Giovanni XXIII e Paolo VI non furono insensibili al confronto ed al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam

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Certamente Giovanni XXIII e Paolo VI non furono insensibili al confronto ed al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam e da loro è venuto con la Nostra Aetate un importante contributo, ma è stato Karol Wojtyla ad imprimere un concreto impulso a questi rapporti con iniziative significative e concrete: dalla Giornata di preghiera interreligiosa di Assisi, alla prima visita di un Papa in Sinagoga, alla prima volta di un Papa in una Moschea.
Valore fortemente vissuto e proclamato da Karol Wojtyla è stato la difesa della Libertà religiosa, diritto della persona umana e base per una pacifica coesistenza e fraternità tra i popoli.
Questo concetto è stato fortemente espresso nel discorso alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 2 ottobre 1979 Lo stesso rispetto della dignità della persona
umana sembra richiedere che, quando sia discusso o stabilito, in vista di leggi nazionali o di convenzioni internazionali, il giusto tenore dell’esercizio della libertà religiosa, siano coinvolte anche le istituzioni, che per loro natura servono la vita religiosa. Trascurando tale partecipazione, si rischia di imporre delle norme o delle restrizioni in un campo tanto intimo della vita dell’uomo, che sono contrarie ai suoi veri bisogni religiosi…
Per ricordare i cento anni della nascita di Karol Wojtyla (in realtà, causa Covid, i 101 anni) nel 2021 si svolgerà Il percorso delle luci da Assisi ad Abu Dhabi, attraverso Roma e Gerusalemme.
Il viaggio attraverserà diversi Paesi-Italia Marocco ed Israele- oltre a tutte le altre nazioni che vorranno aderire. E sarà presentata la mostra multimediale “35 anni di incontri di 3 Papi con le comunità ebraiche, cristiane e musulmane”
Intanto, promossa dalla nostra Associazione, sta per iniziare “ Formare i Formatori” progetto condiviso sulla conoscenza dei documenti “Nostra Aetate” (1965) – “Da Gerusalemme a Roma” (2017) – “Documento della Fraternità Umana“ (2019)

Non è possibile non rimarcare l’attenzione particolare della Associazione
Internazionale Karol Wojtyla per le problematiche giovanili.
Infine è importante rammentare che lo scopo statutario principale della nostra Associazione è la lotta alla sofferenza, soprattutto in campo sanitario.

Stiamo per attivare il progetto di Bioetica di fine vita, secondo la visione delle tre religioni monoteiste con la speranza di poter realizzare il Care House Karol Wojtyla, per una assistenza integrata dedicata agli anziani senza una sufficiente rete familiare e/o in situazione economica fragile, con patologia oncologica o degenerativa cronica.
Infine riteniamo importante terminare questo brevissimo ricordo di Karol Wojtyla con alcune foto significative dei rapporti con l’Ebraismo e con l’Islam.
Le foto sono tratte dalla Mostra “1986-2019 33 anni di incontri di 3 Papi con le Comunità ebraiche e musulmane nel mondo”, esposta a Lugano, e prima a NYC nel 2017

Fonte: ASCER, Archivio fotografico,
13 Aprile 1986, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma, Rav Elio Toaff accoglie Giovanni Paolo II sul piazzale della Sinagoga, oggi largo Stefano Gaj Tachè, e lo accompagna all’interno: è la prima visita di un papa alla Sinagoga di Roma.

Incontro con Settimia Spizzichino, unica donna tornata dalla retata nazista nella città di Roma il 16 Ottobre 1943 in cui 1022 ebrei romani furono deportati. Di questi, solo 16 sopravvissero: 15 uomini, una donna e nessuno dei 300 bambini sotto i 15 anni.

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma,13 Aprile

Gerusalemme, 26 marzo 2000 Giovanni Paolo II depone nelle fessure del Muro Occidentale delle rovine del Tempio, comunemente detto “Muro del pianto”, un messaggio di preghiera, su pergamena di colore bianco, come vuole la tradizione ebraica che facciano i visitatori. La preghiera è in inglese, firmata semplicemente Joannes Paulus II . Attualmente la pergamena è conservata nel memoriale di Yad
Vashem A lato la traduzione

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, Città del Vaticano 22 maggio 2004, Incontro con Rav Riccardo Di Segni,

“Dio dei nostri padri,
tu hai scelto Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo Nome fra i popoli.
Siamo profondamente rattristati per il comportamento di coloro che nel corso della storia hanno provocato sofferenze a questi tuoi figli e chiedendo il Tuo perdono vogliamo impegnarci in una fratellanza sincera con il popolo dell’Alleanza” Giovanni Paolo II

Hinneh ma tov u-ma na‘im, shevet akhim gam yakhad!»
«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme(Sal 133 [132], 1).
Con intima gioia mi unisco alla Comunità ebraica di Roma in festa per celebrare i cento anni del Tempio Maggiore, simbolo e ricordo della millenaria presenza in questa città del popolo dell’Alleanza del Sinai. Da oltre duemila anni la vostra comunità è parte integrante della vita dell’Urbe; essa può vantarsi di essere la Comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale e di aver avuto una funzione rilevante per la diffusione dell’ebraismo in questo Continente. Pertanto, l’odierna commemorazione assume un particolare significato per la vita religiosa, culturale e sociale della Capitale e non può non avere una risonanza del tutto speciale anche nel cuore del Vescovo di Roma!

