Fissata una nuova telefonata tra Biden e Putin dopo le tensioni su Ucraina e Nato

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Secondo un funzionario dell’amministrazione Biden, citato in forma anonima dalla Cnn, la richiesta di un nuovo colloquio è arrivata dal presidente russo con il suo omologo americano che ha accettato “perché crede che quando si tratta della Russia non c’è un’alternativa al dialogo diretto tra leader”

di Marta Allevato

Fissata una nuova telefonata tra Biden e Putin dopo le tensioni su Ucraina e Nato

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JIM WATSON, GRIGORY DUKOR / AFP / POOL – Il presidente Usa, Joe Biden, e il suo omologo russo, Vladimir Putin

AGI – I presidenti di Usa e Russia, Joe Biden e Vladimir Putin, avranno nella giornata di giovedì 30 dicembre un colloquio telefonico, sullo sfondo degli sforzi diplomatici per allentare le tensioni sull’Ucraina. Si tratta della seconda conversazione tra i due leader in meno di un mese e la prima dopo le proposte di garanzie di sicurezza, presentate formalmente da Mosca a Washington e Nato, incentrate di fatto sul ritiro dell’Alleanza atlantica e degli Usa dall’Europa orientale.

Secondo un funzionario dell’amministrazione Biden, citato in forma anonima dalla Cnn, la richiesta di un nuovo colloquio è arrivata da Putin e Biden ha accettato “perché crede che quando si tratta della Russia non c’è un’alternativa al dialogo diretto tra leader“. Stando alle anticipazioni dei media americani, il capo della Casa Bianca offrirà al collega russo una “via diplomatica” per allentare le tensioni in Ucraina.

Washington, ha sottolineato lo stesso funzionario, rimane comunque preoccupata per il rafforzamento della presenza militare russa al confine con l’Ucraina ed è pronta a dure sanzioni contro Mosca in caso di un’aggressione. Il sostegno degli Usa a Kiev è stato ribadito anche oggi in una telefonata tra il segretario di Stato Antony Blinken e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Come annunciato dalla portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Emily Horne, il programma è di “discutere un ampio ventaglio di temi, inclusi gli imminenti impegni diplomatici” con Mosca. Il riferimento è ai colloqui fissati a Ginevra per il 10 gennaio tra i due Paesi e che hanno in agenda proprio le richieste russe di “garanzie di sicurezza legalmente vincolanti”, che mirano sostanzialmente a evitare un ulteriore allargamento della Nato a Est e che Putin ha gia’ definito “inaccettabile”.

Non è chiara ancora la composizione delle delegazioni ai negoziati in Svizzera, ma i due Paesi dovrebbero essere rappresentati a livello di ministeri degli Esteri. Il pressing diplomatico per una de-escalation in Ucraina continuerà con ulteriori appuntamenti tra Mosca e l’Occidente: il 12 gennaio, è in programma il Consiglio Nato-Russia e il giorno successivo è previsto l’incontro della Russia con l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), che include anche gli Stati Uniti.

L’approccio multilaterale di Washington rispetto al Cremlino è stato ribadito anche in occasione dell’annuncio della telefonata tra i due leader. “L’amministrazione Biden continua l’impegno diplomatico con gli alleati e partner europei, consultandosi e coordinandosi su un approccio comune in risposta all’aumento della presenza militare russa al confine con l’Ucraina”, ha sottolineato Horne nella nota diffusa dalla Casa Bianca.

Il nuovo ‘contatto’ tra Putin e Biden è previsto alle 21.30 di giovedì, ora italiana; non è chiaro se sarà una semplice telefonata o una video conferenza come quella dello scorso 7 dicembre, durata oltre due ore e tenutasi su una ‘linea sicura’, appositamente creata.

Tra i possibili temi che verranno sollevati, oltre alla crisi ucraina e ai rapporti di Mosca con la Nato, anche quello dei negoziati in corso a Vienna per il ripristino dell’accordo sul nucleare iraniano.

Nessuna anticipazione, per ora, sulla possibilità che il presidente americano sollevi il tema dei diritti umani, dopo che nell’ennesimo giro di vite sulla società civile, le autorità russe hanno decretato la chiusura della storica Ong Memorial, che si occupa della memoria delle vittime della repressione politica. 

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