, da Angela Merkel a Vladimir Putin a Emmanuel Macron allo stesso Joe Biden. Draghi ha anticipato quella che sarà la sua posizione anche a Boris Johnson, presidente di turno del G7. Il presidente del Consiglio e il primo ministro britannico hanno già vagliato “possibili iniziative delle rispettive presidenze del G7 e del G20 a favore della stabilita’ dell’Afghanistan e a difesa dei diritti umani e della libertà fondamentali nel Paese”.

Scopo primario del vertice di domani, nelle parole dello stesso Johnson, è quello di “prevenire una crisi umanitaria e aiutare la popolazione afghana a difendere le conquiste degli ultimi 20 anni”. Nel pomeriggio il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto che è pronto a sostenere la posizione britannica sulla l’imposizione di “sanzioni” contro i talebani.

Il tema sarà chiaramente sul tavolo e l’Italia potrebbe aderire alla proposta. Di certo durante il vertice di domani si cerchera’ una risposta comune che serva a fermare le ritorsioni dei talebani nei confronti dei cittadini afghani che hanno appoggiato il precedente governo, garantendo a questi ultimi una via d’uscita sicura dal Paese. Ma al di là delle drammatiche contingenze, è la considerazione che Draghi porterà al tavolo, bisogna ragionare sul dopo, in uno scenario che non puo’ limitarsi al tavolo dell’occidente industrializzato e democratico, ma che deve coinvolgere attivamente gli attori principali della scena mondiale, a cominciare da Mosca e da Pechino. E la sede naturale per farlo, ripeterà Draghi ai leader, è un summit del G20.  

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