Fonte: Centro Culturale Islamico d’Italia Casablanca, Marocco 19 agosto 1985 Stadio olimpico:
incontro con 80 mila giovani musulmani
.
….Incontro spesso dei giovani, in generale cattolici. È la prima volta che mi trovo con dei giovani musulmani. Cristiani e musulmani, abbiamo molte cose in comune, come credenti e come uomini. Viviamo nello stesso mondo, solcato da numerosi segni di speranza, ma anche da molteplici segni di angoscia. Abramo è per noi uno stesso modello di fede in Dio, di sottomissione alla sua volontà e di fiducia nella sua bontà. Noi crediamo nello stesso Dio, l’unico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea i mondi e porta le sue creature alla loro perfezion….Cristiani e musulmani, generalmente ci siamo malcompresi, e qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. lo credo che Dio c’inviti oggi, a cambiare le nostre vecchie abitudini. Dobbiamo rispettarci e anche stimolarci gli uni gli altri nelle opere di bene sul cammino di Dio. “Auspico, cari giovani, che possiate contribuire a costruire un mondo in
cui Dio abbia il primo posto per aiutare a salvare l’uomo. Su questo cammino, siate certi della stima e della collaborazione dei vostri fratelli e sorelle cattolici, che io rappresento tra voi questa sera.”

Fonte: Ufficio Fotografico COREIS Assisi 27 Ottobre 1986 Giornata di preghiera inter religiosa
Incontro di Papa Giovanni Paolo II e Shaykh Abdal-Wahid Pallavicini,

….” non avrei mai immaginato di accoglierla un giorno in questa nostra moschea: è un fatto che va oltre la storia cui siamo abituati e che porterà frutti di pace “
Gran Muftì di Damasco,
Sheikh Ahmad Kuftaro

Fonte: Osservatore Romano, Servizio Fotografico Pellegrinaggio Giubilare Grecia, Siria e Malta Damasco 6 maggio 2001 :
visita della moschea degli Omayyadi , edificio islamico in cui secondo la tradizione sono conservate le spoglie di Giovanni Battista, considerato un profeta anche dai fedeli musulmani Giovanni Paolo II, primo pontefice cattolico ad entrare
in un luogo di culto musulmano, indossa in segno di rispetto i caratteristici calzari e varca la soglia della Moschea insieme al Gran Muftì di Damasco Sheikh Ahmad Kuftaro

…..Auspico vivamente che l’incontro odierno, nella Moschea degli Omayyadi, sia segno della nostra determinazione a portare avanti il dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica e l’Islam. Questo dialogo ha acquisito maggiore slancio negli ultimi decenni; e oggi possiamo essere grati per il cammino finora percorso”.
Giovanni Paolo II


Fonte: Osservatore Romano, servizio fotografico
Città del Vaticano, giugno 2003.
Incontro con Abdellah Redouane, Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia che ha sede presso la Grande Moschea di Roma.

 

 

 

 

Certamente Giovanni XXIII e Paolo VI non furono insensibili al confronto ed al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam e da loro è venuto con la Nostra Aetate un importante contributo, ma è stato Karol Wojtyla ad imprimere un concreto impulso a questi rapporti con iniziative significative e concrete: dalla Giornata di preghiera interreligiosa di Assisi, alla prima visita di un Papa in Sinagoga, alla prima volta di un Papa in una Moschea.

Valore fortemente vissuto e proclamato da Karol Wojtyla è stato la difesa della Libertà religiosa, diritto della persona umana e base per una pacifica coesistenza e fraternità tra i popoli.

Questo concetto è stato fortemente espresso nel discorso alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 2 ottobre 1979  Lo stesso rispetto della dignità della persona

umana sembra richiedere che, quando sia discusso o stabilito, in vista di leggi

nazionali o di convenzioni internazionali, il giusto tenore dell’esercizio della libertà religiosa, siano coinvolte anche le istituzioni, che per loro natura servono la vita religiosa. Trascurando tale partecipazione, si rischia di imporre delle norme o delle restrizioni in un campo tanto intimo della vita dell’uomo, che sono contrarie ai suoi veri bisogni religiosi…

Per ricordare i cento anni della nascita di Karol Wojtyla (in realtà, causa Covid, i 101 anni) nel 2021 si svolgerà Il percorso delle luci da Assisi ad Abu Dhabi, attraverso Roma e Gerusalemme.

Il viaggio attraverserà diversi Paesi-Italia Marocco ed Israele- oltre a tutte le altre nazioni che vorranno aderire. E sarà presentata la mostra multimediale “35 anni di incontri di 3 Papi con le comunità ebraiche, cristiane e musulmane”

Intanto, promossa dalla nostra Associazione, sta per iniziare “ Formare i Formatori” progetto condiviso sulla conoscenza dei documenti “Nostra Aetate” (1965) – “Da Gerusalemme a Roma” (2017) –          “Documento della Fraternità Umana“ (2019)

Non è possibile non rimarcare l’attenzione particolare della Associazione Internazionale Karol Wojtyla per le problematiche giovanili.

