Ferrara: Idrovia flop e Geotermia perduta?

Emilia Romagna

Di

di Roby Guerra

Nella città d’arte Ferrara, tempo di un reset del presente con certo ritorno al “passato” (il fatidico duemila) , se i politici fossero decenti…

Certo,  dinamiche complesse, ma , come allora, ne dipende l’eventuale futuro produttivo della città, oltre la sua vocazione culturale e turistica che però negli anni duemila non è mai interamente decollata..

Non a caso il vero promotore della città d’arte in fine secolo, l’allora sindaco berlingueriano Roberto Soffritti, proprio in questi giorni è tornato clamorosamente sulla questione geotermica che tentò a suo tempo di realizzare concretamente.

Poi, il passatismo anche di certa ferraresità pseudoambientale, bloccò o al massimo minimalizzò il progetto.

Con l’acqua calda e l’energia praticamente naturale a pochi passi dalla superficie nel ferrarese! si veda link 

Soffritti , subito dopo il duemila, chiuse il suo creativo doppio mandato e gli eredi sindaci, poi, non si sono rivelati all’altezza.

Fino alla vittoria della lega nel 2019, dopo 70 anni di comunismo (ovvio già ampiamente degradato come quello nazionale).

Ebbene il nuovo sindaco Alan Fabbri sembra condividere per la Ferrara futura, il ritorno della geotermia perduta…  Dovrà vedersela con la peggior opposizione pieddina (il che è quasi un ossimoro…) italiana.

Comunque, dopo Soffritti, Ferrara sconta ancora, nel suo successivo  via via degrado generale, un altro grande progetto,  dai suoi successori sempre annunciato e mai realizzati, al limite della fake news e della presa in giro.

Ci riferiamo alla sedicente ventennale! Idrovia Flop

Parallelamente all’ottimizzazione, da Ferrara al mare, ovvio di grande importanza turistica e commerciale, della cosiddetta Destra Po, l’argine del Pd di..Ferrara fino al delta sui Lidi comacchiesi (o ferraresi come si chiamavano una volta).

E magari si fosse trattato negli eterni annunci di mere promesse

Perchè se vero per la Destra PO, il problema è maggiormente di ottimizzazione infrastrutturali  e semmai di comunicazione (certamente  affascinante nella sua natura selvaggia, ciclabili e bellissime oasi ecologiche, ecc. ), per l’idrovia da circa 20 anni, sembra magari una mera segnaletica verso il nulla  la città ha già usufruito di migliaia di euro (se non erro anche fondi europei).

Limitandosi a un progetto già in sè discutibile (trasporto fluviale commerciale su un Fiume sempre più in secca e fuori stagione epoca…) e soprattutto da qua al mare a qualche infrastruttura (molto costosa), ponti canali apparentemente restaurati, come fosse un gioco dell’oca, dove neppure delle anatre …navigano.

Altro che commercio fluviale, si poteva fare quasi un worm hole.. nella metafora iperbolica per sinergizzare la città con il mare, la piccola Venezia e deliziosa Comacchio, e tutta l’area delle storiche valli comacchiesi oltre il Delta e.. dalla città di Ferrara! 

Una meraviglia ecologica vera, con una ottimizzazione infrastrutturale minimale e non invasiva… magari con i tanti fennicotteri  e altri volatili dell’area in libertà.

Ferrara, anche ai tempi d’ora della plastica moplen con l’Enichem Montedison e della grande scommessa soffrittiana della città d’arte di fine secolo, ha sempre scontato una vocazione non produttiva, fuori dal focus della Via Emilia, dal secondo dopo guerra….

Vedremo ora se il ritorno della geotermia diventerà realtà con  i “nuovi” (è già dal 2019..) politici, quando finirà l’ovvia emergenza della pandemia, e se la grande Area quasi 51 della cosiddetta Idrovia, riformatizzata  nel senso diverso di cui sopra, farà del ferrarese una grande area finalmente non depressa, o almeno verso quella direzione nel corso degli anni…

 

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