“Hanno mangiato una cameriera”, accuse a coppia cannibale

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Avrebbero ucciso e mangiato più di 30 persone. Ora, a un anno dall’arresto e dalla confessione, i russi Natalia Baksheeva e suo marito Dmitry Baksheev finiranno sotto processo per l’omicidio della cameriera 35enne Elena Vashrusheva, ultima di quella che – nelle parole della coppia – sarebbe una lunga serie di vittime smembrate e cucinate a partire dal 1999. L’accusa per la donna, la prima che sarà giudicata, è quella di aver convinto il marito ad uccidere dopo una crisi di gelosia: l’uomo infatti, spinto dalla consorte, avrebbe assassinato la cameriera con due coltellate al petto per poi mangiarne alcune parti con la compagna. Si tratta del primo processo per la coppia. Nonostante le confessioni di moglie e marito in parte rese note da alcune fonti di polizia lo scorso anno, gli investigatori russi affermano infatti che il ruolo di Natalia Baksheeva in ogni altro caso di omicidio o cannibalismo non è finora “confermato”.

IL CASO – Natalia e Dmitry Baksheev, 43 e 35 anni, avevano letteralmente lasciato sotto choc la cittadina di Krasnodar, in Russia, confessando l’anno scorso oltre 30 macabri omicidi. A tradire la diabolica coppia ‘in attività’ da 18 anni era stato solo il caso: nell’ottobre 2017, infatti, un gruppo di lavoratori edili aveva trovato un cellulare contenente la foto di Dmitry con una mano mozzata in bocca. Consegnato alla polizia, il telefono era poi stato ricondotto al suo proprietario e gli agenti avevano quindi fatto irruzione nella casa, scoprendo una realtà agghiacciante. Nella cucina della coppia – spiega il Daily Mail – era stata ritrovata una raccolta di pezzi di cadavere: resti umani cotti al vapore, surgelati o messi in salamoia, 19 fette di pelle e diversi resti smembrati di cani e gatti.

Tragico il destino toccato a Elena: secondo la ricostruzione dell’inchiesta condotta dal Comitato investigativo russo (IC), Baksheev avrebbe infatti smembrato il corpo della donna per poi posare in alcuni selfie con le parti tagliate. Uccisa in un edificio abbandonato vicino all’abitazione della coppia, alcuni resti della cameriera erano quindi stati portati in casa per poi essere in parte cucinati e messi in frigo e in parte surgelati. 

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