Infine è importante rammentare che lo scopo statutario principale della nostra Associazione è la lotta alla sofferenza, soprattutto in campo sanitario.

Stiamo per attivare il progetto di Bioetica di fine vita, secondo la visione delle tre religioni monoteiste con la speranza di poter realizzare il Care House Karol Wojtyla, per una assistenza integrata dedicata agli anziani senza una sufficiente rete familiare e/o in situazione economica fragile, con patologia oncologica o degenerativa cronica.

Infine riteniamo importante terminare questo brevissimo ricordo di Karol Wojtyla con alcune foto significative dei rapporti con l’Ebraismo e con l’Islam.

Le foto sono tratte dalla Mostra “1986-2019 33 anni di incontri di 3 Papi con le Comunità ebraiche e musulmane nel mondo”, esposta a Lugano, e prima a NYC nel 2017

Fonte: ASCER, Archivio fotografico,

13 Aprile 1986, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma, Rav Elio Toaff accoglie Giovanni Paolo II sul piazzale della Sinagoga, oggi largo Stefano Gaj Tachè, e lo accompagna all’interno: è la prima visita di un papa alla Sinagoga di Roma.

Incontro con Settimia Spizzichino, unica donna tornata dalla retata nazista nella città di Roma il 16 Ottobre 1943 in cui 1022 ebrei romani furono deportati. Di questi, solo 16 sopravvissero: 15 uomini, una donna e nessuno dei 300 bambini sotto i 15 anni.

 

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma,13 Aprile

Gerusalemme,  26 marzo 2000 Giovanni Paolo II depone nelle fessure del Muro Occidentale delle rovine del Tempio, comunemente detto “Muro del pianto”, un messaggio di preghiera, su pergamena di colore bianco, come vuole la tradizione ebraica che facciano i visitatori. La preghiera è in inglese, firmata semplicemente Joannes Paulus II . Attualmente la pergamena è conservata nel memoriale di Yad

Vashem                      A lato la traduzione

 

 

 
   

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, Città del Vaticano 22 maggio 2004, Incontro con Rav Riccardo Di Segni,

“Dio dei nostri padri,

tu hai scelto Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo Nome fra i popoli.

Siamo profondamente rattristati per il comportamento di coloro che nel corso della storia

hanno provocato sofferenze a questi tuoi figli e chiedendo il Tuo perdono

vogliamo impegnarci

in una fratellanza sincera con il popolo dell’Alleanza”

Giovanni Paolo II

 

 

Hinneh ma tov u-ma na‘im, shevet akhim gam yakhad!»

«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme(Sal 133 [132], 1).

Con intima gioia mi unisco alla Comunità ebraica di Roma in festa per celebrare i cento anni del Tempio Maggiore, simbolo e ricordo della millenaria presenza in questa città del popolo dell’Alleanza del Sinai. Da oltre duemila anni la vostra comunità è parte integrante della vita dell’Urbe; essa può vantarsi di essere la Comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale e di aver avuto una funzione

rilevante per la diffusione dell’ebraismo in questo Continente. Pertanto, l’odierna commemorazione assume un particolare significato per la vita religiosa, culturale e sociale della Capitale e non può non avere una risonanza del tutto speciale anche nel

cuore del Vescovo di Roma!

 

 

 

Fonte: Centro Culturale Islamico d’Italia Casablanca, Marocco 19 agosto 1985 Stadio olimpico:

incontro con 80 mila giovani musulmani

.

….Incontro spesso dei giovani, in generale cattolici. È la prima volta che mi trovo con dei giovani musulmani. Cristiani e musulmani, abbiamo molte cose in comune, come credenti e come uomini. Viviamo nello stesso mondo, solcato da numerosi segni di speranza, ma anche da molteplici segni di angoscia. Abramo è per noi uno stesso modello di fede in Dio, di sottomissione alla sua volontà e di fiducia nella sua bontà. Noi crediamo nello stesso Dio, l’unico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea i mondi e porta le sue creature alla loro perfezion….Cristiani e musulmani, generalmente ci siamo malcompresi, e qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. lo credo che Dio c’inviti oggi, a cambiare le nostre vecchie abitudini. Dobbiamo rispettarci e anche stimolarci gli uni gli altri nelle opere di bene sul cammino di Dio…. “Auspico, cari giovani, che possiate contribuire a costruire un mondo in

cui Dio abbia il primo posto per aiutare a salvare l’uomo. Su questo cammino, siate certi della stima e della collaborazione dei vostri fratelli e sorelle cattolici, che io rappresento tra voi questa sera.”

