I diversi per opposti

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Erano gli anni dei film messi in onda alla mattina, fuori orario. Quando le trasmissioni televisive alzavano il sipario alle 18:15. Altri tempi. Film storici, classici, drammatici… e si restava incantati. Sì, era il periodo fieristico.

Era la fase che anticipava la caduta delle foglie.

Il periodo cuscino tra i lunghi pomeriggi estivi e, le già distese, divise scolastiche.

I nastri per i fiocchetti erano azzurro oppure rosa, scintillanti, a volte sfilacciati.

Erano solo fiocchi.

Iniziava la Fiera del Levante di Bari. La tanto agognata “festa” priva di fuochi pirotecnici, dei baresi e non.

La lunga attesa al botteghino.

La lunga attesa d’avanti ai padiglioni delle nazioni.

La lunga attesa per gli immancabili dolci Aida.

La lunghissima attesa all’immancabile “panino” del padiglione della Germania.

Tutto fiorisce e tutto sfiorisce.

Domani si apre ufficialmente la 84^ edizione della manifestazione fieristica.

Ottantaquattro anni di storia da raccontare, da rivivere e da trasmettere.

Ottantaquattro successioni, vicissitudini, umori, trasmissioni cronologiche.

Levante, terra di ingresso. Terra di popoli e comunicazione.

Si alza il sipario su un contesto fuori dagli schemi ordinari di già ottantaquattro edizioni, passate, addormentate.

Inizia una nuova era.

Inizia l’epoca delle biglietterie chiuse e dell’apertura ai ticket digitali.

Inizia la veicolazione dei visitatori, trasportati dagli immancabili mezzi pubblici. Quest’anno, ci auguriamo al meglio, i clandestini saranno i virus del Covid-19. Speriamo che, vogliano, gli addetti ai controlli fermare anche loro!

Quest’anno potrebbe esserci una schiera viva e nuova di forza fresca, attinta dal carniere degli uffici interinali, di sagome improvvisate durante il periodo delle improvvisazioni.

Addetti, ipotetici, ai controlli preliminari per l’ingresso al parco giochi della fiera.

Ai controlli sui mezzi pubblici, per chi sarà propenso alla obliterazione del ticket.

E poi, magari, dislocati, ai controlli dei parcheggi. Ci saranno auto?

Ipotizziamo un eventuale costo di questa immaginaria realtà. E’ solo una ipotesi bislacca. Se realistica, alla comunità, costerebbe centinaia di migliaia di euro.  Centinaia di migliaia di euro.

Centinaia di migliaia di euro…

E’ soltanto una mia malsana ipotesi irreale.

Ma, se per un improvviso malaugurato imprevisto amministrativo-burocatico-politico…

tutto ciò dovesse avvenire?

Certo, tutto potrebbe accadere.

Allora, mi chiedo: esistono ancora i percettori di reddito di cittadinanza di cui non conosciamo entità?

Risveglio dal solito sogno perverso.

Il risveglio inatteso di George Orwell.

Giacomo Loiacono

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