Giustizia: stop a ‘protagonismo’

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 Pm, Fi vuole divieto foto e nomi su giornali 

 No ai ‘processi di piazza’, no al ‘protagonismo’ di pm e magistrati con tanto di foto e nome pubblicati sui giornali. Ma anche maggiore tutela della riservatezza e dell’efficacia delle indagini. Forza Italia dichiara guerra alle ‘fughe di notizie’ su indagini penali, con il mostro di turno sbattuto in prima pagina. La proposta di legge presentata dal partito di Silvio Berlusconi, primo firmatario il deputato Andrea Ruggieri, prevede, infatti, “nel dare notizia del procedimento”, il “divieto di pubblicare o di diffondere il nome o l’immagine dei magistrati titolari sino alla prima udienza del dibattimento, là dove previsto”. Un modo, spiega l’esponente azzurro nella relazione di presentazione del testo, per “tutelare l’incolumità, la sicurezza e la serenità” degli stessi giudici, la “maggior parte dei quali è peraltro aliena dal clamore della stampa”, ma “anche scoraggiare tentazioni di protagonismo e relative anticipazioni di notizie; da ultimo, tutelare diritti di primaria importanza e rango costituzionale”.

Non è facile barcamenarsi nel già labile confine tra diritto alla privacy, quello alla difesa e la libertà di stampa di pubblicare arresti e processi in corso, ma, ragionano gli azzurri, a nessuno piace scoprire di essere indagato a mezzo stampa e vedersi la vita ‘marchiata’ per sempre. La “cronaca – scrive Ruggieri – ci obbliga a prendere atto della costante, arbitraria e dannosa diffusione di notizie coperte dal segreto istruttorio (articolo 326 del codice penale) o che comunque dovrebbero restare ancora riservate (articolo 684 del codice penale); anticipazioni riguardanti procedimenti penali che minacciano troppi diritti, e che sono del tutte estranee alla sacrosanta, costituzionale libertà di stampa e manifestazione del pensiero”. 

Anticipare “indiscriminatamente notizie relative a procedimenti penali”, avverte Ruggieri, costituisce “un serio pericolo d’inquinamento probatorio, procura difficoltà all’efficiente incedere delle indagini, e lede anche il diritto alla difesa: è infatti prassi tristemente costante ormai che un indagato venga a scoprire di essere tale a mezzo stampa, e che questo status, di per sé neutro, comporti invece nella pubblica opinione una sua anticipata colpevolizzazione rispetto a qualunque futura, eventuale sentenza”. Il tutto, aggiunge, “aggravato da sempre più frequenti processi di piazza, paralleli e a volte contrari a quelli giudiziari, con rischio concreto di condizionamento di questi ultimi”. Secondo Forza Italia “danneggia anche la magistratura” il fatto che le inchieste “esordiscono fragorosamente sui mezzi di informazione e muoiono poi deboli in tribunale, avendo nel frattempo però danneggiato famiglie, imprese, semplici cittadini”. La proposta di legge vuole “offrire un rimedio di facile attuazione, ossequioso peraltro della ratio che informa l’organizzazione giurisdizionale della magistratura, e limitato al solo e chiaro divieto di pubblicare o di diffondere il nome o l’immagine dei magistrati titolari dei procedimenti trattati dalla notizia di stampa”. Per Ruggieri con l’introduzione di questo divieto non c’è il “pericolo di compressione dei diritti di libertà di stampa e di libera manifestazione del pensiero”. Gli “operatori dell’informazione potranno ovviamente continuare liberamente ad informare la pubblica opinione dell’esistenza di un procedimento, attribuendone la titolarità all’Ufficio giudiziario competente anziché al singolo magistrato”, precisa l’azzurro. 

Quanto, poi, alla libera manifestazione del pensiero, sottolinea Ruggieri, è “senz’altro vero che anche i magistrati devono essere lasciati liberi di poterla esercitare come qualunque altro cittadino”, ma “specie i magistrati inquirenti, a differenza di ogni altro comune cittadino, hanno un maggiore accesso di tribuna in virtù della loro particolare attività”. Sicché, “quando utilizzano i mezzi di informazione nell’ambito di questa speciale professione, non lo fanno per esprimere il proprio libero pensiero, ma unicamente per dare, nei limiti consentiti, pubblica contezza della amministrazione della giustizia”. La proposta introduce un comma aggiuntivo dell’articolo 114 del codice di procedura penale, “disponendo il divieto della pubblicazione e della diffusione dei nominativi e dell’immagine dei magistrati per procedimenti loro affidati, eccezion fatta – viene precisato – per il caso in cui, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, la rappresentazione dell’avvenimento non possa essere separata dall’immagine del magistrato (art. 114, c. 6-ter)”.

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