Fonte: Ufficio Fotografico COREIS Assisi 27 Ottobre 1986 Giornata di preghiera inter religiosa

Incontro di Papa Giovanni Paolo II e Shaykh Abdal-Wahid Pallavicini,

 

 

 

….” non avrei mai immaginato di accoglierla un giorno in questa nostra moschea: è un fatto che va oltre la storia cui siamo abituati e che porterà frutti di pace “

Gran Muftì di Damasco,

Sheikh Ahmad Kuftaro

 

 

 

 

Fonte: Osservatore Romano, Servizio Fotografico Pellegrinaggio Giubilare Grecia, Siria e Malta Damasco 6 maggio 2001 :

visita della moschea degli Omayyadi , edificio islamico in cui secondo la tradizione

sono conservate le spoglie di Giovanni Battista, considerato un profeta    anche dai fedeli musulmani Giovanni Paolo II, primo pontefice cattolico ad entrare

in un luogo di culto musulmano, indossa in segno di rispetto i caratteristici calzari e varca la soglia della Moschea insieme al Gran Muftì di Damasco Sheikh Ahmad Kuftaro

…..Auspico vivamente che l’incontro odierno, nella Moschea degli Omayyadi, sia segno della nostra determinazione a portare avanti il dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica e l’Islam. Questo dialogo ha acquisito maggiore slancio negli ultimi decenni; e oggi possiamo essere grati per il cammino finora percorso”.

Giovanni Paolo II

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Osservatore Romano, servizio fotografico

Città del Vaticano, giugno 2003.

Incontro con Abdellah Redouane, Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia che ha sede presso la Grande Moschea di Roma.

 

 

 

 

Certamente Giovanni XXIII e Paolo VI non furono insensibili al confronto ed al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam e da loro è venuto con la Nostra Aetate un importante contributo, ma è stato Karol Wojtyla ad imprimere un concreto impulso a questi rapporti con iniziative significative e concrete: dalla Giornata di preghiera interreligiosa di Assisi, alla prima visita di un Papa in Sinagoga, alla prima volta di un Papa in una Moschea.

Valore fortemente vissuto e proclamato da Karol Wojtyla è stato la difesa della Libertà religiosa, diritto della persona umana e base per una pacifica coesistenza e fraternità tra i popoli.

Questo concetto è stato fortemente espresso nel discorso alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 2 ottobre 1979  Lo stesso rispetto della dignità della persona

umana sembra richiedere che, quando sia discusso o stabilito, in vista di leggi

nazionali o di convenzioni internazionali, il giusto tenore dell’esercizio della libertà religiosa, siano coinvolte anche le istituzioni, che per loro natura servono la vita religiosa. Trascurando tale partecipazione, si rischia di imporre delle norme o delle restrizioni in un campo tanto intimo della vita dell’uomo, che sono contrarie ai suoi veri bisogni religiosi…

Per ricordare i cento anni della nascita di Karol Wojtyla (in realtà, causa Covid, i 101 anni) nel 2021 si svolgerà Il percorso delle luci da Assisi ad Abu Dhabi, attraverso Roma e Gerusalemme.

Il viaggio attraverserà diversi Paesi-Italia Marocco ed Israele- oltre a tutte le altre nazioni che vorranno aderire. E sarà presentata la mostra multimediale “35 anni di incontri di 3 Papi con le comunità ebraiche, cristiane e musulmane”

Intanto, promossa dalla nostra Associazione, sta per iniziare “ Formare i Formatori” progetto condiviso sulla conoscenza dei documenti “Nostra Aetate” (1965) – “Da Gerusalemme a Roma” (2017) –          “Documento della Fraternità Umana“ (2019)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è possibile non rimarcare l’attenzione particolare della Associazione

Internazionale Karol Wojtyla per le problematiche giovanili.

Infine è importante rammentare che lo scopo statutario principale della nostra Associazione è la lotta alla sofferenza, soprattutto in campo sanitario.

Stiamo per attivare il progetto di Bioetica di fine vita, secondo la visione delle tre religioni monoteiste con la speranza di poter realizzare il Care House Karol Wojtyla, per una assistenza integrata dedicata agli anziani senza una sufficiente rete familiare e/o in situazione economica fragile, con patologia oncologica o degenerativa cronica.

Infine riteniamo importante terminare questo brevissimo ricordo di Karol Wojtyla

con alcune foto significative dei rapporti con l’Ebraismo e con l’Islam.

Le foto sono tratte dalla Mostra “1986-2019 33 anni di incontri di 3 Papi con le Comunità ebraiche e musulmane nel mondo”, esposta a Lugano, e prima a NYC nel 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ASCER, Archivio fotografico,

13 Aprile 1986, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma, Rav Elio Toaff accoglie Giovanni Paolo II sul piazzale della Sinagoga, oggi largo Stefano Gaj Tachè, e lo accompagna all’interno: è la prima visita di un papa alla Sinagoga di Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Incontro con Settimia Spizzichino, unica donna tornata dalla retata nazista nella città di Roma il 16 Ottobre 1943 in cui 1022 ebrei romani furono deportati. Di questi, solo 16 sopravvissero: 15 uomini, una donna e nessuno dei 300 bambini sotto i 15 anni.

 

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma,13 Aprile

 

 

 

 

 

Gerusalemme,  26 marzo 2000 Giovanni Paolo II depone nelle fessure del Muro Occidentale delle rovine del Tempio, comunemente detto “Muro del pianto”, un messaggio di preghiera, su pergamena di colore bianco, come vuole la tradizione ebraica che facciano i visitatori. La preghiera è in inglese, firmata semplicemente Joannes Paulus II . Attualmente la pergamena è conservata nel memoriale di Yad

Vashem                      A lato la traduzione

 

 

 
   

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, Città del Vaticano 22 maggio 2004, Incontro con Rav Riccardo Di Segni,

“Dio dei nostri padri,

tu hai scelto Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo Nome fra i popoli.

