Presentava il suo ultimo lavoro, Spizzichi e bocconi.

Le sacre scritture sono piene di riferimenti al cibo
fino ad arrivare persino dal cielo.
Di fianco alla parola cibo esplode tutta la sua drammaticità la parola fame, che oggi come ieri é una tragedia per tanta parte di mondo povero e silenzioso. Basti pensare quanto le speculazioni sul prezzo del riso condotte da grandi Istituti bancari da certe piazze finanziarie internazionali, provochino stragi di bambini per fame.
Per assenza di cibo, dell’ unico che potrebbero permettersi: il riso.
Ma il cibo e la memoria, in una combinazione dolcissima, toccano anche note poetiche.
Erri De Luca le tocca tutte.
Quanto è vera, lo sa ognuno di noi, la potenza di quel particolare Ragù o di quella particolare pasta al forno che quando incontra la tua memoria ti fa sentire al sicuro. A casa.
Un libro così bello, su questo tema, poteva scriverlo solo un italiano del Sud. Erri De Luca lo è a tutto tondo. Napoletano e segaligno, col passare del tempo il suo volto assume sempre di più i tratti dei napoletani acuti e poeti, che scrutano negli angoli dove la vita c’è. Dove essa crede. E ci crede.
Più guardo la sua foto e più mi pare un eroe della stirpe di Eduardo.
La mia ammirazione nei suoi confronti, è per il saper essere scrittore così come lui è .
E prescinde, perché così deve essere, dalle sue idee politiche. In un tempo in cui tira brutta aria per chi produce arte. Il pensiero unico vuole tutti dalla sua parte. In altre parole: ” tutti in fila per tre e quando arriva il direttore tutti in piedi e battete le mani”, come cantava un altro bravo napoletano: Edoardo Bennato.
Francesco Magisano