Ecco Mignani: “E aveva un solco lungo il viso, come una specie di sorriso”

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Subito una nostra domanda posta al nuovo tecnico: Mignani, benvenuto al sud, Bari la accoglie a braccia aperte. Lei è al corrente che da queste latitudini son transitati alcuni suoi colleghi che rispondono al nome di Antonio Conte, del suo compagno di squadra della “favola” Castel di Sangro Roberto Alberti, di Gaetano Salvemini e di Eugenio Fascetti? Senza dimenticare due suoi illustri concittadini, ovvero un certo Giampiero Ventura e Vincenzo Torrente, suo avversario nel campionato appena concluso e genovese di adozione che con 25 punti di penalità in due anni, sfiorò per due volte i playoff e chissà dove sarebbe arrivato il suo Bari, tutti suoi colleghi che hanno regalato emozioni infinite alla tifoseria? Ecco, caro Mignani, lei pensa che ci possano esserci margini per emulare questi suoi illustri predecessori? La possono, se non altro, spronare a far meglio?

Grazie per la curiosa domanda, davvero non mi è mai capitato di sentirne una simile, davvero complimenti. Dunque, non sapevo di questi particolari, ne vengo a conoscenza da lei. La cosa mi inorgoglisce e sicuramente mi sprona a far bene in questa piazza che so essere molto ambiziosa e soprattutto delusa da anni di fallimenti sportivi e societari. Farò del mio meglio per dare il mio personale apporto cercando di emulare i miei precedenti colleghi”.

Poi abbiamo chiesto una seconda domanda, in separata sede, a conferenza terminata, sempre curiosa e non banale:

La sua voce è simile a quella di Fabrizio De André, nel guardarla in faccia, sembra che lei abbia anche “un solco sul viso come una specie di sorriso”, insomma assomiglia proprio a Faber. A lei, per caso, piace il cantautore genovese? “E a chi non piace Faber… Certo che mi piace è il mio cantautore preferito”.

Ecco a noi, che ne abbiamo visti tanti passare nella sala delle conferenze, e che ci piacciono le domande non banali e prevedibili, ci son bastate queste due risposte per assurgerlo ad allenatore simpatico e con le idee ben chiare in testa. Così fu per Alberti, da tutti condannato ancor prima di partire, così è stato per Nicola, così è stato per Torrente, tutti allenatori che, in qualche modo, hanno lasciato il segno al cospetto di una marcata intolleranza del tifo sin dal loro insediamento. Un classico barese quello di giudicare, negativamente, qualunque sconosciuto metta piede a Bari per la prima volta. Qui è così, c’è niente da fare. Su tutti, giusto per capirci, ricordiamo con quale sentimento fu accolto un certo Antonio Conte. E, come diceva Totò, “e ho detto tutto!”.

Il tecnico ha dichiarato che è stato contattato da Polito ed ha accettato subito nonostante la piazza complicata, lui si è detto pronto ad affrontarla. Del resto lo sappiamo bene cosa succede in questi casi: “l’unico modo per resistere alle tentazioni è cedervi”, diceva Oscar Wilde, e così deve essere stato per Mignani.

Nel resto della conferenza ha parlato del suo modulo che sarà il 4-3-1-2 ma che, all’occorrenza, potrà subire variazioni in base al materiale a disposizione. Il modulo piace anche al direttore Polito e, dunque, si prevede una campagna acquisti all’insegna di questo tipo di modulo. A questo punto sarà curioso vedere chi sarà il trequartista o il fantasista, ruolo che è mancato negli ultimi due anni dopo Brienza.

Per Mignani parlerà il lavoro, lui ha promesso impegno e dedizione alla causa che sappiamo tutti è la promozione in B, obiettivo di cui lo stesso tecnico ne è consapevole.

Un allenatore molto umile, senza un “nome” gentilizio sulla sua carta di identità, che ha fatto tanta gavetta sia da calciatore che da allenatore e che, dopo esperienza in squadre di seconda fascia (Olbia, Siena e Modena), si trova catapultato in una realtà tutt’altro che secondaria, glamour, grande, con una piazza in depressione che lo accoglie, sì, a braccia aperte (tranne i soliti disfattisti di professione che non perdono l’occasione per tacere almeno una volta: che Dio li abbia in gloria), ma che non perdoneranno nessuno, dal Presidente a lui, passando per i calciatori ed il direttore sportivo, nella malaugurata ipotesi in cui si rimarrà in C per un quarto maledetto anno. Insomma, un lavoro difficile lo aspetta.

Polito, infine, si è soffermato su alcuni punti essenziali. Antenucci, in primis, che rimarrà a Bari e sarà un punto fermo per l’attacco, mentre con Di Cesare verrà avviato un colloquio personale per capire se ci sino dei margini per continuare il rapporto o meno.

Di conseguenza, verrà compilata la lista dei giocatori da mandar via e quella da reclutare. A breve, infine, verrà resa nota la località del ritiro.

La magia è credere in noi stessi. Se riusciamo a farlo, allora possiamo far accadere qualsiasi cosa”, scriveva Goethe.

Sarà un nuovo demiurgo? Chi lo sa. A Mignani, il nostro più cordiale benvenuto ed un grande in bocca al lupo, un grosso lavoro lo attende.

Massimo Longo

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