Siamo profondamente rattristati per il comportamento di coloro che nel corso della storia

hanno provocato sofferenze a questi tuoi figli e chiedendo il Tuo perdono

vogliamo impegnarci

in una fratellanza sincera con il popolo dell’Alleanza”

Giovanni Paolo II

 

 

Hinneh ma tov u-ma na‘im, shevet akhim gam yakhad!»

«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme(Sal 133 [132], 1).

Con intima gioia mi unisco alla Comunità ebraica di Roma in festa per celebrare i cento anni del Tempio Maggiore, simbolo e ricordo della millenaria presenza in questa città del popolo dell’Alleanza del Sinai. Da oltre duemila anni la vostra comunità è parte integrante della vita dell’Urbe; essa può vantarsi di essere la Comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale e di aver avuto una funzione

rilevante per la diffusione dell’ebraismo in questo Continente. Pertanto, l’odierna commemorazione assume un particolare significato per la vita religiosa, culturale e sociale della Capitale e non può non avere una risonanza del tutto speciale anche nel

cuore del Vescovo di Roma!

 

 

 

Fonte: Centro Culturale Islamico d’Italia Casablanca, Marocco 19 agosto 1985 Stadio olimpico:

incontro con 80 mila giovani musulmani

.

….Incontro spesso dei giovani, in generale cattolici. È la prima volta che mi trovo con dei giovani musulmani. Cristiani e musulmani, abbiamo molte cose in comune, come credenti e come uomini. Viviamo nello stesso mondo, solcato da numerosi segni di speranza, ma anche da molteplici segni di angoscia. Abramo è per noi uno stesso modello di fede in Dio, di sottomissione alla sua volontà e di fiducia nella sua bontà. Noi crediamo nello stesso Dio, l’unico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea i mondi e porta le sue creature alla loro perfezion….Cristiani e musulmani, generalmente ci siamo malcompresi, e qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. lo credo che Dio c’inviti oggi, a cambiare le nostre vecchie abitudini. Dobbiamo rispettarci e anche stimolarci gli uni gli altri nelle opere di bene sul cammino di Dio…. “Auspico, cari giovani, che possiate contribuire a costruire un mondo in

cui Dio abbia il primo posto per aiutare a salvare l’uomo. Su questo cammino, siate certi della stima e della collaborazione dei vostri fratelli e sorelle cattolici, che io rappresento tra voi questa sera.”

Fonte: Ufficio Fotografico COREIS Assisi 27 Ottobre 1986 Giornata di preghiera inter religiosa

Incontro di Papa Giovanni Paolo II e Shaykh Abdal-Wahid Pallavicini,

 

 

 

….” non avrei mai immaginato di accoglierla un giorno in questa nostra moschea: è un fatto che va oltre la storia cui siamo abituati e che porterà frutti di pace “

Gran Muftì di Damasco,

Sheikh Ahmad Kuftaro

 

 

 

 

Fonte: Osservatore Romano, Servizio Fotografico Pellegrinaggio Giubilare Grecia, Siria e Malta Damasco 6 maggio 2001 :

visita della moschea degli Omayyadi , edificio islamico in cui secondo la tradizione

sono conservate le spoglie di Giovanni Battista, considerato un profeta    anche dai fedeli musulmani Giovanni Paolo II, primo pontefice cattolico ad entrare

in un luogo di culto musulmano, indossa in segno di rispetto i caratteristici calzari e varca la soglia della Moschea insieme al Gran Muftì di Damasco Sheikh Ahmad Kuftaro

…..Auspico vivamente che l’incontro odierno, nella Moschea degli Omayyadi, sia segno della nostra determinazione a portare avanti il dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica e l’Islam. Questo dialogo ha acquisito maggiore slancio negli ultimi decenni; e oggi possiamo essere grati per il cammino finora percorso”.

Giovanni Paolo II

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Osservatore Romano, servizio fotografico

Città del Vaticano, giugno 2003.

Incontro con Abdellah Redouane, Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia che ha sede presso la Grande Moschea di Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

Certamente Giovanni XXIII e Paolo VI non furono insensibili al confronto ed al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam e da loro è venuto con la Nostra Aetate un importante contributo, ma è stato Karol Wojtyla ad imprimere un concreto impulso a questi rapporti con iniziative significative e concrete: dalla Giornata di preghiera interreligiosa di Assisi, alla prima visita di un Papa in Sinagoga, alla prima volta di un Papa in una Moschea.

Valore fortemente vissuto e proclamato da Karol Wojtyla è stato la difesa della Libertà religiosa, diritto della persona umana e base per una pacifica coesistenza e fraternità tra i popoli.

Questo concetto è stato fortemente espresso nel discorso alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 2 ottobre 1979  Lo stesso rispetto della dignità della persona

umana sembra richiedere che, quando sia discusso o stabilito, in vista di leggi

nazionali o di convenzioni internazionali, il giusto tenore dell’esercizio della libertà religiosa, siano coinvolte anche le istituzioni, che per loro natura servono la vita religiosa. Trascurando tale partecipazione, si rischia di imporre delle norme o delle restrizioni in un campo tanto intimo della vita dell’uomo, che sono contrarie ai suoi veri bisogni religiosi…

Per ricordare i cento anni della nascita di Karol Wojtyla (in realtà, causa Covid, i 101 anni) nel 2021 si svolgerà Il percorso delle luci da Assisi ad Abu Dhabi, attraverso Roma e Gerusalemme.

