Educazione sessuale nelle scuole, docenti favorevoli

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Ministero della Salute e Censis insieme per un obiettivo comune

Di Riccardo Guglielmi

Stiamo facendo tutta una serie di azioni per rendere le persone consapevoli rispetto alla propria salute riproduttiva“. Con queste parole il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha inaugurato a Roma il 22 settembre la seconda Giornata nazionale d’informazione e formazione sulla salute riproduttiva. Dopo il discusso ‘Fertility day’, alla Lorenzin va il merito di aver realizzato nuovi Livelli essenziali d’assistenza, includendo la gratuità per la procreazione medicalmente assistita omologa ed eterologa e avviato le campagne di screening per la salute della donna e dell’uomo.

Beatrice Lorenzin

Obiettivo è la prevenzione attraverso l’informazione su corretti stili di vita: lotta all’alcol, al fumo o a comportamenti alimentari non corretti. Anche la consapevolezza delle conseguenze di alcune malattie, varicocele e patologie sessualmente trasmesse, deve essere implementata a cominciare dai giovani.

Per l’occasione, è stato organizzato un workshop sul tema ‘Scienza e medicina per la salute riproduttiva’, riferito all’uomo e alla donna nelle diverse fasce di età, quale momento di confronto tra gli esperti in materia e i rappresentanti delle Direzioni generali del ministero che si occupano delle azioni ministeriali in corso. Tra gli esperti presenti anche Ketty Vaccaro, presidente dell’Health Web Observatory e responsabile Salute e Welfare del Censis, che ha proposto di introdurre l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. Una materia così importante non può essere lasciata alla libera iniziativa degli istituti scolastici.

La proposta incontra esito favorevole tra gli insegnanti.

Simona Sisto

«Pienamente d’accordo – afferma Simona Sisto, docente di scuola primaria e collaboratrice del Dirigente scolastico presso il 2° circolo di Triggiano (BA)- perché l’iniziativa rivaluta il ruolo fondamentale della scuola.  Come docente sono pronta a trasmettere messaggi corretti ai giovani frequentemente esposti a fonti non idonee e scientificamente inesatte. L’educazione sessuale dovrebbe essere materia d’insegnamento sin dal quarto o quinto anno della scuola primaria; è quella l’età in cui i ragazzi si avvicinano con curiosità ai canali comunicativi dei vari aspetti della sessualità e della riproduzione».

redazione@corrierenazionale.net

 

 

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