Giovan Battista Amendola scultore di Gioacchino Murat 

Arte, Cultura & Società

Di

a cura del critico d’arte Melinda Miceli 

Grazie alla standing ovation day innalzata dal pubblico del Premio Ippogrifo d’oro di Sarno ideato giunto alla trentesima edizione, ideato da Alfonso Celentano con la direzione artistica della dott.ssa Melinda Miceli critico d’arte, scrittrice, saggista, il Busto di Giovan Battista Amendola scultore sarnese dell’800, ha rivissuto l’antico lustro che contraddistingue la sua figura di artista internazionale.

Autore della famosa ”Venere Nostra” e di altre opere prestigiose, nella città di Napoli tra i quali la statua di Gioacchino Murat per la facciata del Palazzo Reale, un busto dell’architetto Errico Alvino nel parco della Villa Comunale, due monumentali cariatidi bronzee in stile egizio ai lati della porta del Mausoleo dei Caduti a Posillipo e di altre opere importanti sparse in tutta Europa.

Amendola scolpì una Venere diversa da quella dei Greci, mediterranea nella sinuosità delle forme e nella accattivante purezza della linea, ma proiettata verso il nuovo secolo.

Grande successo ebbe la ”Venere Nostra” quando fu esposta nel 1903 alla V° Mostra Internazionale di Venezia. Una Venere antica per purezza di linee, eleganza di forme; donna più che dea, che abbaglia con lo splendore della superba anatomia, ma anche con quell’aurea di vitalità che le toglie l’aspetto glaciale dell’immagine, raggiungendo il vertice della rappresentazione artistica. La scultura raffigura la dea mentre una leggera brezza scompiglia i suoi capelli ed accarezza il suo corpo vellutato, gloriosamente nudo.

Tale statua costituiva una tacita espressione del rapporto (come lo si intendeva allora) tra il corpo umano e un universo di origine divina, tra arte e scienza e tra uomo e natura. In bilico come tra mito e medicina, offerta votiva e tradizione vernacolare, arte e sperimentazione anatomica.

Attingendo al contributo di numerosi storici dell’arte e della medicina, teorici della cultura e filosofi, tramite l’affascinante enigma della nuova Venere, Giovan Battista Amendola ci trasporta in epoche passate in cui studiare la natura significava al contempo studiare la filosofia, e con essa egli riplasma un nuovo concetto di Venere.

Alfonso Celentano grande cultore del proprio territorio, attinge a questo modello di Venere per coniare il “Premio Diva dell’Anno”, pertanto la Venere di Amendola nostra diventa l’Oscar delle arti di Sarno, in una magica continuità che fa rinascere e immortala quella bellezza tanto ricercata dallo scultore sarnese prematuramente scomparso. 

Giovan Battista Amendola, (Episcopio di Sarno, 1848 – Napoli, 1887), uno degli scultori più raffinati e più interessanti del panorama artistico partenopeo. Si formò a Napoli nella fase critica in cui l’accademismo eclettico dello scultore Tito Angelini smarriva il suo ascendente dinanzi all’affermazione della corrente veristica. Eseguì la statua di Pergolesi (Salerno, teatro), da considerarsi il suo capolavoro tecnico. La magnifica resa plastico-coloristica, la malinconica contrazione del volto del musicista rivelano il talento e il romanticismo della scultura di Amendola. Seguirono poi La povera Maria, e il l Pierrot (Museo di Capodimonte), che furono esposte a Vienna nel 1873 e gli diedero grande fama internazionale. Ispirato da Lord Byron, plasmò il gruppo Caino e la sua donna maggiore del vero, scolpito in gesso patinato a bronzo, presente a Napoli, (Galleria dell’Accademia di Belle Arti), città dove fu esposto nel 1877.

Evoluzioni plastiche dal verismo al Liberty il titolo della mostra sulla produzione artistica del periodo di permanenza dello scultore a Londra, grazie alla quale sono state individuate opere inedite e disperse, che compongono un corpus di 19 pezzi, di cui quindici bronzi, un argento, una terracotta e due maioliche: una copia di un’opera di Amendola e una libera interpretazione da una sua opera.

Giovan Battista Amendola scompare prematuramente nel 1887, a soli 39 anni, nel pieno dei propri successi, col suo lustro e bagaglio di riconoscimenti nazionali e internazionali. 

Dott. ssa Melinda Miceli critico d’arte Enciclopedia d’arte italiana

Direttore artistico onorifico di Sarno città festival Ippogrifo d’oro

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