Il viaggio attraverserà diversi Paesi-Italia Marocco ed Israele- oltre a tutte le altre nazioni che vorranno aderire. E sarà presentata la mostra multimediale “35 anni di incontri di 3 Papi con le comunità ebraiche, cristiane e musulmane”

Intanto, promossa dalla nostra Associazione, sta per iniziare “ Formare i Formatori” progetto condiviso sulla conoscenza dei documenti “Nostra Aetate” (1965) – “Da Gerusalemme a Roma” (2017) –          “Documento della Fraternità Umana“ (2019)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è possibile non rimarcare l’attenzione particolare della Associazione

Internazionale Karol Wojtyla per le problematiche giovanili.

Infine è importante rammentare che lo scopo statutario principale della nostra Associazione è la lotta alla sofferenza, soprattutto in campo sanitario.

Stiamo per attivare il progetto di Bioetica di fine vita, secondo la visione delle tre religioni monoteiste con la speranza di poter realizzare il Care House Karol Wojtyla, per una assistenza integrata dedicata agli anziani senza una sufficiente rete familiare e/o in situazione economica fragile, con patologia oncologica o degenerativa cronica.

Infine riteniamo importante terminare questo brevissimo ricordo di Karol Wojtyla

con alcune foto significative dei rapporti con l’Ebraismo e con l’Islam.

Le foto sono tratte dalla Mostra “1986-2019 33 anni di incontri di 3 Papi con le Comunità ebraiche e musulmane nel mondo”, esposta a Lugano, e prima a NYC nel 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ASCER, Archivio fotografico,

13 Aprile 1986, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma, Rav Elio Toaff accoglie Giovanni Paolo II sul piazzale della Sinagoga, oggi largo Stefano Gaj Tachè, e lo accompagna all’interno: è la prima visita di un papa alla Sinagoga di Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Incontro con Settimia Spizzichino, unica donna tornata dalla retata nazista nella città di Roma il 16 Ottobre 1943 in cui 1022 ebrei romani furono deportati. Di questi, solo 16 sopravvissero: 15 uomini, una donna e nessuno dei 300 bambini sotto i 15 anni.

 

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma,13 Aprile

 

 

 

 

 

Gerusalemme,  26 marzo 2000 Giovanni Paolo II depone nelle fessure del Muro Occidentale delle rovine del Tempio, comunemente detto “Muro del pianto”, un messaggio di preghiera, su pergamena di colore bianco, come vuole la tradizione ebraica che facciano i visitatori. La preghiera è in inglese, firmata semplicemente Joannes Paulus II . Attualmente la pergamena è conservata nel memoriale di Yad

Vashem                      A lato la traduzione

 

 

 
   

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, Città del Vaticano 22 maggio 2004, Incontro con Rav Riccardo Di Segni,

“Dio dei nostri padri,

tu hai scelto Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo Nome fra i popoli.

Siamo profondamente rattristati per il comportamento di coloro che nel corso della storia

hanno provocato sofferenze a questi tuoi figli e chiedendo il Tuo perdono

vogliamo impegnarci

in una fratellanza sincera con il popolo dell’Alleanza”

Giovanni Paolo II

 

 

Hinneh ma tov u-ma na‘im, shevet akhim gam yakhad!»

«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme(Sal 133 [132], 1).

Con intima gioia mi unisco alla Comunità ebraica di Roma in festa per celebrare i cento anni del Tempio Maggiore, simbolo e ricordo della millenaria presenza in questa città del popolo dell’Alleanza del Sinai. Da oltre duemila anni la vostra comunità è parte integrante della vita dell’Urbe; essa può vantarsi di essere la Comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale e di aver avuto una funzione

rilevante per la diffusione dell’ebraismo in questo Continente. Pertanto, l’odierna commemorazione assume un particolare significato per la vita religiosa, culturale e sociale della Capitale e non può non avere una risonanza del tutto speciale anche nel

cuore del Vescovo di Roma!

 

 

 

Fonte: Centro Culturale Islamico d’Italia Casablanca, Marocco 19 agosto 1985 Stadio olimpico:

incontro con 80 mila giovani musulmani

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….Incontro spesso dei giovani, in generale cattolici. È la prima volta che mi trovo con dei giovani musulmani. Cristiani e musulmani, abbiamo molte cose in comune, come credenti e come uomini. Viviamo nello stesso mondo, solcato da numerosi segni di speranza, ma anche da molteplici segni di angoscia. Abramo è per noi uno stesso modello di fede in Dio, di sottomissione alla sua volontà e di fiducia nella sua bontà. Noi crediamo nello stesso Dio, l’unico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea i mondi e porta le sue creature alla loro perfezion….Cristiani e musulmani, generalmente ci siamo malcompresi, e qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. lo credo che Dio c’inviti oggi, a cambiare le nostre vecchie abitudini. Dobbiamo rispettarci e anche stimolarci gli uni gli altri nelle opere di bene sul cammino di Dio…. “Auspico, cari giovani, che possiate contribuire a costruire un mondo in

cui Dio abbia il primo posto per aiutare a salvare l’uomo. Su questo cammino, siate certi della stima e della collaborazione dei vostri fratelli e sorelle cattolici, che io rappresento tra voi questa sera.”

