I 150 anni di Roma Capitale

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Con la Legge 3 febbraio 1871, n. 33 Roma veniva dichiarata ufficialmente Capitale d’Italia. Da quel momento, che ha segnato di fatto la fine del Risorgimento, sono trascorsi 150 anni e per ricordare questo importante anniversario sono state organizzate varie iniziative da parte sia delle istituzioni che di varie associazioni di cittadini. Tra queste la lectio magistralis ad una delegazione di studenti romani dello storico e giornalista Paolo Mieli presso la Sala Esedra dei Musei Capitolini.

Diverse le tematiche affrontate dall’ex direttore del Corriere della Sera: da Roma Capitale di tutti gli italiani all’importanza dei Comuni, fino al rapporto delle città con l’Unione Europea. All’evento ha presenziato la Sindaca della città Virginia Raggi, alla quale il Presidente della Repubblica ha inviato un messaggio per l’occasione.

Nel testo Sergio Mattarella ha ricordato che il centocinquantesimo anniversario della proclamazione di Roma capitale d’Italia è una “ricorrenza di grande significato, non soltanto per la città ma per la Repubblica, che ha raccolto il testimone del Risorgimento aprendo al Paese, di nuovo unito attorno ai valori della Costituzione, una prospettiva di sviluppo, di libertà e di pace”.

La centralità geografica della città – ha ricordato il Presidente Mattarella nel suo messaggio –  non è la sola ragione del suo essere capitale”. Queste vanno ritrovate nelle “radici antiche della civiltà di Roma, l’essere il cuore della cattolicità cristiana, e insieme la sua vocazione universale maturata nel corso della sua storia plurisecolare”. 

Ha concluso la mattinata la presentazione di uno speciale francobollo e annullo postale e di una moneta commemorativa coniata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

L’arrivo dei Savoia a Roma, con tutta la corte e l’apparato burocratico che da pochi anni si era trasferito già da Torino a Firenze, non fu salutato da tutti con entusiasmo visti anche i rapporti notoriamente turbolenti con il papato che pochi mesi prima aveva definitivamente perduto il potere temporale sulla città. Da allora, tuttavia, Roma ha subito notevoli trasformazioni per essere adeguata alle funzioni di capitale di uno Stato unitario ed al passo con la modernità: dai muraglioni sul Tevere ai nuovi quartieri per ospitare i funzionari ministeriali con le loro famiglie, dall’Altare della Patria al Palazzo della Cassazione, dalla Chiesa Evangelica di Piazza Cavour alla nuova Sinagoga.

Sotto il Fascismo Roma ha continuato la sua trasformazione con la realizzazione di altri interventi urbanistici: nuovi palazzi (per esempio la Farnesina), il Foro e il quartiere dell’EUR, ideato per ospitare l’Esposizione Universale del 1942, gli sventramenti per far spazio ai grandi viali (Conciliazione, Rinascimento, Fori Imperiali).

In questo periodo, inoltre, Roma ha visto nascere nel suo ventre un altro Stato, la Città del Vaticano, che ha permesso la risoluzione dell’annosa “Questione romana”.

Dopo l’enorme espansione degli anni Sessanta, tra le opere recenti più significative si ricordano l’Auditorium della musica, progettato da Renzo Piano, la “Nuvola” di Fuksas e l’incompleto palazzo dello sport di Calatrava.

Se le Olimpiadi del 1960 sono state uno degli eventi più importanti degli ultimi decenni, insieme al Giubileo del 2000, l’occupazione dei Nazisti con il rastrellamento del Ghetto e l’eccidio delle Fosse Ardeatine sono certamente tra le pagine più buie vissute dalla città. 

Papa Francesco, nel messaggio inviato lo scorso anno all’inizio delle celebrazioni anniversarie, ha ricordato “che la Chiesa ha condiviso gioie e dolori dei romani” ed ha richiamato tre argomenti su vicende che ancora vanno ricordate e sono attuali, come la fraternità fra la Chiesa cattolica e la Comunità ebraica, gli anni del Concilio Vaticano II e il convegno sui “mali di Roma” in ascolto alle periferie.

Quali sono le prospettive future della città sono invece l’oggetto di un ciclo di incontri dal titolo “Idee per Roma. Dialoghi aperti sulla Capitale”, organizzato dai tre Atenei pubblici romani in occasione dell’uscita del libro “A centocinquant’anni da Roma Capitale. Costruire il futuro della città eterna”.

L’auspicio, come ha ricordato Mattarella nel messaggio di questa mattina alla Sindaca Raggi, è che Roma, come tutta l’Italia, non perda il treno dell’innovazione, “che può generare più diffuse opportunità solo se sarà orientata verso una crescita sostenibile e se sarà capace di accrescere l’equità anziché le diseguaglianze”.

Claudio Gentile

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