Il Tar del Lazio mette la parola fine all’arbitrio di Giuseppe Conte con l’ordinanza pubblicata lo scorso 4 dicembre. I DPCM dell’ “avvocato del Popolo” sono “carenti di motivazioni” in quanto non riportano nemmeno in sintesi i verbali del Comitato tecnico-scientifico e per la loro reiterazione, potrebbero violare la Costituzione.
I ” Giuristi per la legalità” hanno impugnato il DPCM di Conte e Con l’ ordinanza n. 7468 pubblicata lo scorso 4 dicembre, il TAR del Lazio apre ai diritti inviolabili della Repubblica. Secondo il TAR, il Governo non può adottare DPCM in modo arbitrario senza giustificare le misure che pone alla base delle restrizioni. In particolare i Magistrati ritengono meritevole di approfondimento giuridico l’imposizione a « l’uso della mascherina, in modo incondizionato sul tutto il territorio nazionale, – durante l’intero orario scolastico – anche ai bambini di età compresa fra i sei e gli undici anni ». I Magistrati proseguono inoltre , in base al DPCM impugnato, affermando che non emergono elementi tali da far ritenere che l’amministrazione abbia effettuato un opportuno bilanciamento tra il diritto fondamentale alla salute della collettività e tutti gli altri diritti inviolabili, parimenti riconosciuti e tutelati dalla costituzione, fra cui primariamente il diritto alla salute dei minori di età ricompresa fra i 6 e gli 11 anni.
Non emergono elementi tali da poter connotare ragionevolezza e proporzionalità all’ imposizione ai bambini dell’uso di un dispositivo di protezione individuale in modo prolungato e incondizionato, anche al banco e con distanziamento adeguato. Pertanto il TAR ha chiesto al Governo di esibire i verbali secretati nr 122-123-124 che sono stati redatti con il CTS e che i DPCM indicano come fondamento delle misure restrittive adottate.
Silvia Tamburiello