Fonte: Ufficio Fotografico COREIS Assisi 27 Ottobre 1986 Giornata di preghiera inter religiosa

Incontro di Papa Giovanni Paolo II e Shaykh Abdal-Wahid Pallavicini,

 

 

 

….” non avrei mai immaginato di accoglierla un giorno in questa nostra moschea: è un fatto che va oltre la storia cui siamo abituati e che porterà frutti di pace “

Gran Muftì di Damasco,

Sheikh Ahmad Kuftaro

 

 

 

 

Fonte: Osservatore Romano, Servizio Fotografico Pellegrinaggio Giubilare Grecia, Siria e Malta Damasco 6 maggio 2001 :

visita della moschea degli Omayyadi , edificio islamico in cui secondo la tradizione

sono conservate le spoglie di Giovanni Battista, considerato un profeta    anche dai fedeli musulmani Giovanni Paolo II, primo pontefice cattolico ad entrare

in un luogo di culto musulmano, indossa in segno di rispetto i caratteristici calzari e varca la soglia della Moschea insieme al Gran Muftì di Damasco Sheikh Ahmad Kuftaro

…..Auspico vivamente che l’incontro odierno, nella Moschea degli Omayyadi, sia segno della nostra determinazione a portare avanti il dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica e l’Islam. Questo dialogo ha acquisito maggiore slancio negli ultimi decenni; e oggi possiamo essere grati per il cammino finora percorso”.

Giovanni Paolo II

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Osservatore Romano, servizio fotografico

Città del Vaticano, giugno 2003.

Incontro con Abdellah Redouane, Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia che ha sede presso la Grande Moschea di Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

Certamente Giovanni XXIII e Paolo VI non furono insensibili al confronto ed al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam e da loro è venuto con la Nostra Aetate un importante contributo, ma è stato Karol Wojtyla ad imprimere un concreto impulso a questi rapporti con iniziative significative e concrete: dalla Giornata di preghiera interreligiosa di Assisi, alla prima visita di un Papa in Sinagoga, alla prima volta di un Papa in una Moschea.

Valore fortemente vissuto e proclamato da Karol Wojtyla è stato la difesa della Libertà religiosa, diritto della persona umana e base per una pacifica coesistenza e fraternità tra i popoli.

Questo concetto è stato fortemente espresso nel discorso alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 2 ottobre 1979  Lo stesso rispetto della dignità della persona

umana sembra richiedere che, quando sia discusso o stabilito, in vista di leggi

nazionali o di convenzioni internazionali, il giusto tenore dell’esercizio della libertà religiosa, siano coinvolte anche le istituzioni, che per loro natura servono la vita religiosa. Trascurando tale partecipazione, si rischia di imporre delle norme o delle restrizioni in un campo tanto intimo della vita dell’uomo, che sono contrarie ai suoi veri bisogni religiosi…

Per ricordare i cento anni della nascita di Karol Wojtyla (in realtà, causa Covid, i 101 anni) nel 2021 si svolgerà Il percorso delle luci da Assisi ad Abu Dhabi, attraverso Roma e Gerusalemme.

Il viaggio attraverserà diversi Paesi-Italia Marocco ed Israele- oltre a tutte le altre nazioni che vorranno aderire. E sarà presentata la mostra multimediale “35 anni di incontri di 3 Papi con le comunità ebraiche, cristiane e musulmane”

Intanto, promossa dalla nostra Associazione, sta per iniziare “ Formare i Formatori” progetto condiviso sulla conoscenza dei documenti “Nostra Aetate” (1965) – “Da Gerusalemme a Roma” (2017) –          “Documento della Fraternità Umana“ (2019)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è possibile non rimarcare l’attenzione particolare della Associazione

Internazionale Karol Wojtyla per le problematiche giovanili.

Infine è importante rammentare che lo scopo statutario principale della nostra Associazione è la lotta alla sofferenza, soprattutto in campo sanitario.

Stiamo per attivare il progetto di Bioetica di fine vita, secondo la visione delle tre religioni monoteiste con la speranza di poter realizzare il Care House Karol Wojtyla, per una assistenza integrata dedicata agli anziani senza una sufficiente rete familiare e/o in situazione economica fragile, con patologia oncologica o degenerativa cronica.

Infine riteniamo importante terminare questo brevissimo ricordo di Karol Wojtyla

con alcune foto significative dei rapporti con l’Ebraismo e con l’Islam.

Le foto sono tratte dalla Mostra “1986-2019 33 anni di incontri di 3 Papi con le Comunità ebraiche e musulmane nel mondo”, esposta a Lugano, e prima a NYC nel 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ASCER, Archivio fotografico,

13 Aprile 1986, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma, Rav Elio Toaff accoglie Giovanni Paolo II sul piazzale della Sinagoga, oggi largo Stefano Gaj Tachè, e lo accompagna all’interno: è la prima visita di un papa alla Sinagoga di Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Incontro con Settimia Spizzichino, unica donna tornata dalla retata nazista nella città di Roma il 16 Ottobre 1943 in cui 1022 ebrei romani furono deportati. Di questi, solo 16 sopravvissero: 15 uomini, una donna e nessuno dei 300 bambini sotto i 15 anni.

