Elezioni, la Rete si divide in tre poli di conversazioni

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L’alleanza tra Azione e Italia Viva accende l’interesse. Questa settimana oltre all’Agenda Draghi, i temi più dibattuti sono Flat tax e immigrazione. Ormai assente la guerra in Ucraina, dai trending topic.

Il centrosinistra proviene da una settimana complessa, a causa della prematura fine dell’alleanza tra il Partito Democratico e Azione, appena cinque giorni dopo l’annuncio. Dopo la separazione a sorpresa, Più Europa resterà con il PD, insieme a Sinistra Italiana e a Europa Verde, mentre Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno ufficializzato la nascita del terzo polo. Il Movimento 5 Stelle, che al momento non sembra voler entrare in nessuna delle coalizioni esistenti, si concentra su candidature e programma.

Con l’intelligenza artificiale e gli algoritmi di Kpi6*, abbiamo analizzato le conversazioni in rete sulle elezioni, sulle forze politiche e sui principali leader di riferimento.

La campagna elettorale ormai ha pienamente assunto un profilo digitale, la realtà è formata compiutamente da due matrici, offline e online, le piazze italiane e le piattaforme social. Le solide certezze di tutti i leader sono sempre Facebook e Twitter, anche per l’età anagrafica avanzata del nostro Paese. Molto probabilmente proprio le due piattaforme di Mark Zuckerberg, Facebook e Instagram saranno le più utilizzate, grazie alla loro capacità di raggiungere un vastissimo pubblico di cittadini, oltre alle grosse basi di follower che i leader, i partiti e i candidati hanno sommato nel tempo. In un minuto su Facebook vengono pubblicate 240mila foto e 65mila su Instagram, con enormi potenzialità di trasformarsi in contenuti virali.

I politici italiani sono invece molto più diffidenti nell’utilizzo di TikTok, piattaforma prevalentemente dedicata ai giovani – il 41% degli utenti va dai 16 ai 24 anni, in media il 50% degli utenti ha meno di 34 anni – con i quali è decisamente più difficile aprire un canale di comunicazione stabile, condividendo contenuti credibili, in target. Attualmente sono presenti solo Matteo Salvini (471mila follower), Giorgia Meloni (71mila follower) e l’ex premier Giuseppe Conte, del Movimento 5S (165mila follower).

A proposito di piattaforme scarsamente utilizzate dai politici italiani, troviamo anche LinkedIn, che viene erroneamente considerato un semplice curriculum vitae online, trattandosi invece di una piattaforma di publishing a tutti gli effetti, con una portata organica – ossia contenuti che si diffondono anche senza il supporto di advertising – molto performante. LinkedIn resta certamente uno strumento dedicato alle professioni e le opinioni politiche potrebbero essere scarsamente apprezzate dalle audience, ma è comunque una piattaforma che vanta oltre 20 milioni di utenti attivi in Italia, e attualmente è presidiata con regolarità solo da Enrico Letta (88.630 follower) e Antonio Tajani.

 

Sul web il volume delle conversazioni inerenti le coalizioni e i leader è costantemente alto, negli ultimi giorni è tornato ai livelli osservati a luglio, al netto del picco raggiunto in concomitanza dell’accordo tra PD e Azione. Ed è proprio il focus sulle alleanze, in un sistema elettorale che nei collegi uninominali spinge alle aggregazioni delle coalizioni, ad essere il più discusso.

L’esistenza dei tre poli in corsa per le elezioni, dopo l’annuncio dell’accordo tra Azione e Italia Viva, trova conferma anche nell’andamento delle conversazioni, emergendo tre macro blocchi di interesse su centrodestra, centrosinistra e terzo polo.

Tra gli argomenti in discussione, l’Agenda Draghi resta quello al centro dell’interesse dell’audience (36%), seguito da flat tax e le tasse (16%), che ha superato l’assegnazione delle risorse del PNRR. Entrando nel vivo dei programmi elettorali, cresce l’interesse delle audience sulla gestione dei flussi migratori e la proposta di Giorgia Meloni del #BloccoNavale, mentre si sta riducendo l’attenzione per la transizione ecologica.

Per quanto riguarda i leader, sono Letta, Meloni, Renzi e Calenda i più menzionati, con i quali gli utenti cercano di interagire. Sono sempre meno, invece, i riferimenti alla guerra in Ucraina, ormai sostituita dalla campagna elettorale nel nostro Paese e dalla polemica politica tra i contendenti.

*Analisti: Gaetano Masi, Pietro La Torre. Fabiana Giannuzzi. Giornalista, content editor: Massimo Fellini

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