 

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, visita al Tempio Maggiore della Comunità Ebraica di Roma,13 Aprile

 

 

 

 

 

Gerusalemme,  26 marzo 2000 Giovanni Paolo II depone nelle fessure del Muro Occidentale delle rovine del Tempio, comunemente detto “Muro del pianto”, un messaggio di preghiera, su pergamena di colore bianco, come vuole la tradizione ebraica che facciano i visitatori. La preghiera è in inglese, firmata semplicemente Joannes Paulus II . Attualmente la pergamena è conservata nel memoriale di Yad

Vashem                      A lato la traduzione

 

 

 
   

Fonte: ASCER, Archivio fotografico, Città del Vaticano 22 maggio 2004, Incontro con Rav Riccardo Di Segni,

“Dio dei nostri padri,

tu hai scelto Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo Nome fra i popoli.

Siamo profondamente rattristati per il comportamento di coloro che nel corso della storia

hanno provocato sofferenze a questi tuoi figli e chiedendo il Tuo perdono

vogliamo impegnarci

in una fratellanza sincera con il popolo dell’Alleanza”

Giovanni Paolo II

 

 

Hinneh ma tov u-ma na‘im, shevet akhim gam yakhad!»

«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme(Sal 133 [132], 1).

Con intima gioia mi unisco alla Comunità ebraica di Roma in festa per celebrare i cento anni del Tempio Maggiore, simbolo e ricordo della millenaria presenza in questa città del popolo dell’Alleanza del Sinai. Da oltre duemila anni la vostra comunità è parte integrante della vita dell’Urbe; essa può vantarsi di essere la Comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale e di aver avuto una funzione

rilevante per la diffusione dell’ebraismo in questo Continente. Pertanto, l’odierna commemorazione assume un particolare significato per la vita religiosa, culturale e sociale della Capitale e non può non avere una risonanza del tutto speciale anche nel

cuore del Vescovo di Roma!

 

 

 

Fonte: Centro Culturale Islamico d’Italia Casablanca, Marocco 19 agosto 1985 Stadio olimpico:

incontro con 80 mila giovani musulmani

.

….Incontro spesso dei giovani, in generale cattolici. È la prima volta che mi trovo con dei giovani musulmani. Cristiani e musulmani, abbiamo molte cose in comune, come credenti e come uomini. Viviamo nello stesso mondo, solcato da numerosi segni di speranza, ma anche da molteplici segni di angoscia. Abramo è per noi uno stesso modello di fede in Dio, di sottomissione alla sua volontà e di fiducia nella sua bontà. Noi crediamo nello stesso Dio, l’unico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea i mondi e porta le sue creature alla loro perfezion….Cristiani e musulmani, generalmente ci siamo malcompresi, e qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. lo credo che Dio c’inviti oggi, a cambiare le nostre vecchie abitudini. Dobbiamo rispettarci e anche stimolarci gli uni gli altri nelle opere di bene sul cammino di Dio…. “Auspico, cari giovani, che possiate contribuire a costruire un mondo in

cui Dio abbia il primo posto per aiutare a salvare l’uomo. Su questo cammino, siate certi della stima e della collaborazione dei vostri fratelli e sorelle cattolici, che io rappresento tra voi questa sera.”

Fonte: Ufficio Fotografico COREIS Assisi 27 Ottobre 1986 Giornata di preghiera inter religiosa

Incontro di Papa Giovanni Paolo II e Shaykh Abdal-Wahid Pallavicini,

 

 

 

….” non avrei mai immaginato di accoglierla un giorno in questa nostra moschea: è un fatto che va oltre la storia cui siamo abituati e che porterà frutti di pace “

Gran Muftì di Damasco,

Sheikh Ahmad Kuftaro

 

 

 

 

Fonte: Osservatore Romano, Servizio Fotografico Pellegrinaggio Giubilare Grecia, Siria e Malta Damasco 6 maggio 2001 :

visita della moschea degli Omayyadi , edificio islamico in cui secondo la tradizione

sono conservate le spoglie di Giovanni Battista, considerato un profeta    anche dai fedeli musulmani Giovanni Paolo II, primo pontefice cattolico ad entrare

in un luogo di culto musulmano, indossa in segno di rispetto i caratteristici calzari e varca la soglia della Moschea insieme al Gran Muftì di Damasco Sheikh Ahmad Kuftaro

…..Auspico vivamente che l’incontro odierno, nella Moschea degli Omayyadi, sia segno della nostra determinazione a portare avanti il dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica e l’Islam. Questo dialogo ha acquisito maggiore slancio negli ultimi decenni; e oggi possiamo essere grati per il cammino finora percorso”.

Giovanni Paolo II

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Osservatore Romano, servizio fotografico

Città del Vaticano, giugno 2003.

Incontro con Abdellah Redouane, Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia che ha sede presso la Grande Moschea di Roma.

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